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“Promemoria
per un paese invecchiato” di
Cesare Piccitto |
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Mai
titolo più esatto. Si tratta di un piccolo libretto,
poche pagine che hanno dentro una carica espressiva
e di sintesi notevole. Dei versi, che sono prima di
tutto delle precise accuse e nette critiche alle amministrazioni
che negli anni si sono susseguite a Palagonia, e ai
suoi cittadini che non hanno mai saputo reagire a tanto
mal governo.
Questo è quello che trasmette, come sempre nelle
sue opere Michele Megna, ormai giunto alla ventesima
pubblicazione. Bisognerebbe esser palagonesi per capire
i suoi versi, ma credo che le critiche mosse siano perfettamente
calzanti ad ogni piccola e grande realtà urbana
siciliana. Uno degli ultimi scrittori che coniuga impegno
culturale con un profondo senso civico. Non si preoccupa
delle critiche di chi lo leggerà, non si preoccupa
di “cosa si può dire” o “cosa
non si può dire” è un fustigatore
dei potenti sempre dalla parte dei più deboli.
La presentazione di Vito Tartaro riesce sicuramente
a dare, meglio di me, il senso di quest’opera
e far conoscere in poche righe Michele.
E’ difficile far capire l’enorme statura
morale di quest’uomo senza conoscerlo, vorrei
provarci raccontandovi la mia esperienza personale.
Lo conosco letteralmente da una vita, lui è del
1917 mi ha tenuto praticamente tenuto imbraccio quando
ero neonato, data la parentela con mia nonna, col tempo
crescendo ha determinato notevolmente la mia formazione
culturale, politica e umana. Anarchico praticamente
da sempre, crede in un azione politica individuale e
insieme culturale volta solamente al miglioramento della
comunità. Ha sempre regalato i libri che pubblicava
o leggeva a chiunque, ha sempre detto la sua opinione
con i manifesti per quanto riguarda la realtà
locale, e con lettere per quanto riguarda situazioni
nazionali. Ha scritto tra gli altri al papa, al presidente
della repubblica che gli hanno a volte anche risposto.
Quotidianamente fino a poco tempo fa curava il verde
del paese, o meglio il verde che lui ha messo nelle
vie del paese tutto di tasca sua senza mai chiedere
niente a nessuno, e senza mai voler ringraziamenti o
riconoscimenti vari. Ha creato una fondazione culturale
dal nome “accademia dei Palici” che raccoglierà
la più antica storia di Palagonia oltre ad organizzare
eventi culturali. Ha fatto del volontariato uno dei
capisaldi della propria vita. In paese è stato
sempre considerato “strafallariu” anche
se tutti adesso che è in casa di riposo ne sentono
la mancanza. Pochi giorni fa sono stato a trovarlo,
il tempo di dire ciao e subito dopo mi ritrovavo le
mani piene di libri, riviste anarchiche, scritti di
comunismo libertario, e via a parlare a ruota libera.
Politica, società, costume di tutto ciò
si possa parlare con una persona così poliedrica
e intellettualmente stimolante, “voli pindarici”
in cui è difficile stargli dietro. Pensavo di
trovarlo rassegnato e invece era solo l’apparenza,
mi da uno scatolone pieno di questi libretti e mi dice
di distribuirlo a tutti. Mi dice anche che è
l’ultima cosa che scriverà… poi lo
guardo stupito e mi dice: “scherzo!”
Per
chiunque vuole informazioni sulle altre pubblicazioni
o vuole avere questo libretto può scrivere a:
cpiccitto@email.it
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