Cuntare e cantare

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Il racconto un tempo era orale. Il cunto poteva essere accompagnato dal suono di uno strumento: a questo cominciamo a dare il nome di "cantare". Oppure c'era anche un mimo, un movimento di singoli o di gruppo: e qui ci si avvia per la strada della rappresentazione (il dramma) e verso il dramma con canti e suoni.

Quando si cominciarono a segnare su un supporto materiale ciò che si diceva o si voleva dire, iniziò un percorso: il supporto come semplice base mnemonica - perché quel che contava comunque era la voce con cui si comunicava -, la lettura "a voce" e poi il passaggio alla "lettura silenziosa" (da Ambrogius ad Augustinus, l'aneddoto rimasto celebre). Con la lettura silenziosa del testo le strade si biforcano. Dai pulpiti religiosi si continua a "dire" o "cantare" la messa. I menestrelli (soprattutto nel film disneyani novecenteschi) cantano le loro canzoni alle belle, o si rievocano attraverso chanson de geste le rodomontate guerresche. Si piglia in giro il potente o l'emarginato attraverso la produzione di lazzi e lezzi, cantati o suonati nei più vari modi. Nell'Ottocento comincia il lied e la canzone a diventare un modo per l'autore e il musicista di guadagnare qualcosa: attraverso la vendita degli spartiti, e poi attraverso i nuovi supporti sonori, nel Novecento tecnologico e sempre più massificato...

 

Contesto




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