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I Disobbedienti bloccano le autocisterne

Manifestazione a Marghera, lungo la strada che porta alla Petroven. Momenti di tensione per un camionista spazientito. La coda all'alba era di oltre un chilometro. Blitz a un distributore anche a Roma.


DOMANI ATTIVISTI CON MASCHERE DA TIGRE

MARGHERA (VENEZIA) - Alle prime luci dell'alba, sulla strada che porta alla Petroven, è cominciata la protesta dei Disobbedienti. Un presidio pacifico, che dura cinque ore. In coda, per oltre un chilometro, le autocisterne bloccate dai manifestanti che aderiscono alla campagna di mobilitazione contro la Esso. Si è risolta nel rallentamento del traffico dei mezzi pesanti diretti al rifornimento, fatti passare uno alla volta dopo la verifica delle loro destinazioni. L'annuncio della manifestazione, infatti, ha fatto modificare i turni di carico di carburante. Alcune autocisterne Esso sono rimaste all'interno dei recinti della Petroven e, secondo alcune voci, altre hanno trovato rifornimento presso le raffinerie di diverse città. Per i Disobbedienti, ''segno che il boicottaggio alla Esso ha funzionato''. ''Sappiamo – dice il portavoce Michele Valentini - che ogni giorno caricano qui decine di camion della Esso: finora nessuno ha caricato, vuol dire che la mobilitazione ha funzionato''.

Via libera, invece, alle autocisterne di altre aziende. Momenti di tensione si sono verificati solo quando un camionista, esasperato, superando la coda, ha cercato in velocità di forzare la postazione dei manifestanti con il rischio di travolgerli. La cabina del camion è stata circondata dai Disobbedienti e sul posto sono giunte le forze dell'ordine, che hanno portato il camionista al commissariato di Marghera, per valutarne il comportamento e porre fine al battibecco con i dimostranti. Differenti sono state le reazioni di altri autotrasportatori, che, sebbene spazientiti, hanno dialogato con i Disobbedienti con reciproca e a tratti divertita ironia. ''Ma guarda se per fare la pace bisogna fare la guerra'', ha commentato uno degli autotrasportatori. In sottofondo i clacson impazienti della parte terminale della coda.

La Esso, secondo i manifestanti, è accusata di speculare
sulla guerra in Iraq, affermazione decisamente smentita
dall'azienda interessata. ''In queste cinque ore di presidio - spiega Enrico Casagrande di ''Ya basta'' - nessuna autocisterna della Esso si è presentata a caricare carburante: che sia effetto del blocco o della notizia anticipata della mobilitazione, è segno che le campagne di boicottaggio sono giuste ed efficaci, costituiscono il granello di sabbia che inceppa il meccanismo della guerra''. I manifestanti hanno inoltre accusato la multinazionale di pressioni per favorire ''l'uscita degli Usa dal protocollo di Kyoto sulle emissioni di anidride carbonica'' ed hanno poi annunciato che saranno avviate ''azioni di sensibilizzazione presso le pompe di benzina per invitare gli automobilisti a non rifornirsi alla Esso''.

L'attuale crisi internazionale, si difende la Esso Italiana:
''E' materia che compete esclusivamente ai governi, non alle
imprese, e la ExxonMobil non ha avuto alcun rapporto con
l'Amministrazione americana, o con alcun altro governo, in
merito alle relazioni Usa-Iraq né, tantomeno, ad iniziative
militari''. Tutto questo boicottaggio, sostiene la società "è totalmente prive di fondamento e rappresenta solo un cinico tentativo di volere strumentalizzare la delicata situazione internazionale a specifici fini propagandistici''. La Esso si dice anche ''indignata per le dichiarazioni offensive e denigratorie rilasciate dai sostenitori di queste iniziative''.

In serata, è stato preso di mira un distributore della Esso a Roma, in via Ruggero Giovannelli, vicino a Villa Borghese. A distanza di pochi minuti un altro distributore è finito nel mirino dei Disobbedienti: è in piazza Conca d'Oro, al nuovo Salario.

Alcuni pacifisti sono arrivati presso la pompa di benzina di via Giovannelli con un carrarmato di cartone e una grande bandiera della pace. L'azione di boicottaggio ha mirato a bloccare la distribuzione di carburante ed è stata compiuta da un Gruppo di Azione non Violenta formato da attivisti di Rete Lilliput e studenti universitari di Gemeinschaft. Il gruppo ha simulato l'ingresso di un carrarmato all'interno del distributore fingendo di dover fare rifornimento. Inoltre i pacifisti hanno srotolato in terra un'enorme bandiera della pace e ci si sono sdraiati sopra impedendo ad un'autocisterna di rifornire il
distributore.

(11 APRILE 2003, ORE 8:30, aggiornato alle 19:30)


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