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Prefazione di Nino Recupero al libro "Le streghe
di Triora"
Quella che segue è la prefazione al volume di Diego
Barzaghi, Le
streghe di Triora, Armando Siciliano Editore, Messina 2002.
Triora è un minuscolo paesino dell'entroterra ligure
che nel corso
del Cinquecento conobbe un episodio abbastanza cruento di
caccia alle streghe. Il fatto è che Triora, coi suoi
stretti vicoli
medievali che si inerpicano sul monte, è ancor oggi
un luogo
inquietante... e certamente ha inquietato Diego Barzaghi,
un
cultore dell'occulto.
E così, Satana ha vinto, alla fine. Niente più
ostacola la sua libera
circolazione su questo pianeta, nessuna santa inquisizione
perseguita
più chi se ne dichiara seguace; si può andare
ad un sabba, come a un
rave party, (se si ha il contatto "giusto") senza
rischiare lTorrore del
cavalletto e del rogo: al massimo, qualche fastidio con
la giustizia per
detenzione di stupefacenti e violenza carnale (ma allora
forse il
contatto non era quello "giusto"). Chiunque può
comprare, in libera
vendita, libri che parlano di Satana e che descrivono i
complicati cerchi
e triangoli da tracciare per invitarlo a cena: libri che
per secoli si sono
trasmessi clandestinamente, faticosamente copiati a mano,
scritti in un
linguaggio volutamente oscuro e indecifrabile. Di più:
lTInnominabile,
con la sua congrega di maghi, streghe e stregoni, spiriti
immondi e
mostri deformi, è richiestissimo sul palcoscenico
del divertimento, ha
vinto più volte il premio Oscar, e dovunque sorgono
circoli di
giovanissimi fans che cercano di imitarne le gesta, arrivando
talora a
spargere sangue per mostrarsi degni del loro idolo.
Satana ha vinto, ma per quella ironia della storia per cui
gli effetti finali
non sono mai esattamente quelli desiderati, ha anche perso.
Infatti il
libero mercato ne ha reso possibile la circolazione, sì,
ma a patto che
accettasse di competere non solo col suo vecchio avversario
- le
chiese cristiane - ma anche col buddismo, con la scientologia,
con lo
sciamanesimo nordamericano o (a scelta) orientale, col calendario
maya, con la riscoperta degli angeli, e con gli altri mille
competitori che
al supermercato delle idee si disputano lTanima del consumatore.
Ognuno paga la sua ghinea, come dicono gli inglesi, e porta
a casa
unTopinione nuova per il week end.
Chi lTavrebbe detto che questo sarebbe stato il risultato,
pensando allo
zelo, alle fatiche, alla devozione cieca di generazioni
di uomini di
chiesa che per quasi un millennio hanno contrastato la stregoneria?
Pensando alle acrobazie intellettuali, ai torcimenti del
pensiero che
sono serviti per individuare e catalogare i "segni"
che Satana
imprimeva sul corpo dei suoi seguaci, per escogitare domande
sempre
più astute da porre agli indagati e farli cadere
in contraddizione?
Pensando alla sistematicità aristotelica con cui
gli inquisitori
esplorarono ciò che ogni singolo spirito maligno
poteva o non poteva
fare, divenendo esperti occultisti come e più dei
loro inquisiti, vivendo
quella contraddizione di coscienza per cui il giudice deve
conoscere a
fondo il crimine che giudica, e purtuttavia tenersene lontano¦
Non cTè dubbio, credo, che il satanismo, la magia,
la stregoneria
esistano realmente. Ma non possiamo soddisfare la curiosità
(malsana)
dei più, i quali vorrebbero sapere se, oltre ad esistere,
la magia
"funzioni". Ai nostri giorni, certi episodi di
cronaca hanno mostrato che
un gruppetto di giovani ragazze può decidere di "darsi
a Satana" e che
per suggellare il patto non esita a compiere un omicidio
rituale: almeno
due fatti del genere sono stati registrati, con gran clamore,
lo scorso
anno. Se questo è il caso dellTItalia di oggi, è
del tutto fuor di luogo
chiedersi se nel Cinquecento quel gruppetto di donne di
Triora
veramente praticasse la magia, veramente si recasse al sabba,
veramente potesse volare nottetempo a cavallo di un bastone.
Si parli
di oggi, o di cinquecento anni fa, non siamo in grado di
dire se Lucifero
si è veramente materializzato, se il tesoro nascosto
è stato trovato, se
il sangue versato ha ottenuto lTeffetto. La materia è
inquietante, e ci
tranquillizza, anche se non soddisfa, limitarsi a rilevare
che ciò che
avviene nella mente della strega è competenza dello
psichiatra: la sola
osservazione su cui oggi concordino tutti.
Cinquecento anni fa, invece, tutti concordavano sul fatto
che ciò che
accadeva nellTanima fosse competenza della chiesa; della
chiesa e
della comunità, e che ambedue avevano il potere di
correggere, di
"punire", di "prevenire", di "preservare
il gregge dal contagio". E grazie
al lavoro degli storici e (in questo caso bisogna veramente
dirlo) delle
storiche, sappiamo benissimo cosa tutto ciò ha significato:
lo
sradicamento sistematico di "saperi" popolari,
di una medicina
tradizionale affidata alle donne e fatta di conoscenza antica
di erbe, di
acque e di pietre, lTeliminazione di ogni sapienza non omologata
dal
clero (prete cattolico o ministro protestante, o medico
e giudice
diplomato da istituzioni governate dal clero). In diversi
casi,
eliminazione e sradicamento di forme culturali precristiane,
qui
celtiche, lì slave, lì ancora greco-latine,
tutte accuratamente collocate
al loro posto nel catalogo delle eresie. E poi, le vendette
e gli odi
personali, la facilità di sbarazzarsi di qualcuno
accusandolo; o
semplicemente la vanità, il sentirsi "a posto",
quando si compie il
proprio dovere contro "il malvagio"¦
Per tre o quattro secoli abbondanti " dalla fine del
Trecento fino alla
Rivoluzione francese " lTEuropa fu percorsa da ondate
" brividi, quasi
" di caccia alle streghe e agli stregoni. Nessun paese
ne è stato
esente, nessun paese può dirsene innocente. Tutti
però, nella stagione
dellTilluminismo, hanno dato il loro contributo per un ritorno
alla
ragione, per lTabolizione della tortura e del rogo. La malattia,
in quella
forma se non altro, è stata superata. Ma la cultura
europea non si
libererà tanto facilmente dallTesperienza della caccia
alle streghe: fu
allora che si cristallizzarono alcune figure determinanti
della nostra
cultura, alcuni "personaggi" ancora attivi come
modelli di
comportamento. I protagonisti dei processi per stregoneria,
lTInquisitore
e il Torturato, il Delatore e il Boia sono archetipi della
nostra coscienza
moderna tanto quanto Edipo o Penelope, Ulisse o Medea. Li
ritroviamo
nei processi di Mosca del 1937 e nel maccartismo statunitense
degli
anni Cinquanta. Il meccanismo della tortura ritornò
intatto nella
disperata guerra dei francesi contro lTindipendenza dellTAlgeria,
come
denunciarono i coniugi Jeanson e Jean Paul Sartre.
Il Torturato " una donna, nella maggior parte dei casi
" non ha scelta:
sotto la tortura, se cede e confessa, si proclama colpevole;
se sopporta
e si dichiara innocente, rivela che è il demonio
a dargli la forza di
resistere, e di nuovo si proclama colpevole. Le vie di scampo
sono
minime: fingersi pazzo, come riuscì a Tommaso Campanella;
sperare
che il processo si estingua per altri motivi, come fortunatamente
accadde, sembra, alla Franchetta Borrelli di questo libro;
affrontare il
proprio destino restando orgogliosamente "uomo di tenace
concetto",
nel caso storico illustrato da Sciascia in Morte dellTinquisitore.
Dal canto
suo, lTInquisitore, fanaticamente devoto allTestirpazione
del Nemico, ha
però con esso una frequentazione pericolosissima:
come si è detto,
egli devTessere occultista e satanista provetto. Egli sa
che la pietà per
la vittima è lo strumento di cui Satana vuol servirsi
per sedurlo. Basta
un nulla per cedere, e diventare a propria volta inquisito.
Nella sua
anima il male combatte con la fede, la fede imbavaglia la
pietà. ET il
prototipo degli odierni fondamentalismi.
Il caso della caccia alle streghe di Triora, che Barzaghi
illustra in
questo libro, è certamente intessuto dellTuno e dellTaltro
elemento: il
fanatismo e lTambizione di potere. LTautore ci descrive
questo piccolo
paesino dellTentroterra ligure in modo da lasciarci pensare
che ieri, o
cinquecento anni fa, in quegli stretti vicoli, in quel prato,
ugualmente si
trovano delle signore che occasionalmente dispensano unguenti,
e che
usano ritrovarsi per delle pratiche tutte loro, da non comunicare
a
nessun estraneo. E perché no, in fin dei conti? LTunica
differenza,
rispetto alla caccia alle streghe della fine del Cinquecento,
è che oggi
non si fa carriera nella chiesa (o nello Stato) mostrandosi
inflessibile
accusatore del male, e infliggendo torture a donne inermi.
Non è facile
dimenticare " e non si possono perdonare, ammesso che
questa
parola abbia un senso " gli orrori della tortura inflitta
a Franchetta
Borelli "supposta strega" nel 1588. Nessun "revisionismo",
dunque, sul
giudizio negativo che dellTInquisizione diedero a suo tempo
Voltaire,
Beccaria, Verri, il viceré Caracciolo, e gli altri
illuministi che riuscirono
ad ottenerne lTabolizione.
Solo un dubbio. Sappiamo dove comprare la nostra porzione
di
Satana, se ce ne viene voglia. Ma dove operano, oggi, i
moderni
Inquisitori?
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