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riccardo orioles <ricc@libero.it>
tanto per abbaiare
3 marzo 2003 n.168
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Le basi americane. Un bel mattino i russi decidono che
e' arrivato il
momento: carrarmati col motore sempre acceso, cosacchi
coi cavalli
sempre sellati, partenza dall'Ungheria o addirittura
dalla Croazia ed
eccoteli che prima di cena sono gia' in piazza San Pietro
(dove, se vi
ricordate, quei poveri cavalli dovevano finalmente trovar
pace). I
nostri, di fronte a un'azione tanto fulminea, neanche
hanno fatto in
tempo a mettersi braghe e stivali. Da donde l'idea di
fare le basi
americane: i cosacchi arrivano in carrarmato e a cavallo,
ma giunti ad
Aviano (o, se via mare, a Sigonella) ti trovano i marines
gia' pronti e
schierati e dunque se ne tornano indietro con le pive
nel sacco.
E questo, nelle grandi linee, e' cio' che ci siamo sentiti
ripetere per
cinquant'anni. Senza gli ammericani ci avrebbero invaso
i communisti
cosacchi, e l'avrebbero anche fatto all'improvviso.
Bene. Vediamo la
situazione oggigiorno. Intanto, bisogna trovare qualcuno
che faccia il
communista invasore, senno' non funziona. I russi no,
si sono davvero
rotti le balle. Gli ungheresi nemmeno, preferiscono
il gulash ora. I
polacchi? Dio ce ne scansi rispondono, letteralmente.
E cosl via fino
agli Urali e oltre, fino alla Siberia.
Chirghisi, turcomanni, karabasci, avari, bulgari, cosacchi
del Don e
del Donez, siberiani, usbechi, peceneghi, variaghi:
non ce n'e' piu'
uno che voglia fare il communista invasore manco a pagarlo.
I cinesi?
Ma pensano a fare i soldi. Non restano che i coreani.
Va bene, meglio
di niente.
Allora, un giorno Pak-do-ik si sveglia, decide "Oggi,
s'invade
l'Occidente!", monta in carrarmato e via. Eh, mica
una gitarella! Cina,
Mongolia, Iacuzia, Cita, Siberia Occidentale e Orientale,
Russia,
Bielorussia, Moldavia, Polonia, Cechia, Slovacchia,
Slavonia,
Slovenia,
Croazia e finalmente, se tutto e' andato bene, ancora
manco siamo
arrivati a Trieste (e ancora non si sa se c'e' bora:
ma mettiamo, per
amor di discussione, che sia una bella giornata).
Insomma, in tutto questo frattempo c'e' tutto l'agio
di mobilitare
esercito e carabinieri fino dalle tenenze piu' lontane.
Cosi' quando
infine i communisti invasori arrivano - se dio vuole
- al confine ti
trovano tutta la forza allineata e coperta a
baionettarm-crociatet-bugianen, e allora ti voglio vedere
a fare
l'invasione. E' chiaro che in questo caso la base americana
non serve a
un cazzo, salvo che a dare un po' di fastidio quando
- ad esempio - i
carabinieri di Trapani le debbono girare attorno per
andare a
posizionarsi a Trieste. Per cui, siccome anche immagino
che gli
americani in fondo non abbiano tutta questa gran voglia
di farci i
guardiani notturni a noi, la cosa migliore sarebbe di
levare fili
spinati e "Keep Away!", piantarci un po' di
marijuana e usare
finalmente Sigonella e Aviano a fini edonistici e produttivi.
Le obiezioni sostanzialmente sono due. La prima obiezione
e' che non
ci
sono piu' i communisti ma ci sono i poveri, che sono
anche peggio.
Curdi, africani, pachistani, ucraini, bengalesi, tutti
li' pronti a
invaderci da un momento all'altro. Al che tecnicamente
rispondo che,
siccome tutta questa gente non viene piu' a cavallo
ma per mare,
basta
distribuire le corazzate lungo le coste e tirar giu'
a cannonate le
bagnarole dei profughi, come un nostro ministro ha gia'
d'altronde
caldamente raccomandato. E' vero che la nostra marina
non ci fa una
gran figura ma i marinai d'Italia, che una volta avevano
i Luigi Rizzo
e i Durand De La Penne, adesso non sembrano particolarmente
vergognosi
del loro nuovo ruolo di guardiani del supermercato.
E dunque,
obiezione
superata.
Momento. Obiezione numero due: l'Italia fa parte dell'Occidente.
Tutti
i paesi dell'Occidente debbono avere delle basi militari.
Senno' si fa
malafigura coi vicini.
Uhm. Certo, il prestigio e' prestigio. A pensarci bene,
non possiamo
fare a meno di avere una Sigonella e un Aviano con aerei
carrarmati e
tutto. Pero', che bisogno c'e' che questi aerei e questi
carrarmati
siano proprio americani? Che ci azzecchiamo noi con
l'America, a
parte
quel belin del sciur Colombo? Beh - risposta - l'America
e' grossa e tu
sei piccina. Le basi ce le mettono quelli grossi, mica
l'Italia e il
Portogallo.
Giusto. Pero', a pensarci bene, noi come Italia siamo
un paese piccolo:
ma come parte d'Europa non lo siamo affatto. E allora,
in queste
benedette basi, invece dell'America, perchi non ci mettiamo
l'Europa?
Ad Aviano, una squadriglia anglo-tedesca. A Sigonella,
la marina
franco-italiana. In Friuli, highlanders e alpini. E
cosl via. Tutta
questa gente dovrebbe servire non a perseguitare i poveracci
in mare
ma
semplicemente per ricordare all'Italia (o meglio, a
questo punto,
all'Europa) quant'e' bello essere liberi e non dipendere
da nessuno.
Esercito europeo, marina europea, e - in Europa - basi
europee.
* * *
"Via le basi americane"? Non piu': riappropriazione
e riconsegna
all'Europa. E fra vent'anni, se tutto va bene e nessuno
fa lo stronzo
(ma e' difficile fare gli stronzi quando a poter fare
gli stronzi siamo
in due), trasformazione ulteriore in campi di marijuana.
Ma prima,
Sigonella e Aviano basi europee.
* * *
Scherzando scherzando, questo e' un obiettivo possibile.
Sano
realismo,
su cui - senza mai confessarselo - sarebbero tutti d'accordo
da
Agnoletto a Sciracche. Passando per tutti gli italiani-italiani
(e non
aitalians), compresi - orribile a dirsi - pure molti
di destra. Sul
"via le basi" ci divideremmo. Sul "nostre
le basi" cominceremmo a fare
un altro pezzo d'Europa. Questa potrebbe gia' essere
una proposta per
l'Ulivo.
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Sindacato. Un italiano su dieci, bambini e imprenditori
compresi, e'
iscritto alla Cgil. Il sindacato ha raggiunto i cinque
milioni e mezzo
di iscritti (in aumento giovani e donne) ed e' diventato
l'organizzazione piu' numerosa mai esistita in Italia
dopo la Chiesa
cattolica (che pero' e' autorevolmente supportata in
alto loco) e il
partito fascista (che pero' era obbligatorio). La cosa
e' strana,
poiche' questi come sapete sono tempi di destra in cui
- secondo la
versione ufficiale - la ggente s'allontana dalla politica
e si fa
esclusivamente i cazzi sui.
Contemporaneamente, nessuno riesce piu' a sapere quanti
sono gli
iscritti ai Ds, che - dicono - sarebbero calati sotto
i centomila.
Insomma, gli eredi Di Vittorio si moltiplicano e quelli
di Togliatti
no. Che diavolo e' successo? Un tempo, nel Regolamento
generale
stava
scritto che "il sindacato e' la cinghia di trasmissione
del partito
comunista". Ma forse conveniva fare al contrario.
E anche oggi,
chissa'...
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George W. Bush:
''Macarr, m'hai provocato e mo' io me te magno..".
"Io so' io e voi nun sete un cazzo"
''Ma allora io butto la bomba e sfascio tutto, sfascio...''.
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Esteri. Il presidente degli Use Chirac ha ribadito la
posizione del
governo europeo rispetto alle recenti minacce di guerra
provenienti da
alcuni leader del Medio Occidente. "Ci auguriamo
che i governanti del
Texas, del Maine, dell'Arkansas e degli altri Stati
coinvolti - ha
dichiarato il Presidente - possano riconsiderare le
loro posizioni e
adoperarsi responsabilmente per aprire una trattativa
in sede Onu. In
ogni caso gli Use non permetteranno che la pace nel
mondo venga
sconvolta da iniziative sconsiderate, ispirate da integralismi
di
qualsiasi specie". Fonti diplomatiche commentano
che
l'amministrazione
degli Stati Uniti d'Europa intenderebbe far pressione
sui regimi
mediooccidentali anche mediante iniziative drastiche
quali
l'imposizione del camembert in tutti i mcdonald's d'Europa.
E, in un
secondo momento, anche l'embargo della coca-cola.
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Informazione. Vita di un uomo. "Un uomo senza fissa
dimora e'
deceduto
in piazza Cavour ieri pomeriggio davanti al cinema Adriano.
L'autopsia
dovra' chiarire la causa della morte". Ventitre'
parole, 122 caratteri
spazi esclusi e 144 spazi inclusi, quattro righe e mezza
in cronaca di
Roma.
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Cronaca. Gioiosa Jonica. Colpi di pistola contro don
Giuseppe
Campisano, esponente locale del comitato antiusura calabrese
fondato
dal vescovo di Locri.
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Armando wrote:
< Oggi e' morto Albertone. Faccio il vigile urbano
a Roma e sono
andato
davanti alla sua casa a rendergli omaggio. Un pezzo
di storia e un
pezzetto del mio cuore che... Ricordo che lui e' stato
il solo ad aver
fatto la multa ad un sindaco >
* * *
Rosario wrote:
< Il Sordi piu' bravo era quello che recitava una
"commedia
all'italiana" scritta laicamente e criticamente
da sceneggiatori che
quest'Italia trasformista e furba non la amavano. Mentre
non passera'
alla storia l'Albertone populista, tassinaro, cocchiere
o ingegnere
delle ferrovie e insomma l'ultimo Sordi, dai contenuti
e persino dalla
recitazione banale, quasi un'imitazione di se stesso.
Ma dobbiamo a
questo romanaccio, nella vita assai conservatore ed
anche "segreto",
le
migliori macchiette che hanno permesso di catalizzare
la critica d'una
certa societa' italiana sempre pronta al compromesso,
un'antropologia
da "borghesi piccoli piccoli", dal Sordi-Cerami
al "Contesto" di
Sciascia. Dunque riconoscenza a Sordi ma soprattutto
al suo
paradosso >
* * *
La cosa migliore su Sordi purtroppo l'ha detta Storace.
Dopo una
battuta rozza ma orgogliosa su Sordi eroe "della
Capitale" (a' Bossi,
becchete questa!), ha ricordato che Sordi "avrebbe
potuto vendere la
sua professionalita' al mondo pubblicitario, ma non
l'ha mai fatto".
Esattamente: Sordi poteva essere qualunquista e magari
conservatore,
ma
aveva un senso popolaresco e antico della dignita' del
suo mestiere, da
Tiberio Fiorilli in poi. E quindi pubblicita' non ne
faceva. L'ultimo
*attore* prima dell'intrattenimento di massa, e padronale.
Benigni, che
poteva eguagliarlo, e' troppo ossequioso quando incontra
signori; e altri
non ce n'e').
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iudeca@libero.it wrote:
< "Non ci sarebbe nulla di male a prendere Benetton
da Treviso e
metterlo a Caltanissetta...". Caro Riccardo, spiacente
ma debbo
smentirti: purtroppo la Benetton c'e' gia' a Caltanissetta,
o meglio
c'era: a Riesi, per la precisione. Qualche anno fa un
illustre
concittadino che aveva fatto fortuna nel nord-est con
l'indotto
Benetton ha pensato di sfruttare le agevolazioni per
le imprese delle
zone depresse e ha aperto nel suo paese natale (gia'
terra orgogliosa
di minatori "surfarara" e contadini "viddrani")
una fabbrichetta con
circa 300 operai. Prova a chiedere che cosa ne e' rimasto
oggi.
Nessuna
garanzia sindacale, stipendi bloccati da piu' di sei
mesi, promessa di
interventi salva-crisi, blocchi stradali, accuse, minacce,
smentite,
mutui-casa abortiti, spettro-Termini-Imerese (in proporzione,
anche
peggio). Una storia che non puo' fregare a nessuno,
di una terra nata
sotto il segno dello sfruttamento piu' nero: prima le
paludi, la
colonia penale, le miniere, la mafia, le fabbriche...
E ora devo
proprio andare, magari continuo un'altra volta >
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viviana wrote:
< Mi chiedo in nome di cosa dovremmo pagare questo
canone rai e
subire
questa mediaset. Nemmeno se ci pagassero loro per guardare
la loro
pubblicita' e la loro propaganda, sarebbero tollerabili
>
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Diego wrote:
< Perche' non ho visto (almeno nella mia zona, provincia
Ovest di
Milano) nemmeno una bandiera della pace fuori da una
Chiesa, un
oratorio, una parrocchia? Che ci sia qualche motivazione
politica che
mi sfugge?>
* * *
Mah. A volte, su questioni come la pace, va a finire
che i laici
chiudono gli occhi e i preti li tengono aperti. "La
religione e'
l'occhio dei popoli".
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Rinforzi. E' arrivato il compagno Ettore, strilla come
un dannato e
quasi nessuno capisce (meno sua mamma, Alessandra) che
in realta'
ci
sta dando la Giusta Linea por combatir los patrones
y render
meravilloso el mundo. Per ora e' impegnato a farsi cambiare
i
pannolini, ma dategli un po' di tempo e vedrete cosa
combina.
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Libro di lettura (ad uso dei piccoli siciliani, e anche
neri,
marrocchini, africani, brasiliani e rumeni e di tutti
gli altri Paesi).
Il re della Sicilia era un ragazzo e si chiamava Corradino.
I suoi
nemici lo presero e gli tagliarono la testa. Ma prima
lui prese un
guanto e lo butto' nella piazza. Esso fu raccolto da
un uomo che si
chiamava Giovanni da Procida e questi decise di aiutare
i siciliani a
vendicare questo re. Egli si mise a girare il mondo
per convincere
tutti i re del mondo a liberare la Sicilia. Ma nessuno
lo fece. Ma un
giorno i siciliani si ribellarono da soli e cosl si
ripresero la
liberta'.
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La tamburina
Sette medaglie luccicanti ha avuto
in premio dalla vita, la tamburina.
La prima, Dormi-in-terra, con la vecchia
brandina da campeggio nella stanza
dove poi lui, quand'e' giorno, lavora.
La seconda che ha, e' la medaglia dei Gatti:
ce n'era tanti, ricordi, laggiu' in via Garibaldi,
e anche vicine perbene, che le parlavano dietro.
E da li' se ne andarono per una storia di cesso.
Terza fu la medaglia della casa-In-Comune:
senza nemmeno accorgersene, innocentemente
si puo' stritolare la gente. Tocco' a lei.
E quarta, la medaglia del trentatre':
era il bus della sera, carico di soldati,
e poi la strada buia e la casa paurosa.
Non ebbero mai fortuna coi gabinetti,
questo si puo' dire di loro. Duro' un anno.
Prendi la quinta medaglia, il Torna-a-casa!
Al circolo del paese, tuo padre sbatte la carta
rabbiosamente sul tavolo: i paesani stanno pensando
alla figlia "disonorata", e lui lo sa.
Torna a casa feroce e senza una parola.
La sesta delle medaglie e' a forma d'un biscotto
timidamente rubato, fra i silenzi e le botte,
nella casa-galera: e lo porta al suo amore
perche' stasera, almeno, non abbia fame.
La settima medaglia e' di carta stagnola:
l'apri con gratitudine, spezzi in due il cioccolato
e ne dai mezzo, complice, all'altra meta' di te.
La mano nella mano, cercando di non pensare alla paura,
vai con lui al macdonald, se ha duemila lire
per una birra in due e un quarto d'ora a tavolino
come due ariani qualunque, col diritto a campare.
E Mahler, Leopardi, Mozart, sempre piu' da lontano
che la chiamano fiochi: e com'e' lontano stasera
il Posto dei gabbiani! E gia' sta passando la corriera
per riportarla dentro. Stanotte la tamburina
svegliandosi cerchera' disperatamente
di ricordare com'era il sole, com'era non essere sola.
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Comunicato di servizio. E' in lavorazione il numero
zero di "Echo", il
giornale degli immigrati diretto dal signor O. Chiusura
in tipografia:
18 marzo. Uscita prevista: 31 marzo. Pagine 12, formato
40x60,
50mila
copie.
Tutti gli amici e colleghi contattati per pezzi, disegni,
ecc. sono
pregati di muovere le chiappe e mandare i materiali
- in tempi civili -
a ricc@libero.it.
I ragazzi dell'Alba, dei Siciliani, di Avvenimenti
ecc. che non sono
stati ancora contattati si facciano sentire per dare
una mano.
I lettori e i colleghi tentati di partecipare all'avventura
contattino
al piy presto l'ufficio arruolamenti: c'e' ancora
qualche posto a
bordo.
Bambule'. (r.o.)
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla
o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it --
Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio
di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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