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Il
libro di Wu Ming, nuovi miti per il mondo che cambia
Presentato nella libreria della Festa dell’Unità
di Bologna Giap!, il nuovo libro del collettivo Wu Ming,
edito da Einaudi. I componenti del progetto sono sei scrittori,
tra i venti e i quarant'anni, e a oltre al fatto che si
sono incontrati a Bologna, è difficile trovare notizie
esaustive sulla loro biografia perché,
come dice il nome stesso (Wu Ming in cinese significa “nessun
nome”), hanno sempre mantenuto un alone di mistero
sulle loro identità, evitando il più possibile
di venire fotografati in pubblico.
Giap!, il cui sottotitolo è “Storie per attraversare
il deserto” è una raccolta di racconti, reportage,
riflessioni teoriche, e soprattutto testimonianze delle
più importanti manifestazioni “no-global”
degli ultimi tre anni: da Praga, a Genova, da Gotemborg
alla marcia zapatista di Città del Messico.
Il “deserto” citato nel sottotitolo è
- come spiega Riccardo, uno degli autor i-il deserto della
politica, l’incapacità dei partiti negli ultimi
anni di capire i bisogni delle persone, oltre che di progettare
un mondo sostenibile.
«Credevamo fosse un deserto vuoto, e invece appena
abbiamo superato la prima duna, ci siamo accorti che era
molto popolato» dice Riccardo, riferendosi ai movimenti
di contestazione nati a
Seattle nel 1999.
I Wu Ming, che già con il romanzo "Q" scritto
sotto lo pseudonimo Luther Blisset avevano riscosso un grande
successo editoriale, sono decisamente permeati dalla cultura
del movimento dei movimenti.
Scrivono collettivamente i loro romanzi, talvolta annullando
la differenza di ruolo con il lettore. Come nel caso della
“scrittura a X mani”, in cui lasciano proseguire
la narrazione iniziata da loro
ai lettori della loro mailing list, ottenendo così
il “romanzo totale”.
Quando scrivono, i sei autori tengono sempre a mente la
funzione di servizio per il loro lettore, e per gli obiettivi
del movimento: non solo fare contro-informazione, ma anche
e soprattutto inventare
nuovo storie per creare nuovi miti per il “mondo possibile”,
convinti che «i miti devono continuare ad essere usati
e rinnovati, perché sono un forte collante sociale».
Un' ultima considerazione: probabilmente la decisione di
tralasciare quasi completamente l’aspetto letterario
del loro lavoro durante la presentazione di Giap!, per parlare
di disboscamento delle
foreste primarie, inquinamento, spreco energetico, sconvolgimenti
climatici, e perfino degli oscuri collegamenti finanziari
(degli di un thriller di Ellroy) legati al disastro della
petroliera Prestige,
affondata davanti le coste della Galizia nel 2001, non era
dovuta alla voglia di annoiare il pubblico con la “solita
solfa”, ma alla guerriglia informativa a loro tanto
cara, secondo cui bisogna usare ogni
mezzo per diffondere le informazioni che i media di massa
non coprono.
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