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La scuola di Palermo, ovvero, Riciclarsi democraticamente si può.
Di Roberta Anguillesi

Emanuele Macaluso, esponente d.s., durante il siparietto ‘l’opinione’ concessogli nel tg de la7 di sabato primo marzo 2003, ore 20 circa:

“il centro sinistra a Palermo si era dato delle leggi e una prospettiva democratica organizzando le primarie e presentando due candidati uno della margherita Luigi Cocilovo, l’altro espresso dai movimenti…ha vinto democraticamente Cocilovo…ma l’articolo di un giustizialista lo ha costretto a ritirarsi…raccontando che il Cocilovo era stato processato scordandosi però di dire che era stato assolto…per colpa di un giustizialista non è stato permesso al centro sinistra di procedere democraticamente.”

Francesco Cocilovo era il braccio destro di D’Antoni alla Cisl di Palermo.

Erano anni turbolenti, evidentemente, e spesso i sindacati ricorrevano a scioperi snervanti per i dinamici imprenditori di quei dinamici anni. Così l’imprenditore Mollica di Palermo, per far cessare scioperi e rimostranze si recò dal Cocilovo sindacalista con una valigetta Cartier contenete 350milioni di vecchie lire.

Il Cocilovo accettò la donazione ma, uomo raffinato, pretese dal Mollica anche la valigetta griffata nella quale la vil moneta era arrivata al suo ufficio, pecunia olet meno, evidentemente, se ben confezionata. (valore dichiarato dal Mollica della valigetta griffata 4,5milioni).

Cessarono gli scioperi e riprese, serena, l’operosa vita di ambedue i protagonisti.

La vicenda venne alla luce negli anni lontanissimi di ManiPulite, l’interrogato Mollica racconta la dazione, fornisce prove e dopo l’indagine , assieme al correo Cocilovo, viene rinviato a giudizio.

Corrotto e corruttore insomma.

Ma tempi cambiano e con loro le leggi, se non la costituzione.

Cocilovo e Mollica non hanno nel loro destino un processo normale ma un “giusto processo” come da riforma costituzionale voluta e fortemente voluta dal centro sinistra al governo.

Riforma che in nome di un garantismo commovente, porta in Italia (paese di mafia, intimidazioni, ricatti e corruttele) tra le tante, una norma per cui hanno valore provante solo le dichiarazioni rilasciate in sede dibattimentale: verbali e dichiarazioni precedenti rilasciate, non al bar, ma davanti ad un magistrato diventano carta straccia.

L’imprenditore Mollica (il vento era girato) si rifiutò di ripetere le sue accuse durante le udienze del suo “giusto processo”.

Così l’imprenditore Mollica venne condannato per la corruzione del sindacalista Cocilovo il quale venne assolto dall’esser stato corrotto . Misteri del giusto processo.

In un paese meno sfacciato, probabilmente il Cocilovo si sarebbe beato dello scampato pericolo e, sarebbe scomparso dalla vita politica per sempre.

In un paese meno sfacciato.

in Italia il Cocilovo, già graziato dal servilismo riformista pateticamente cieco e sordo, lo ritroviamo candidato e vincitore delle primarie per le elezioni provinciali a Palermo, contrapposto all’incensurato professor Fiandaca proposto dai movimenti.

Si potrebbe pensare che a Palermo il centro sinistra ha concesso la prova generale delle agognate primarie.

Una prova generale con i soliti direttori d’orchestra evidentemente, i soliti strumenti, la solita musica , la vecchia scuola insomma.

Poi è arrivato il ‘giustizialista’ di cui neppure si fa il nome, e il processo del riciclaggio democratico si è interrotto…ma per quanto?

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