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"È
un momento in cui noi tutti ci sentiamo a disagio
con questo
presidente cowboy. Bush junior si comporta da
cowboy in ogni cosa che fa".
Queste le parole usate da Franco Modigliani
che, assieme ad altri 40 Nobel statunitensi,
ha firmato un Manifesto contro la guerra preventiva.
In una lunga intervista in esclusiva concessa
a Vita, l'unico Nobel italiano per l'economia
spiega i motivi che hanno spinto a scendere
in campo quasi tutti gli statunitensi che hanno
ricevuto l'importante premio dell'Accademia
svedese delle scienze.
Chi oggi ha ancora la testa a posto, chi ha
recuperato dalla sbandata
post 11 settembre, è contro la pazzia
della guerra preventiva. E, in ogni caso, la
guerra non la si deve fare da soli, come continua
a dire il cowboy. Bush ripete Io non ho paura.
Io non ho paura- continua Modigliani - senza
capire che non è quello il punto. Neanche
un brigante quando va a fare una rapina ha paura.
Che vuol dire? Va bene che lui non abbia paura,
ma le conseguenze quali saranno? Disastrose,
perché vanno contro quella sicurezza
collettiva
che ci ha portato fin qui.
Tra i firmatari del Manifesto dei
Nobel ci sono anche Hans Bethe, uno dei padri
della prima bomba atomica, e Norman Ramsey,
scienziato che lavorò al progetto Manhattan
e preparò la bomba che fu sganciata su
Hiroshima.
Nell'intervista esclusiva a Vita, Modigliani
critica aspramente anche
alcuni provvedimenti economici, allo studio
dell'amministrazione di
George W. Bush, e che lo hanno lasciato costernato.
"All'America non serviranno a nulla",
assicura il Nobel, e l'unica ripercussione che
avranno sull'economia sarà quella di
far diventare più ricchi quelli che già
lo sono. La critica maggiore di Modigliani riguarda
l'eliminazione
dell'imposta progressiva sui dividendi, fortemente
voluta da Bush
junior, e che il Nobel definisce una "proposta
incredibile".
Paolo Manzo - da Vita
on line 7/2/03 |