Oggi, domenica 13 febbraio 2000, è morto Charlie M. Schulz,
uno dei più amati autori di fumetti del XX secolo. Con
lui, probabilmente muore anche la serie di personaggi da lui inventati,
alla metà del Novecento. Personaggi che sono entrati nell'immaginario
e nella vita di tutti noi che siamo cresciuti assieme a loro:
il timido Charlie Brown, il cane Snoopy, Linus e la sua coperta,
la perfida Lucy, la Ragazza dai Capelli Rossi...

Tutti noi siamo stati di volta in volta uno di questi personaggi.
Tontoloni come poteva esserlo Charlie Brown, incapaci di colpire
una palla - come nella mitica serie di strisce ambientate sul
campo da baseball. Oppure abbiamo immaginato di essere il Barone
Rosso e guidare un aereo caccia biplano e colpire i nostri nemici,
come faceva Snoopy uno dei più grandi "bracchetti"
della storia dei fumetti. Perché nei personaggi di Charlie
Brown & C., vi eravamo tutti noi, la generazione dei bambinoni
omogeneizzati e incapaci di crescere, eternamente confinati nel
limbo dell'infanzia. E c'era anche il loro autore, Schulz, anche
lui un bambinone non cresciuto, capace di esprimere i conflitti
e le crisi di intere generazioni borghesamente bambine. Chi tra
noi non ha una "coperta" - divenuta "la" coperta
"di Linus" -, sia essa ideologica o materiale (per molti
metafora del bisogno d'affetto e di "copertura" della
sinistra partitodipendente)? Chi non ha mai avuto una Ragazza
dai Capelli Rossi di cui essere follemente innamorati ma a cui
si è sempre stati incapaci di chiedere, avvicinare, parlare?
La forza dei fumetti di Schulz (come pure quelli di altre strisce:
si vedano Calvin & Hobbes, oppure i Simpson) è quella
del rispecchiamento. E, nello stesso tempo, la capacità
di uno sguardo tenero, ironico, capace di comprendere: che siamo
umani e non robot programmati, che il mondo umano è varissimo
ed è bello che sia così. Amare Charlie Brown, Snoopy
e tutti gli altri, per la nostra generazione bambina negli anni
Settanta significava ricordarci che esiste la tenerezza. Per noi
che leggevamo mensilmente una rivista come "Linus" -
diretta a lungo allora dall'ottimo Oreste Del Buono - l'appuntamento
con le strisce di Schulz era imperdibile. C'erano ovviamente anche
le altre presenze: il caustico Altan, il tenero Calvin, Ellekappa
ecc., ma certamente i personaggi di Schulze davano il leit-motiv
di quel nostro interesse. Addio Charles M. Schulz, addio Charlie
Brown!
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Charles M. Schulze, fumetti, Charlie Brown,
Snoopy
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