|
Movimento
Tre milioni di “bombe” intelligenti esplodono
a Roma |
Camminare
insieme significa vedere e farsi vedere come un’immensa
folla di singoli individui accomunati da questo
bisogno quasi primordiale di pace. |
|
|
di
Ugo Giansiracusa |
Forse
erano tre milioni, forse di più. Solo una
foto scattata da un satellite potrebbe dire con
esattezza quante erano le persone che oggi hanno
sfilato, anzi invaso, Roma.
Impossibile cercare di descrivere le emozioni,
i volti, i canti e i colori che hanno dilagato
per le vie di questa città che in breve
è diventata un piccolo angolo di un mondo
che si voleva unito e senza barriere.
Non era il popolo dei “pacifisti ad oltranza”
quello che da tutta Italia si è riversato
a Roma. Era un popolo fatto di gente che semplicemente
non crede alle bugie e alle chiacchere e che prima
di ogni cosa dichiara che questa futura guerra
non è fatta in suo nome. Milioni di persone
con in volto un sorriso nello scoprirsi in così
tanti e nel cuore la preoccupazione per una guerra
che nessuno sembra volere. Milioni di persone
che non reputano questa guerra utile a nulla e
a nessuno. Se non ad aumentare il terrore e l'odio.
Una manifestazione, che con quelle svolte in tutto
il resto del mondo, (per una cifra di 110 milioni
esseri umani) ha chiaramente delegittimato ogni
tentativo di proporre questa ennesima guerra come
un conflitto voluto dalla gente per la propria
sicurezza. Inutile continuare a dire che questa
ennesima sciagura sia inevitabile per il raggiungimento
della pace mondiale.
E allora non è rimasto che scendere nelle
piazze e nelle strade per ricordare che un pensiero
semplice come la pace è anche il modo migliore
per vivere e per presentare alle nuove generazioni
un mondo in cui i conflitti si possono e si devono
risolvere in tutti i modi possibili e immaginabili
che non siano le armi.
Una sola voce che in mille lingue, attraverso
milioni di corpi e bocche ha cantato e ballato
e gridato e pregato l’idea che c’è
un solo modo per far si che questo sia un mondo
in pace e cioè evitare la guerra. Sembra
un pensiero talmente banale da apparire ovvio
e scontato eppure sembra non esserlo per chi governa
buona parte dei paesi europei e dell’america.
Milioni di bombe umane intelligenti, veramente,
hanno esploso la loro voglia di pace. Con il loro
carico micidiale di fratellanza e amore e rispetto.
Nessuna retorica. Solo un’esigenza, un bisogno,
una necessità di non avere e non incutere
paura.
E allora camminare insieme significa vedere e
farsi vedere come un’immensa folla di singoli
individui accomunati da questo bisogno quasi primordiale.
Sfilare con i colori dell’arcobaleno ed
essere i colori dell’arcobaleno.
Non importa se la questura dirà che erano
“solo” un milione. Non importa che
la televisione di stato (e quindi dei cittadini)
abbia deciso di non concedere attenzione per quella
che è stata una delle più grandi
manifestazioni che mai si siano svolte in Italia.
Non importa neanche che il governo italiano non
si farà “piegare” dai “moti
di piazza”.
Tutti dovranno, prima o poi, fare i conti con
questa moltitudine di gente. E non capirla ed
accetarla significherà, inevitabilmente,
aumentare lo scollamento fra i reali bisogni e
necessità della gente e quelli della politica
e dei governi.
Continueranno a esplodere queste bombe intelligenti
che nessuno può comandare.
|
|
|
|
|