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Il dibattito sulla legge 328/2000 a Catania

Un unico obiettivo: contribuire in maniera propositiva all'articolazione del progetto complessivo previsto dalla legge e sottolineare la necessità di una discussione pubblica e trasparente.

Con la legge 328 l'insieme degli "interventi sociali" dovrà assumere un'impostazione integrata, superando la frammentazione del passato che, oltre ad incentivare sprechi e clientelismi, si caratterizzava ­ appunto - per la mancanza di una progettazione unitaria. Perché una tale ipotesi organica non si traduca nell'ennesima occasione sprecata, occorre che da parte degli Enti Pubblici e dei rappresentanti dell'Associazionismo si lavori, con tempi certi e condivisi, per produrre una lettura vera dei bisogni del territorio, nel nostro caso del Distretto 16, e in base a tale lettura si individuino interventi essenziali di servizio alla persona e ipotesi sperimentali di lavoro. Queste ultime, in particolare, dovrebbero rappresentare il terreno privilegiato del mondo dell'Associazionismo (art.1 punto 4), mentre alla Pubblica Amministrazione toccherebbe dare continuità a quei progetti che hanno dimostrato di rispondere positivamente alle domande emerse. Un primo problema nasce dalla misura insufficiente dei fondi complessivamente destinati alla 328, cui è seguita, immediatamente dopo nel nostro Distretto, la insufficiente collaborazione, per usare un eufemismo, fra i quattro Assessori del Comune di Catania che avrebbero dovuto dare impulso e coordinare la fase progettuale; tant'è che i tempi di lavoro si sono immediatamente dilatati e la composizione del Gruppo del Piano sembra più funzionale a garantire gli "equilibri politici" piuttosto che un serio lavoro di progettazione. Allo stesso modo, all'interno dei Tavoli Tematici, che avrebbero dovuto costituire il luogo privilegiato della lettura dei bisogni e della conseguente elaborazione progettuale, non si capisce per quale oscura ragione il Comune di Catania non abbia indicato i funzionari che quotidianamente si occupano dei problemi trattati all'interno del Tavolo. Nonostante ciò, probabilmente perché ai Tavoli partecipano soggetti effettivamente interessati ad una progettazione coerente e condivisa, stanno venendo fuori, in generale, ipotesi di lavoro interessanti e articolate, che per nessun motivo dovranno successivamente essere messe da parte o sacrificate.
Ci si trova, perciò, nell'attuale situazione ­ così come aveva precedentemente denunciato il Forum delle Associazioni - non solo in ritardo, ma anche all'interno di una modalità di lavoro che, al di là di quanto affermato a parole, non privilegia e, addirittura, tende a sopportare con fastidio, rendendola conseguentemente difficile, la possibilità di un coinvolgimento tale da garantire una reale partecipazione. E' l'idea stessa del lavoro di rete ad uscirne mortificata. A riprova di ciò nel gruppo Piano non è prevista la presenza dei Coordinatori dei Tavoli, di coloro, cioè, che hanno partecipato ai momenti di confronto ed elaborazione il cui contributo alla definizione complessiva dell'intervento, per evitare "doppioni" e rendere coordinati e maggiormente efficaci gli interventi, non dovrebbe sfuggire a nessuno. Insomma, sembra che, ancora una volta, come incautamente affermato da un funzionario comunale durante una riunione, ai più interessi come "spartirsi la torta".
Quanto avvenuto finora rischia di confermare tutto ciò, ma se, come ufficialmente si afferma, la volontà è un'altra bastano pochi interventi per allontanare le nostre preoccupazioni:

1) Indicare tempi certi per l'elaborazione del Piano;
2) Garantire che le riunioni per l'elaborazione degli interventi siano aperte al pubblico, fermo restando il diritto esclusivo di parola ai componenti designati;
3) Inserire all'interno del gruppo Piano i Coordinatori dei Tavoli; anche per monitorare che le proposte elaborate dai Tavoli siano vincolanti e non vengano modificate, se non in quelle parti utili per rafforzare il lavoro di rete;
4) Presentare pubblicamente il Piano prima della sua definitiva approvazione, indicando progetti e modalità di verifica sull'andamento degli stessi.
5) Rendere i tavoli permanenti, per agevolare un successivo lavoro di monitoraggio e di supervisione degli interventi promossi all'interno della 328.

Arci, Uisp, Lila, Mo.v.I, Gapa, Emergency, Associazione "Un futuro per l'autismo", Centro Astalli

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