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Siamo tutti uguali (ma qualcuno è più uguale degli altri)

I guai giudiziari di Silvio Berlusconi rendono perplessa l'Europa intera sul semestre di presidenza europea dell'Italia.

di Nessun Nome *

 

I guai giudiziari di Silvio Berlusconi rendono perplessa l'Europa intera sul semestre di presidenza europea dell'Italia. A destare sospetti è soprattutto la guerra dichiarata dal Presidente del Consiglio alla magistratura italiana a colpi di leggi per bloccare i procedimenti giudiziari in corso… o spostarli a tribunali più concilianti fino ad arrivare al Lodo Maccanico che prevede l'impunita per le quattro più alte cariche dello stato..
Quello che in per gli italiani è ormai una prassi consueta a cui quasi nessuno si scandalizza più, nel resto d'europa viene vista come una minaccia alla prassi democratica. Vedersi rappresentati dall'uomo del conflitto di interessi, dei guai giudiziari, delle alleanze pericolose (ex-fascisti di Fini e neo-xenofobi di Bossi) preoccupa non poco i cittadini europei sui prossimi sei mesi di vita della Comunità.
Sono molti i giornali europei che hanno dato voce a queste perplessità. Il Financial Time ha pubblicato un ritratto in cui si parla di "Berlusconi, il prossimo, e intoccabile, presidente d'Europa", con un evidente riferimento al Lodo Maccanico.
Manifestanti tutta la loro perplessità anche giornali come il Times, Le nouvel Observateur, Die Zeit, Le Monde, Los Angeles Times. Mentre El Pais apre il suo articolo sul nostro Presidente del Consiglio con un titolo significativo "Attenti, arriva Berlusconi".
Anche gli altri media internazionali palesano lo stesso spirito, quantomeno ed eufemisticamente, dubbioso su Berlusconi in quanto persona, imprenditore e uomo politico.
Nulla di strano che un giornalismo libero e pluralista si faccia portavoce anche di queste voci e di queste perplessità.

Ma guai se dubbi, perplessità, preoccupazioni o quant'altro vengono scritte sulle pagine dei giornali e esplicitati sugli altri mezzi di comunicazione all'interno del nostro Bel Paese. Esempio lampante del clima politico, che sfiora l'intimidazione, è la polemica vibrata che si è aperta contro Il Corriere della Sera reo di aver riportato nel numero del 29 una rassegna stampa estera sul Berlusconi.
E' Il Giornale che si è fatto portavoce della polemica governativa paragonando, nella prima pagina del 30, il Corriere della Sera a l'Unità (ovviamente voleva essere un insulto).
Già… perché chiunque si azzardi a criticare l'azione del governo e dei suoi rappresentanti o addirittura lo stesso Leader Maximo, chiunque alzi una voce discordante o è un comunista o è mosso dai comunisti…
Sulle pagine on-line di www.Giornale.it si possono leggere queste parole: "Ben altro avrebbe dovuto essere l’atteggiamento del Corriere. Che con senso di responsabilità, invece di farsi megafono dei critici più o meno interessati, avrebbe dovuto difendere a spada tratta il nostro Paese e l’arduo ruolo che il nostro governo si accinge a svolgere".
Ecco esplicitata una bizzarra e personalissima idea di giornalismo. Non dunque offrire un sevizio di informazione ma difendere comunque e quantunque la Nazione Italiana e i suoi rappresentanti. Idea che mette i brividi e che richiama alla memoria un atteggiamento molto in voga durante un ventennio della storia italiana… o italica.
In un' intervista rilasciata ad una radio durante la sua presenza a Parigi Berlusconi ha dichiarato che "La stampa italiana di sinistra mi fa la guerra da quando sono sceso in campo e da quando hanno perso le elezioni. Non pensavano di cadere", ha continuato dicendo che in Italia è in corso una "grande lotta tra la maggioranza moderata rappresentata da me e dalla mia coalizione e la sinistra", dove i comunisti "sono ancora molto forti". Fino ad affermare che "Non è mai stata così chiara la divisione tra i moderati e gli estremisti, l'amore e l'odio, il bene e il male, la verità e la menzogna".
"Le tre tv pubbliche - afferma il presidente del Consiglio nell'intervista radiofonica - sono molto libere e il 75% dei giornalisti è di sinistra. La prima e la seconda rete sono equilibrate ma la terza è totalmente in mano all'opposizione e dà addosso al governo".
Chissà perché Biagi, Santoro, e Luttazzi non lavorano più in Rai… a già sono comunisti e in un paese democratico i comunisti non devono e non possono parlare.

Ancora più duro uno dei Ministri della Repubblica a nome Castelli che, a sostegno di Berlusconi, interviene in un'intervista a "Il Giornale": "Siamo davanti a un attacco preordinato, preciso e a vasto raggio." e continua dicendo " Che Repubblica dedichi un'intera pagina (alle reazioni della stampa estera contro Berlusconi - NdR) ci si può anche stare, ma il Corriere della Sera no, non lo accetto".

Scusatemi se ho detto qualcosa che possa essere andato contro il pensiero unico.

*In Cina è il d'uso firmarsi in questo modo per evitare le persecuzioni politiche. Spero che mi capirete se da adesso in avanti ogni volta che parlerò del nostro Presidente del Consiglio mi firmerò in questo modo.

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