ZAPRUDER.
Storie in movimento.
di Marilina Gianico
Una nuova rivista storiografica,
ZAPRUDER, che si propone come risposta
alla necessità di un cambiamento epistemologico
della ricerca storiografica, in opposizione alla crescente
manipolazione della memoria storica e delle fonti
di informazione da parte delle forme di potere che
vengono delineandosi nella società contemporanea,
"un laboratorio storiografico che intende rompere
i confini e le distinzioni tra storia militante e
pratica scientifica, tra sapere alto e divulgazione
e rimettere in comunicazione luoghi e soggetti diversi
attraverso cui si articola la produzione del sapere
storico". E' parte di un discorso più
ampio, la creazione di una mailing list e la costituzione
di un'associazione che si allaccia a vari gruppi locali
in molte città d'Italia per la promozione di
uno spazio di ricerca che sappia rispondere da una
parte alla crescente domanda di storia da parte del
pubblico e dall'altra ad una necessità di allargamento
dei confini della storiografia tradizionale, avvertita
da tutti gli storici ed i ricercatori che hanno risposto
all'appello promotore dell'iniziativa, lanciato nel
febbraio 2002 in seguito ad un'idea nata a Bologna
nel dicembre 2001. Considerando la storia come terreno
privilegiato del conflitto sociale e politico ed avvertendo
la necessità di un impegno politico che sappia
far fronte all'uso gestito che al giorno d'oggi si
fa dell'interpretazione del passato, i firmatari del
progetto, ora circa 300, si propongono di rimettere
in discussone le precedenti interpretazioni e le consuete
settorializzazioni del sapere storico, per puntare
verso uno spazio di discussione altro, aperto a tutte
le fonti, anche quelle rimaste finora marginali e
secondarie (filmati,registrazioni,materiali multimediali),
che riavvicini la ricerca storica alla quotidianità
degli eventi. Zapruder vuole essere dunque un punto
di vista al di fuori dei mezzi tradizionali (Abraham
Zapruder era il videoamatore che filmò l'omicidio
Kennedy, n.d.r.), un occhio che guardi e sappia rendere
l'idea della storia come di una pluralità di
storie in un divenire dinamico, un'immagine del proto-finito,
della ricerca continua e sempre aperta alla reinterpretazione.
Il primo numero, che tratta il tema "Piazza e
conflittualità" é stato presentato
a Bologna, nel Dipartimento di Discipline Storiche
dell'Università, in un dibattito che, fedelmente
allo spirito dell'iniziativa, é stato di critica
e discussione circa i risultati di questa prima pubblicazione.
Sono intervenuuti, oltre ad alcuni dei redattori -Simona
Urso, Paola Zappaterra, Sandro Bellassai e SImone
Ricci-, il prof. Ganapini, docente di Storia Contemporanea
all'Università di Bologna e Stefania Voli,
in rappresentanza degli Indisciplinati Storici,il
collettivo degli studenti di storia. Il primo numero
della rivista é già in edicola e la
versione multimediale é consultabile al sito
www.storieinmovimento.org/zapruder.
(Per abbonamenti www.storieinmovimento.org/zapruder/abbonamenti).
L'incontro di presentazione si é svolto come
un dibattito aperto a critiche e suggerimenti sul
primo numero e sull'idea generale che l'associazione
vuole portare avanti. Nel complesso, per quanto, come
fanno notare i redattori, l'ampiezza della risposta
all'appello promotore ha portata ad un'inevitabile
deviazione dal percorso iniziale e molte riflessioni
sono ancora da maturare, il bilancio del lavoro svolto
sembra essere positivo e la previsione per quello
ancora da svolgere ottimista. Non ci resta che leggere
questo primo volume e aspettare gli altri, sperando
che possano davvero avvicinare la pratica storiografica
al senso comune ed aprire un dialogo tra questi due
poli che sappia rompere il muro di disinformazione
che le strategie di potere costantemente cercano di
difendere.
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