Chi
era Danilo Dolci?
tratto da "La nonviolenza
è in cammino"
Su Danilo Dolci riportiamo
ancora una volta la seguente sintetica ma accurata
notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa
col titolo "Costruire il cambiamento" ad
apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando
per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes,
Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno
1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952,
dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di
don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta'
strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu'
povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello
stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi
digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione.
La protesta viene interrotta solo quando le autorita'
si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi
urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955
esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che
fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale
le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale.
Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico:
le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio
1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia",
con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla
polizia - impegnati a riattivare una strada comunale
abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace
(1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative
per la piena occupazione". Centinaia e centinaia
di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo
straordinario fronte civile, "continuazione della
Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto,
l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso
e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle
accuse - gravi e circostanziate - rivolte a
esponenti di primo piano della vita politica siciliana
e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella
(si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi,
Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966).
Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e
solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto
Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi,
da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell
a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo
un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare,
sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che
e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro:
Dolci non si atteggia a guru, non propina verita'
preconfezionate, non pretende di insegnare come e
cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento
possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione
diretta degli interessati. La sua idea di progresso
non nega, al contrario valorizza, la cultura e le
competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni
di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara
a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi,
a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere
una parola dal sapore antico sepolta in polverosi
tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi
nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E'
proprio nel corso di alcune riunioni con contadini
e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la
diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un
futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma
importante alla mafia, che faceva del controllo delle
modeste risorse idriche disponibili uno strumento
di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero',
la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica",
incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie
lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari,
nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi
la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente
in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di
decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima
e' ora
coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita
e lo sviluppo di
numerose aziende e cooperative, divenendo occasione
di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni
Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente,
cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo:
il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato
e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo
assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio,
sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della
struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno
le potenzialita'. Col
contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza
del Centro
Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini.
Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori,
si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione
tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio,
Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica
delle nostre societa' connessi al procedere della
massificazione, all'emarginazione di ogni area di
effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato
attraverso la diffusione capillare dei mass-media;
attento al punto di vista della "scienza della
complessita'" e alle nuove scoperte in campo
biologico,
propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo"
una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli,
basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco
adattamento creativo" (tra i tanti titoli che
raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di
Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza
etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura
maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci
(Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova
Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del
30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa
malattia, un
infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato,
con tutte le energie residue, nel portare avanti un
lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua
vita".
[Da Danilo Dolci, Creatura di creature. Poese 1949-1978,
Feltrinelli, Milano 1979, p. 88.].
--- Una poesia di Danilo Dolci ---
TI ASPETTAVAMO
Ti aspettavamo al tuo posto: e all'estremo
momento non c'eri.
Quando insieme si tenta di alzare
una trave pesante
pericoloso e' fingere
di forzare con gli altri:
o ti impegni con tutti come puoi
o avvisi chiaramente -
e te ne vai. |
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