Signore
e signori, buona sera. Siamo qui per annunciarvi che
giovedì 27 marzo 2003, alle ore 20,30
saremo in onda con una trasmissione comica su almeno
20 televisioni locali e via satellite.
Cioè dovremmo riuscire a raggiungere tutta
Italia con due ore di spettacolo. Si parlerà
della guerra in Iraq, della situazione in Italia e
di alcuni avvenimenti che le televisioni ufficiali
tacciono. Diciamo subito che non siamo in grado di
produrre una televisione stabile. Si tratta solo di
un’esperimento per dimostrare che è possibile
farlo. E in ogni caso ci sembrava doveroso cercare
di raggiungere, almeno una volta, un grande pubblico
con un discorso non omologato. Siamo sull’orlo
di una tragedia di portata immensa e non ci sentiamo
di lasciare nulla di intentato. La situazione anomala
della tv in Italia ha reso possibile qualche cosa
di incredibile: ci sono 6 televisioni in mano a un
uomo solo e centinaia di tv locali strangolate da
un monopolio pubblicitario quasi assoluto. E un altro
uomo (Murdock) che controlla Stream e Tele+. Ma le
nuove tecnologie hanno reso molto più economico
fare e trasmettere tv. Oggi pensare a una televisione
indipendente non è una follia. Questa nostra
televisione è per ora in grado di esistere
per una notte sola come Cenerentola. E’ un atto
dovuto, per la situazione drammatica che il pianeta
stà attraversando. Vogliamo far conoscere al
pubblico televisivo le grandi menzogne che le televisioni
nazionali stanno spacciando. Ma lo scopo di questa
trasmissione sarà anche un altro, vogliamo
vedere quante persone, in Italia
e in tutta Europa via satellite, riusciremo a
raggiungere. Crediamo che oggi ci siano parecchi milioni
di persone che sono stanche di questo regime del Pensiero
Unico. E crediamo che ci siano tutte le premesse per
creare una vera televisione libera e stabile. Abbiamo
fatto due conti, sarebbero sufficienti 500 mila euro
(un miliardo di lire) per garantire una tv tutti i
giorni via satellite e via internet, con un telegiornale
quotidiano e l’accesso a tutti quelli che in
Italia e all’estero avranno materiali autoprodotti
da proporre. Parliamo di televisione povera, molto
povera, una telecamera, una persona che racconta e
basta: una televisione il cui valore sta in quello
che dice e per il linguaggio che sa usare. Una televisione
dove il pubblico vota e può determinare veramente
i palinsesti esprimendo il proprio giudizio. Potenzialmente
si potrebbero raggiungere almeno 5 milioni di case
e episodicamente si potrebbero organizzare grandi
eventi e ottenere un passaggio sulla rete delle tv
locali. Una televisione che si muove fuori dai circuiti
normali a costo di fare l’ autostop. E pensiamo
che una televisione che possa offrire un accesso al
grande pubblico e creare uno straordinario movimento
di filmaker, con gruppi che ovunque iniziano a autoprodurre
materiali visivi. Perché la tv monopolista
non è negativa solo per i suoi contenuti ma
anche perché non è in grado di stimolare
nuovi talenti, è chiusa in un sistema di caste
che non lasciano spazio a proposte originali e nuove.
Una televisione che sia veramente aperta potrebbe
scatenare il desiderio di inventare programmi oltre
che guardarli. E forse ne potrebbero uscire molte
opere più interessanti e divertenti del Grande
Fratello. C’è quindi da chiedersi se
ci siano i mezzi per finanziare una tale televisione.
Potenzialmente sì. Pensiamo che un movimento
che è capace di portare in piazza milioni di
persone dovrebbe essere in grado di raccogliere 500
mila euro. E pensiamo anche che ci siano imprenditori
in Italia che avrebbero tutto l’interesse a
comprare 500 mila euro di pubblicità su una
televisione che parli al movimento. Da anni lavoriamo
al discorso della consociazione degli acquisti (risparmiare
denaro e, contemporaneamente, ottenere servizi migliori
e finanziare attività etiche). Basterebbe che
50 mila persone facessero il contratto di telefonia
etica (www.commercioetico.it) per mettere insieme
questi 500 mila euro (risparmi il 20% sulle tariffe
di Tele2 e contemporaneamente il tuo contratto frutta
mediamente 20 euro all’anno che il fornitore
di telefonia versa come provvigione). Oppure basterebbero
25 mila persone che stipulassero sia il contratto
di telefonia etica che quello con l’assicurazione
etica. Oppure... Le possibilità sarebbero decine,
centinaia...Crediamo che quando il movimento sceglie
la via della creatività possa inventare soluzioni
straordinarie... Ma intanto quello che bisogna riuscire
a fare è: informare che ci sarà questa
trasmissione. Non è la prima volta che il movimento
riesce ad avere accesso alla tv. Lo hanno fatto Emergency,
Micro Mega, Mega Chip, le dirette sulle manifestazioni
e sul Social Forum di Firenze. La trasmissione via
satellite e tramite le televisioni locali è
un percorso già sperimentato. Ma è la
prima volta che si prova a trasmettere una serata
incentrata su un tema tragico svolto con serenità
e sarcasmo. Il problema centrale a questo punto è:
riusciremo a far sapere che siamo in onda? Vuoi dare
una possibilità alla nascita di una tv indipendente?
Aiutaci a far sapere che giovedì 27,
alle ore 20,30 saremo in onda. Per una sera soltanto
e forse mai più. Dario Fo, Franca Rame, Jacopo
Fo
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