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Movimento

Telestreet, all'assalto della tv

Una forma diretta di democrazia della comunicazione, è il superamento della struttura verticale e centrica del sistema televisivo, è ibridazione della televisione con il modello orizzontale della rete


red
Un virus mediatico si libererà sabato 22 febbraio in alcune città italiane, un virus fatto di televisioni di strada, internet e irredentismo informativo. Un'ondata mediatica che si spinge direttamente contro l'informazione di Stato, gli abbonamenti RAI, la guerra e per la proposizione di un nuovo indipendentismo a metà tra televisione e telematica.
"Sabato 22 febbraio Telestreet uscirà allo scoperto. Nata circa un anno fa a Bologna con la pioniera Orfeo Tv da qualche mese in giro per l'Italia le telestreet si moltiplicano: gruppi di liberi cittadini che si dotano di una antenna e di un trasmettitore, e mandano immagini e parole nelle case del loro quartiere".

Già, dopo le prime apparizioni di Orfeo Tv - che si definisce "microemittente" capace di coprire con le sue trasmissioni alcune centinaia di metri, di infilarsi nei coni d'ombra delle frequenze ufficiali e di contattare centinaia se non migliaia di cittadini - l'afflato "liberatorio" della tv di strada sta attirando tantissimi. Il tutto sotto l'ispirazione di "Bifo", il "mitico" Franco Berardi, ancora una volta assieme a Giancarlo Vitali ("Ambrogio") con cui tra le mille cose realizzò anche Radio Alice a Bologna.

Telestreet coniuga televisione e attivismo telematico. "Telestreet è una forma diretta di democrazia della comunicazione, è il superamento della struttura verticale e centrica del sistema televisivo, è ibridazione della televisione con il modello orizzontale della rete".

Nel manifesto di Telestreet anche una forte connotazione antiamericana. Gli USA vengono definiti un "impero" ipocrita e Bush un Caligola redivivo.

Sabato 22 febbraio le telestreet in varie città italiane trasmetteranno contemporaneamente nei loro quartieri, nelle loro strade mentre sul sito si allunga la lista dei nomi delle televisione ribelli che si faranno vedere, sfidando la legge Mammì sulle radiofrequenze, una legge che viene vista come un ostacolo a quanto stabilito dall'articolo 21 della Costituzione, quello che garantisce a tutti i cittadini la libertà di espressione.

Palermo, Gaeta, Roma, Pisa, Siena, Firenze, Bologna, Milano sono solo alcune delle città nelle quali sabato si potrà assistere e partecipare a questa "rivolta della comunicazione". Mettere su un impianto radiotrasmittente da strada, capace di una potenza di trasmissione ridottissima, richiede d'altra parte solo un piccolo investimento, sotto i mille euro.

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