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Ricordo di “Maria Stuarda” di Schiller al Teatro Nazionale “Ivan Vazov” in Sofia

Regista Krasyiu Mirski, scenografo G.Ivanov, costumista Dora Nikolova (Bittau) 1970-71. (Nella storia centenaria del primo teatro della Bulgaria, è stata messa in scena solo 2 volte)

di Emanuele G. - venerdì 3 aprile 2009 - 3184 letture

Il mio professore, scenografo Georgi Ivanov mi ha invitato a creare i costumi di “Maria Stuarda” nel Teatro Nazionale “Ivan Vazov”. La messin- scena era del regista Krastyu Mirski. Con questo gesto il mio professore ha espresso piena fiducia in me, mentre io stessa, non ero sicura, che potevo superare un compito così impegnativo. Sono rimasta sorpresa, perchè pensavo, che lui non esprimeva grande interesse, verso la mia “creatività” studentesca. Per questa straordinaria possibilità, che mi ha dato nei primi anni del mio lavoro creativo, anche adesso gli sono grata! Prof. G Ivanov era sempre molto riservato e giusto riguardo gli studenti. Non tollerava leccapiedismi, ed i suoi voti erano per le capacità, e no per i meriti dei padri e delle madri. Non cercava di essere apprezzato dalle persone che contavano. Non aveva paura di entrare in conflitto con il titolare della cattedra, davanti al quale gli altri “strisciavano”. Il forte carattere di Georgi Ivanov si rivelava non solo nei coraggiosi, innovativi e con gusto raffinato soluzioni teatrali, ma anche nelle sue relazioni sociali.

I progetti per i costumi li dovevo fare velocemente. Mia sorella arch.Nelly Nikolova mi aiutava. Dipingevo sopra cartoncini dei suoi vecchi progetti di architettura. Lei li ricopriva con colori, e molto accuratamente mi preparava i fondi, sui quali lavoravo. Mentre lei preparava un fondo, io dovevo dipingere un costume. E cosi: lei-fondo, io-costume; lei-fondo, io-costume.... Lavoravamo, come Charlie Chaplin alla catena di montaggio nel film “Tempi moderni”.

E adesso, per “Maria Stuarda”. L’epoca di Elisabetta I e Maria Stuarda e’ la più complessa nello sviluppo del costume. Le sedie nel parlamento inglese sono state allargate, per potersi accomodare i Lords con i loro “lievitati” pantaloncini. La Regina inglese, veramente doveva avere notevole forza fisica! Lei è stata ingabbiata in un costume abbastanza pesante, disseminato con diamanti, perle, ed altre pietre preziose. La corona reale, è stata veramente pesante!...

Dovevo superare un compito difficile: con i costumi introdurre lo spettatore nell’epoca, e nello stesso tempo di combinarli con la moderna scenografia. Il mio progetto era di mantenere la silhouette dell’epoca e di usare diverse fatture, per la sua costruzione, di trattarlo come un quadro astratto. Dovevo creare una composizione di colori, e trovare gli accenti in essa, in armonia con la scenografia. I principali gruppi di attori erano due: francesi e inglesi. Dovevano distinguersi, e contemporaneamente non respingersi, raggiungersi in un’altra tonalità.

Nella fabbrica tessile campionaria, dai miei progetti hanno eseguito le stoffe per i costumi di Elisabetta, così come adatti al mercato non si trovavano. Ho prestato particolare attenzione agli accessori, parte integrale deii’abito, come oggetti ornamentali, parrucche, diademi, corone. I simboli del potere, lo scettro regale e il globo, erano dorati e trasformati in veri gioielli. Tutti gli altri piccoli dettagli erano realizzati con invidiabile maestria.

Insieme a problemi puramente creativi, dovevo far fronte ad altri, molto piu’ grandi e difficilmente superabili.. Per esempio, nella sartoria femminile, la capo sarta, costantemente si stupiva e resisteva ad ogni cosa, che richiedevo. Lei, che ha vestito i luminari della scena bulgara, faceva questo, che sapeva da anni, e reagiva burrascosamente, quando doveva eseguire le mie correzioni.

Margarita Duparinova nel ruolo di Elisabetta con difficolta’ ha accettato il suo abito per via del suo peso. In realtà, esso non pesava 1/10 di quello della vera Regina. L’attrice era un idolo per me, e mi ha sorpreso con la sua richiesta per l’abito bianco: “Perchè a Maria Stuarda bianco, e a me- no!” Alle prove, mi sono imposta di correggere i costumi reali solo ai manichini.

Il costume teatrale non esiste solo per se stesso. Esso è parte integrale di tutta la composizione di colore. Nella messinscena, non potevano esistere due attrici, con vestiti bianchi. Secondo l’elaborazione della regia, Maria Stuarda si reca alla ghigliottina con il suo abito bianco, come alle nozze.

Apostol Karamitev, che adoravo gia’ dai banchi della scuola, interpretava il ruolo del Conte di Leicester. Lui non ha accettato il suo pantalone voluminoso, e’ entrato nella sartoria, e dato ordine di “potarlo”. Il capo della sartoria maschile si giustificava, che altri costumisti eseguono i desideri degli attori, si mettono d’accordo con loro, e non hanno problemi. Sono d’accordo, che per il morale dell’attore, per aiutarli nel ruolo, si può cedere, e mettersi d’accordo in una opera teatrale più facile, contemporanea. Questo, però, non puo’ succedere in un’opera così complessa e difficile, dove si interpretava un’epoca, adattata con determinata regia e scenografia. Nel caso, insubordinata ingerenza cambia, come lo stile d’epoca, così anche dello spettacolo.

Alla prova generale, Apostol Karamitev apparve sul palcoscenico con qualcosa simile a shorts. Quando lo ha visto, il regista Krastyu Mirski e’ esploso con tutta la sua sfrenata rabbia: ”Dovete ascoltare la costumista, voi non capite niente!”...e la costumista appena era uscita dall’Accademia delle Belle Arti...

L’atmosfera divento’ “incandescente”! Verso lo scenografo Georghi Ivanov “piovevano” lamentele da tutte le parti, a me indirizzate. Lui ha mantenuto il sangue freddo, indiferente come la sfinge, non interferiva nel “mio” lavoro. Mi ha lasciato sola “di rompermi la testa” e da sola a fronteggiare le acque turbolente del Teatro Nazionale. Sapeva, che sono testarda, ed era sicuro, che sarei riuscita a superare le difficolta’.

La belissima, e con grande talento attrice Violeta Bahchevanova nel ruolo di Maria Stuarda, era una “boccata d’aria” per me! Mi ha dato piena libertà, a svolgere il mio compito. Lei mi ha detto: ”Io penserò per il ruolo, tu mi vesti come vuoi.” I suoi costumi sono diventati meravigliosi. Come lei, tutti gli altri attori: Vasil Stoichev, Georghi Georgiev-Gez, Ivan Kondov, Tanya Massalitinova, solo per citare alcuni, erano contenti dei propri abiti, e collaboravano per la loro realizzazione.

Un’opera teatrale è creazione collettiva, subordinata all’idea del regista. Quando l’esito finale è coronato di successo, tutte le difficoltà percorse sbiadiscono e’ si dimenticano. Rimane solo L’ARTE!

La prima di “Maria Stuarda” ebbe luogo il 19 giugno 1970, è durata 4 ore, ed è finita con applausi scroscianti. Non avevo morale, per mostrarmi e non sono uscita per l’inchino finale. Gli applausi mi stordivano! Ero nascosta tra il pubblico, e sentivo commenti entusiasti per i miei costumi. Questa fu la mia più grande ricompensa. Quando il sipario si è chiuso e segnalato la fine dello spettacolo, sono salita sul palcoscenico, dove erano tutti. M. Duparinova, raggiante si recò verso di me, mi ha abbracciato, e ha scritto nel mio programma dello spettacolo: ”Sono felice, che ho lavorato con questa artista, con così tanto talento!”. A. Karamitev lo stesso mi ha abbracciato e baciato, probabilmente, come espiazione dei suoi “peccati”, verso di me.

Sono passati quasi 40 anni da questo emozionante momento. Molte delle irrepetibili voci dei protagonisti, che hanno scritto le pagine nella cultura bulgara si sono spente per sempre.

Dopo un po’ di tempo, per una serie televisiva, mi servivano alcuni costumi del “Maria Stuarda”. Nel teatro nessuno mi conosceva gia’. Mi hanno detto, che questi abiti non si portano fuori dal teatro, e sono i più belli esposti nel museo del Teatro Nazionale. Anche oggi, per loro ha cura la sig.ra Rumiana Vasileva, direttore del Museo.

Auguro al Teatro Nazionale di rimanere sempre così giovane, come nei trascorsi primi 105 anni, di essere la culla della cultura, di sperimantazione creativa, e di scoperta di nuovi talenti!!!...

A nuovi incontri, amici!

Dora Nikolova Bittau


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