Israele deve porre fine all’occupazione della Palestina

Israele deve porre fine alla brutale occupazione di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, iniziata nel 1967.

di Amnesty - mercoledì 21 febbraio 2024 - 461 letture

Lo ha chiesto oggi Amnesty International in occasione dell’inizio delle udienze pubbliche nelle quali la Corte internazionale di giustizia esaminerà le conseguenze sul piano legale della prolungata occupazione israeliana.

Le udienze pubbliche, in programma all’Aja fino al 26 febbraio, fanno seguito alla risoluzione con cui, nel dicembre 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto alla Corte un parere sulla legalità delle politiche e delle prassi israeliane nei Territori palestinesi occupati e sulle conseguenze, per altri stati e per le stesse Nazioni Unite, della condotta israeliana.

“Quella israeliana della Palestina è la più lunga e una delle più mortali occupazioni militari al mondo. Da decenni è caratterizzata da massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani contro i palestinesi. L’occupazione ha anche reso possibile e rafforzato il sistema israeliano di apartheid sulla popolazione palestinese”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

“Nel corso degli anni, l’occupazione militare israeliana si è trasformata in un’occupazione perpetua, in evidente violazione del diritto internazionale”, ha aggiunto Callamard.

“L’attuale conflitto nella Striscia di Gaza, dove la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che c’è un concreto e imminente rischio di genocidio, ha evidenziato le catastrofiche conseguenze del fatto che i crimini di diritto internazionale israeliani nei Territori palestinesi occupati continuino impunemente da così lungo tempo. Il mondo deve riconoscere che porre fine all’illegale occupazione israeliana è un prerequisito per fermare le ricorrenti violazioni dei diritti umani in Israele e nei Territori palestinesi occupati”, ha proseguito Callamard.

OCCUPAZIONE “PERPETUA”

Ai sensi del diritto internazionale umanitario, l’occupazione di un territorio durante un conflitto è intesa come temporanea. La potenza occupante deve amministrare il territorio nell’interesse della popolazione occupata e mantenere per quanto possibile la situazione esistente all’inizio dell’occupazione, tra l’altro rispettando le leggi esistenti e astenendosi dal modificare la demografia e dall’alterare l’integrità territoriale del territorio occupato.

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Palestina

L’occupazione israeliana non ha rispettato questi principi basilari del diritto internazionale umanitario. La durata superiore al mezzo secolo, insieme all’annessione illegale di Gerusalemme Est occupata e di ampie parti della Cisgiordania mediante confische di terreni e l’espansione degli insediamenti, forniscono prove evidenti che l’obiettivo di Israele è un’occupazione permanente e a vantaggio della potenza occupante e dei suoi cittadini.

La Striscia di Gaza resta occupata anche se nel 2005 le forze israeliane si sono ritirate e sono state abbandonate le colonie: Israele mantiene il controllo effettivo sul territorio e sulla popolazione, anche attraverso quello delle frontiere, delle acque territoriali, dello spazio aereo e del registro della popolazione. Da 16 anni, l’occupazione a Gaza continua attraverso un blocco illegale imposto da Israele, il quale ha gravemente limitato la libertà di movimento delle persone e delle merci, provocando gravi danni all’economia, in seguito a ripetute ostilità che hanno ucciso e ferito migliaia di persone e distrutto la maggior parte delle infrastrutture e delle abitazioni distruggendo gran parte delle infrastrutture e delle abitazioni.

“Tutti gli stati devono rivedere le loro relazioni con Israele per assicurare che non contribuiscano a sostenere l’occupazione o il sistema di apartheid. Ai ministri degli Affari esteri europei che si riuniscono oggi a Bruxelles diciamo che chiedere all’unisono e con chiarezza la fine dell’occupazione israeliana non è mai stato così urgente”, ha sottolineato Callamard.


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