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San Paolo fuori le mura, un piccolo gioiello nella città eterna di Vanessa Viscogliosi, Foto di G. Fangano

Il caos urbano e la fretta, che stringe come una morsa i nostri tempi quotidiani, spesso distoglie il nostro spirito di osservazione e ci fa perdere il contatto con le bellezze storico-artistiche che ci circondano.
È questo il caso di San Paolo Entro le Mura, una splendida chiesa episcopale della comunione anglicana, costruita nel 1873 da Georges Edmund Street, che resta alquanto in ombra nonostante i neon delle insegne dei negozi in Via Nazionale a Roma.
San Paolo fuori le mura: veduta esternaEbbene si, la grande arteria che unisce la celeberrima e iper-trafficata Stazione Termini al centro cittadino, cela un piccolo ma prezioso gioiello.
Piccolo perché le sue dimensioni non sono eccessivamente grandi, prezioso perché al suo interno protegge come uno scrigno una straordinaria decorazione, opera del preraffaelita Edward Burne-Jones, di William Morris e di George Breck.
L’esterno si presenta molto semplice e caratterizzato da linee orizzontali dai colori alternati, bianco, oramai divenuto grigio per lo smog, e il marrone. La facciata è tripartita in modo da mettere in evidenza la suddivisione interna delle navate. Ai due lati dello splendido portone strombato, con tetto a due spioventi e un’affascinante raffigurazione sulla vita del Santo, si aprono due delicate monofore, che interrompono l’andamento rettilineo della facciata.
Essa è inoltre vivacizzata, nella parte superiore, da due brevi loggette, di alterne misure, entro le quali si situa un rosone, che rappresenta Cristo Re circondato da otto martiri romani.
Un piccolo campanile, di forma rettangolare a tre piani, chiude la facciata dandole un breve slancio in altezza.
Il valore artistico di questo edificio si comprende soltanto nel momento in cui stiamo per varcare la sua soglia. Il visitatore, innanzitutto, non entra dal portone principale ma da un cancello in ferro battuto, posto alla sua destra, che ci conduce all’interno di un piccolo giardino con interessanti opere dello scultore Peter Rockwell.
Una volta messo il naso all’interno della chiesa il suo sguardo immediatamente viene catturato dalla policromia e dalla vivacità della decorazione che connota il suo interno. Staccato lo sguardo a malincuore dal rivestimento in piastrelle che William Morris ha realizzato per la zona inferiore San Paolo fuori le mura: Absidedelle pareti laterali, non può che elogiare gli splendidi mosaici di Burne-Jones, realizzati appositamente per decorare l’abside e il coro, talmente pregiati che il governo italiano li ha dichiarati monumento nazionale.
L’Annunciazione caratterizza la prima arcata di fronte all’abside: sullo sfondo di un cielo rosso al tramonto, si staglia la figura della Vergine Maria in atto di attingere acqua da una fonte in pieno deserto. Di ritorno a casa la pia donna viene accolta dal saluto miracoloso dell’Angelo Gabriele.
Sulla seconda arcata sopra il coro ci ricorda il peccato originale la rappresentazione dell’albero del perdono. Ai lati del verde albero, simbolo del bene e del male, si trovano Adamo, da una parte, ed Eva con il primogenito, dall’altra. Su tutto domina l’imponente figura di Cristo a vegliare metaforicamente l’umanità.
Un grande mosaico, con il Cristo in Gloria, riveste l’abside della chiesa anglicana. Il Cristo benedicente è seduto maestosamente in trono, circondato da cherubini e serafini, mentre un gruppo di angeli, sul fondo del cielo, assiste alla gloriosa visione. Riprendendo un passo dell’Apocalisse, “il trono è circondato da un’iride”, l’artista raffigura fiumi di acqua viva che sgorgano dai piedi del Redentore. Ai lati della celeste rappresentazione prendono parte gli arcangeli, ciascuno di fronte una porta del Paradiso. Soltanto una ne resta libera: quella di Lucifero. Al di sotto di questa scena, un corteo di angeli separa le acque indirizzando in questo modo il nostro sguardo verso il fondo, da cui emerge la Chiesa Trionfante.
A George Breck spetta il compito di decorare la parete in fondo del piccolo scrigno, con una rappresentazione lirica della Natività. Le città sacre di Betlemme e Gerusalemme si aprono ai lati del rosone, e un cielo con il sole, la luna e le stelle sigilla la bellezza del piccolo ma prezioso gioiello nella città eterna.


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