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Girodivite - n° 60 / gennaio 2000

Documenti: Le assemblee dei coordinamenti studenteschi

La redazione di Girodivite pubblica e diffonde questi documenti giuntici (il 4 gennaio 2000) tramite la rete web del movimento studentesco. Il documento è visionabile (e scaricabile) sul sito http://Girodivite.freeweb.org, per quanto è possibile cercheremo di farlo circolare anche in forma di fotocopia, invitando compagni/e dei collettivi a discuterne. Abbiamo proceduto a una correzione ortografica del documento, i lettori/lettrici vogliano perdonare la permanenza di imprecisioni. (Catania, 8 gennaio 2000).
Subject: Verbale e convocazione dell'assembla nazionale
Date: Tue, 04 Jan 2000 11:24:00 PST








VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEI COORDINAMENTI AUTORGANIZZATI STUDENTESCHI
Sabato 18/12/99 si è tenuta a Napoli l'assemblea dei coordinamenti
studenteschi autorganizzati. L'iniziativa è stata promossa dai
coordinamenti di Roma, Parma, Civitavecchia e Napoli e hanno aderito i
compagni di Caserta e Salerno. Inoltre hanno dato il loro appoggio i
compagni di altre città ma per motivi tecnici non hanno potuto
raggiungerci.
L'assemblea che ha sottolineato l'importanza e la necessità di un ambito
nazionale, si è sviluppata su tre temi principali: 1) discussione della
riforma e attuazione nelle diverse città; 2) situazione del movimento; 3)
organizzazione e rilancio delle lotte.


In merito al primo punto si è sottolineato il carattere non studentista di
questa. riforma portata avanti da diversi ministri e governi, per
comprenderla in un quadro di ristrutturazione del mercato del lavoro. Da qui
il rifiuto a qualsiasi forma di dialogo con ministro o chi per lui. Solo
tramite la costruzione di rapporti di forza a noi favorevoli è possibile
riuscire ad ottenere il ritiro della riforma Berlinguer. Per questo il
coordinamento si prefigge l'unità anche con gli altri soggetti in lotta, con
chi come noi lotta per migliorare le proprie condizioni di vita.
Inoltre è necessario sottolineare il carattere europeo di questi progetti.
L'unione europea ha bisogno per poter competere gli Usa, di investire sulla
formazione (qualcosa di molto più ampio della scuola) e recuperare il tempo
perduto. Mai come in questo momento i padroni hanno l'esigenza di non
concedere nulla agli studenti.
Aldilà del quadro complessivo nel quale va ad inserirsi la riforma della
scuola si è sottolineata la differenza di attuazione della riforma stessa a
seconda dei vari contesti territoriali. La realtà di Parma ad esempio, ha di
fatto già attuato la parità scolastica tramite la legge Rivola che la
istituisce; in più la realtà di Parma si inserisce in un contesto del tutto
differente da quello di Roma o Napoli. Di qui la necessita di valorizzare
le singole situazioni in modo da poterne uscire rafforzati.
Non abbiamo la presunzione di esaurire qui la discussione. Abbiamo stabilito
di continuarla a cominciare dai documenti dei compagni di Parma, Roma e
Napoli in quanto già redatti.


Rispetto alla seconda questione si e ribadita la necessita di superare le
barriere comunicative imposteci dagli apparati mediatici che sono strumenti
dei padroni, e di sviluppare una rete comunicativa con tempi "nostri" per
agevolare anche lo sviluppo degli ambiti nazionali. Per questo si è deciso
di usufruire in modo sistematico della rete tramite il sito di ecn e tramite
il lavoro dei compagni del giornale del movimento studentesco napoletano
"Comunicazione", che fungeranno da tramite tecnico tra la rete e le singole
realtà cittadine.


Si è sviluppato infine la discussione del come il coordinamento nazionale
possa rafforzare le singole lotte e di come all'interno delle singole città
vengono svolte. Rispetto al rafforzamento si e proposto di organizzare nelle
diverse città cortei militanti nello stesso giorno in modo da ottenere
maggior risalto e incisione.
Inoltre si sono confrontati due modi di affrontare la lotta: il primo
evidenzia la necessità di costituire all'interno delle singole scuole
collettivi che sedimentino le esperienze; l'altro che vede un meccanismo
maggiormente accentratore nel coordinamento cittadino. 1 compagni non hanno
esaurito la discussione ma in realtà non lo hanno nemmeno voluto. Infatti
lo sviluppo delle lotte all'interno delle singole città spetta ai compagni
che vivono la realtà medesima, al coordinamento spetta valorizzarle e trarre
insegnamento da quelle maggiormente significative.
Si è avvertita anche l'esigenza di allargare l'ambito del confronto a nuove
situazioni. Non crediamo che queste poche realtà siano rappresentative di
tutta l'Italia ma nessuno si illude di costruire un coordinamento nazionale
dal nulla. Abbiamo diviso il lavoro di contatti a seconda della posizione
territoriale.
Abbiamo anche pensato di vederci a breve scadenza e su qualcosa di più
concreto: discussione sui documenti di Alternativa Marxista di Panna,
dell'Autorganizzazione Studentesca di Napoli e dei Collettivi studenteschi
Autonomi di Roma, e di stendere questo verbale (e di farlo sempre) in modo
da non essere ripetitivi e razionalizzare al massimo il tempo a
disposizione.


CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA E LA RISTRUTTURAZIONE DEL
MERCATO DEL LAVORO
SABATO 15/1/2000 ASSEMBLEA NAZIONALE A PARMA


AUTORGANIZZAZIONE STUDENTESCA NAPOLI-
COLLETTIVI AUTONOMI STUDENTESCHI ROMA-
COLLETTIVI AUTONOMI TERRITORIALI CIVITAVECCHIA-
ALTERNATIVA MARXISTA PARMA-
COLLETTIVI STUDENTECHI MEDI E UNIVERSITARI CASERTA-
KOLLETTIVO STUDENTESCO (MEDI E UNIVERSITARI) ANTAGONISTASALERNO-


PER ULTERIORI INFORMAZIONI E ADESIONI:
COMUNICA_ZIONE@HOTMAIL.COM
 
SEGUONO I DOCUMENTI DA DISCUTERE:


IL NESSO TRA SCUOLA E MONDO DEL LAVORO DI AUTORGANIZZAZIONE STUDENTESCA
NAPOLI


L'Autorganizzazione Studentesca è un coordinamento di studenti e studentesse
che ha lottato e continua a lottare contro il progetto di riforma della
scuola portato avanti dal ministro Berlinguer. Ci siamo impegnati nella
stesura di questo documento perché vogliamo evidenziare quanto anche sul
terreno della formazione si giochi una partita importante nel processo di
precarizzazione. Siamo convinti che le trasformazioni in atto nel mondo
della Scuola fanno degli studenti un soggetto sempre più inserito
direttamente e a pieno titolo nel processo di ristrutturazione dell'intero
mercato del lavoro. Anche la nostra pratica di lotta nei mesi di
mobilitazione studentesca ha sempre rispecchiato questa nostra
impostazione: abbiamo lavorato alla costruzione di momenti di lotta unitari
con altri settori di classe (sindacati di base, disoccupati, lavoratori
precari, immigrati). Questo elemento ci ha permesso di trasformare in senso
unitario le battaglie di settore, partendo dalle esigenze degli studenti,
ma guardando sempre all'insieme dei soggetti in lotta.


Purtroppo l'attenzione delle forze politiche contrarie alla riforma si è
quasi esclusivamente riversata sulla questione del finanziamento pubblico
alle scuole private, che di sicuro è uno degli elementi negativi della
"proposta", ma certo non il fondamentale. Anche perché la critica a tale
assunzione del governo è stata imperniata sulla sua incostituzionalità o al
massimo considerata come uno smacco alla scuola pubblica rispetto alla
quale i tagli dei finanziamenti statali negli ultimi anni si contano in
migliaia di miliardi. Questa analisi non inquadra il finanziamento pubblico
ai privati come un tassello del mosaico antiproletario che sta costruendo
il ministro Berlinguer in stretta collaborazione con il suo collega Treu.


E' necessario cercare di analizzare la struttura dei provvedimenti e delle
loro conseguenze contenuti nella proposta Berlinguer. Complessivamente gli
obiettivi della riforma si muovono su queste direttrici:
- punto primo:
la funzionalizzazione della struttura educativa e formativa rispetto alle
nuove esigenze del mercato del lavoro.
- punto secondo:
la formazione di forza lavoro assuefatta ideologicamente e culturalmente
all'individualismo, alla concorrenzialità e disponibile ad una vita precaria
e ad un lavoro flessibile.
- punto terzo:
immettere sul mercato del lavoro un enorme quantità di lavoratori gratuiti
per costringere disoccupati e lavoratori ad accettare salari sempre più
bassi e condizioni sempre peggiori. Che la riforma della scuola sia in
funzione delle esigenze di questa fase del modo di produzione capitalistico
emerge chiaramente da alcuni passaggi delle relazioni introduttive alle
leggi. Globalizzazione e competizione mondiale, necessità dell'unificazione
europea e conseguente adeguamento delle sfruttare formative e produttive
sono i principi ispiratori della sinistra di governo, dei sindacati e della
CONFINDUSTRIA.
Può essere quindi molto utile al fine di comprendere gli obiettivi di questo
governo conoscere le dichiarazioni che fanno da prologo alle leggi. Questi
sono alcuni estratti (in corsivo) dalle relazioni delle commissioni del
Ministero della Pubblica Istruzione:

"Nel corso degli anni '80 nei paesi industrializzati si è sviluppata la
consapevolezza della centralità delle risorse umane come elemento di
governo del cambiamento e della complessità generati dalla mondializzazione
dell'economia e dei mercati dalle innovazione scientifiche e tecnologiche
dal penetrante ruolo dell'informazione." Citazione dal "Testo ufficiale del
documento di lavoro proposto dal ministro della pubblica istruzione On.
Luigi Berlinguer".
la scuola non come un settore a sé stante ma come parte Integrante dei
sistema capitalista. Effettivamente, come più avanti vedremo, la direzione
delle 'Riforme' della scuola è la stessa delle "riforme" di pensioni, sanità
e dei mondo del lavoro. Per questo riteniamo che sia utile per i lavoratori

Dalla relazione iniziale alla "legge quadro in materia di riordino dei cicli
dell'istruzione".
"Il disegno di legge "riflette l'esigenza di avvicinare il nostro sistema
scolastico a quello degli altri paesi europei, per la costruzione della
"casa comune dell'istruzione per la nuova Europa" e, al contempo, di mettere
le premesse per la riforma del Welfare State, che non può non formarsi anche
sulla formazione delle nuove generazioni, Su di essa poggia( .... )la
solidità dei sistema economico e industriale ". (.....)
"La qualità e quantità delle risorse umane disponibili è stata peraltro
riconosciuta anche come fattore strategico per lo sviluppo dei livelli
produttivi e occupazionali dì ciascun paese. Il libro bianco pubblicato nel
1996 dalla commissione europea, intitolato Insegnare e Apprendere. Verso la
società conoscitiva" testualmente afferma che "l'investimento nelle risorse
di materiale e la valorizzazione delle risorse umane incrementano la
competitività globale, sviluppano l'occupazione e permettano di
salvaguardare le realizzazioni sociali, quanto ai rapporti sociali fra gli
individui, essi saranno sempre più guidati dalle capacità di apprendimento e
dalla padronanza delle conoscenze fondamentali ".
E' proprio sulla formazione che nel prossimo futuro si incentrerà la
competizione economica internazionale, prima imperniata
sull'approvvigionamento delle risorse naturali ed energetiche ". Citazione
dalla relazione iniziale alla legge quadro in materia
di riordino dei cicli dell'istruzione".
Che la riforma della scuola sia in funzione delle esigenze di questa fase
del modo di produzione capitalistico emerge chiaramente da alcuni passaggi
delle relazioni introduttive alle leggi. Globalizzazione e competizione
mondiale, necessità dell'unificazione europea e conseguente adeguamento
delle sfruttare formative e produttive sono i principi ispiratori della
sinistra di governo, dei sindacati e della CONFINDUSTRIA.
Può essere quindi molto utile al fine di comprendere gli obiettivi di questo
governo conoscere le dichiarazioni che fanno da prologo alle leggi. Questi
sono alcuni estratti (in corsivo) dalle relazioni delle commissioni del
Ministero della Pubblica Istruzione:
"Nel corso degli anni '80 nei paesi industrializzati si è sviluppata la
consapevolezza della centralità delle risorse umane come elemento di
governo del cambiamento e della complessità generati dalla mondializzazione
dell'economia e dei mercati dalle innovazione scientifiche e tecnologiche
dal penetrante ruolo dell'informazione." Citazione dal "Testo ufficiale del
documento di lavoro proposto dal ministro della pubblica istruzione On.
Luigi Berlinguer".


Dalla relazione iniziale alla "legge quadro in materia di riordino dei cicli
dell'istruzione".
"Il disegno di legge "riflette l'esigenza di avvicinare il nostro sistema
scolastico a quello degli altri paesi europei, per la costruzione della
"casa comune dell'istruzione per la nuova Europa" e, al contempo, di mettere
le premesse per la riforma del Welfare State, che non può non formarsi anche
sulla formazione delle nuove generazioni, Su di essa poggia( .... )la
solidità dei sistema economico e industriale ". (.....)
"La qualità e quantità delle risorse umane disponibili è stata peraltro
riconosciuta anche come fattore strategico per lo sviluppo dei livelli
produttivi e occupazionali dì ciascun paese. Il libro bianco pubblicato nel
1996 dalla commissione europea, intitolato Insegnare e Apprendere. Verso la
società conoscitiva" testualmente afferma che "l'investimento nelle risorse
di materiale e la valorizzazione delle risorse umane incrementano la
competitività globale, sviluppano l'occupazione e permettano di
salvaguardare le realizzazioni sociali, quanto ai rapporti sociali fra gli
individui, essi saranno sempre più guidati dalle capacità di apprendimento e
dalla padronanza delle conoscenze fondamentali ".
E' proprio sulla formazione che nel prossimo futuro si incentrerà la
competizione economica internazionale, prima imperniata
sull'approvvigionamento delle risorse naturali ed energetiche ". Citazione
dalla relazione iniziale alla legge quadro in materia
di riordino dei cicli dell'istruzione".
Sia chiaro però che ogni adeguamento agli standard europei è un adeguamento
al ribasso, (in ogni paese dell'Unione  Europea i proletari stanno subendo
pesantissimi attacchi alle condizioni di vita).
In Europa tutti i sistemi formativi nazionali sono attraversati da profondi
mutamenti imposti dalla necessità (per i padroni) di adeguarsi alla
competizione globale. In Gran Bretagna la prima vittima della politica della
Signora Thatcher è stata la scuola pubblica, in Germania, all'avanguardia da
sempre nel settore della formazione professionale classista e meritocratica,
si vanno a chiudere anche le ultime possibilità di accesso all'università.
In Spagna, in Francia, in Grecia si susseguono ciclicamente le lotte degli
studenti contro le ristrutturazioni di scuola e università, che si scontrano
con il gigante economico e politico europeo e con le sue strutture di
propaganda e di repressione, finora risultate efficientissime per quello
che riguarda l'attacco al soggetti che lottano.
Che l'Europa sia già una realtà nessuno lo mette in dubbio, tant'è che la
battaglia di oggi non consiste nell'opporsi al processo di unificazione ma
invece, al costo di essere banali, consiste nel costruire l'unità dei
soggetti sociali sul piano europeo, per opporre al piani della borghesia
europea le aspirazioni del proletariato europeo cosciente della propria
identità.


Per quanto riguarda il collegamento con i più recenti provvedimenti
governativi così esordisce la relazione d'apertura della legge quadro m
materia di riordino dei cicli dell'istruzione":
"Nel mese di gennaio 1997 il Governo, in attuazione del proprio programma e
dell'accordo sul lavoro del 24 settembre 1996 annunciava l'intento di
proporre una riforma generale del sistema scolastico italiano. " Più chiari
di così non potrebbero essere! Difatti tutta la legge quadro sul riordino
dei cicli fa continuo riferimento alle leggi sul lavoro e, cosa ancora più
preoccupante, rimanda frequentemente ai futuri accordi che le istituzioni
locali stipuleranno sul territorio con le imprese e i sindacati. Purtroppo,
ma anche per fortuna, siamo ancora in una fase di sperimentazione per cui
sono assenti molti dei riscontri materiali che renderebbero più facile la
comprensione del livello di interconnessione tra mondo della scuola e mondo
del lavoro, ma allo stesso tempo in questa fase possiamo ancora lottare

contro l'approvazione del progetto.


Secondo la nostra analisi lo scenario futuro potrebbe comporsi di questi
tasselli:
Rispetto alla funzionalizzazione della scuola in base alle nuove esigenze
del mercato del lavoro riteniamo sia fondamentale il progetto di autonomia
finanziaria degli istituiti formativi.
Il concetto di autonomia consiste nel delegare ai singoli istituti le
modalità di reperimento dei fondi sia attraverso la diversificazione
dell'importo delle tasse scolastiche sia attraverso la stipula di accordi
tra gli istituti e le strutture produttive dislocate sul


territorio, cioè le imprese. Questo intervento consentirà allo stato di
"ottimizzare" la spesa pubblica da un lato attraverso il taglio del
personale( anche attraverso l'utilizzo di forme di lavoro a basso costo LSU
o LPU ad esempio) e ai servizi (con la privatizzazione degli appalti cosa
che da tempo succede all'Università). Dall'altro lato elevando i livelli di
spesa per la ricerca e la sperimentazione (settori strategici della
produzione e quindi per le imprese),
Parte degli oneri ricadranno sugli studenti in base alla relativa
"liberalizzazione" delle tasse scolastiche con la conseguente creazione, o
meglio rafforzamento, di un sistema scolastico che offre più o meno vantaggi
in base al reddito.
Inoltre sia chiaro da subito che la creazione di un sistema di istruzione
integrato tra scuole pubbliche e private, ed in questa ottica si inserisce
il finanziamento statale al privati, fornirà alle imprese condizioni
favorevolissime di "investimento" dati gli elevatissimi livelli di
concorrenzialità che si scateneranno tra gli istituti. Una delle conseguenze
dell'autonomia finanziaria sarà quella di accelerare al massimo i processi
di valorizzazione delle sinergie create dalla riorganizzazione dei poteri e
delle competenze su base territoriale (vedi patti territoriali, gabbie
salariali ecc.).
Ogni impresa finanziatrice avrà la possibilità di imporre la propria volontà
nella programmazione didattica nelle scuole, poiché è prevista la presenza
dei rappresentanti delle aziende all'interno dei consigli scolastici.
Questo è il famoso concetto di autonomia didattica degli istituti, e sarà
uno degli assi portanti della formazione di una nuova forza lavoro
assuefatta ideologicamente e culturalmente all'individualismo e al lavoro
flessibile e precario. Recita ancora la relazione alla legge quadro:
"Tra gli obiettivi che il governo si propone di realizzare c'è la crescita
di una moderna cultura professionale, che, accanto alle abilità e capacità
professionali proprie di ciascun indirizzo, - fornisca a ciascuno capacità
di riconversione".(...) realizzi: "una nuova cultura del lavoro valorizzando
la conoscenza delle nuove forme organizzative, della flessibilità, del
lavoro autonomo". Inoltre "il disegno dì legge in esame(....)pone i
presupposti per l'integrazione del sistema scolastico con quello della
formazione professionale, si propone di confermare stabilmente una via non
universitaria per gli studi superiori ".

Con la scusa della formazione professionale le imprese avranno la
possibilità di formare i propri lavoratori a costi bassissimi. Inoltre per
i padroni ci sarà anche la possibilità di valorizzare (in termini di
profitto) questa formazione scolastica attraverso l'utilizzo degli
studenti" sugli stessi luoghi di produzione. Difatti la proposta prevede
due opzioni per le imprese: la prima consente alle aziende di mettere a
disposizione per stage formativi esterni le strutture e i macchinari delle
imprese stesse; la seconda permette di finanziare l'installazione di
strutture e laboratori all'interno della scuola. Fino ad ora non c'è nessun
criterio che faccia delle distinzioni tra la formazione scolastica e quella
dei contratti di territorio, cioè le imprese, Questo intervento consentirà
allo stato di "ottimizzare" la spesa pubblica da un lato attraverso il
taglio del personale( anche attraverso l'utilizzo di forme di lavoro a basso
costo LSU o LPU ad esempio) e ai sensi (con la privatizzazione degli

appalti cosa che da tempo succede all'università). Dall'altro lato
elevando i livelli di spesa per la ricerca e la sperimentazione (settori
strategici della produzione e quindi per le imprese).
Parte degli oneri ricadranno sugli studenti in base alla relativa
11beralizzazione" delle tasse scolastiche con la conseguente creazione, o
meglio rafforzamento, di un sistema scolastico che offre più o meno vantaggi
in base al reddito.
Inoltre sia chiaro da subito che la creazione dì un sistema di istruzione

integrato tra scuole pubbliche e private, ed in questa ottica si inserisce
il finanziamento statale ai privati, fornirà alle imprese condizioni
favorevolissime di investimento" dati gli elevatissimi livelli di
concorrenzialità che si scateneranno tra gli istituti. Una delle conseguenze
dell'autonomia finanziaria sarà quella di accelerare al massimo i processi
di valorizzazione delle sinergie create dalla riorganizzazione dei poteri e
delle competenze su base territoriale (vedi patti territoriali, gabbie
salariali ecc.).
Ogni impresa finanziatrice avrà la possibilità di imporre la propria volontà
nella programmazione didattica nelle scuole, poiché è prevista la presenza
dei rappresentanti delle aziende all'interno dei consigli scolastici.
Questo è il famoso concetto di autonomia didattica degli istituti, e sarà
uno degli assi portanti della formazione di una nuova forza lavoro
assuefatta ideologicamente e culturalmente all'individualismo e al lavoro
flessibile e precario. Recita ancora la relazione alla legge quadro:
"Tra gli obiettivi che il governo si propone di realizzare c'è la crescita
di una moderna cultura professionale, che, accanto alle abilità e capacità
professionali proprie di ciascun indirizzo, _fornisca a ciascuno capacità
di riconversione".(...) realizzi. "una nuova cultura del lavoro valorizzando
la conoscenza delle nuove forme organizzative, della flessibilità, del
lavoro autonomo ". Inoltre "il disegno di legge in esame(....)pone i
presupposti per l'integrazione del sistema scolastico con quello della
formazione professionale, si propone di confermare stabilmente una via non
universitaria per gli studi superiori ".
Con la scusa della formazione professionale le imprese avranno la
possibilità di formare i propri lavoratori a costi bassissimi. Inoltre per
i padroni ci sarà anche la possibilità di valorizzare (in termini di
profitto) questa formazione scolastica attraverso l'utilizzo degli
"studenti" sugli stessi luoghi di produzione. Difatti la proposta prevede
due opzioni per le imprese: la prima consente alle aziende di mettere a
disposizione per stage formativi esterni le strutture e i macchinari delle
imprese stesse; la seconda permette di finanziare l'installazione di
strutture e laboratori all'interno della scuola. Fino ad ora non c'è nessun
criterio che faccia delle distinzioni tra la formazione scolastica e quella
dei contratti di formazione professionale. A tutto ciò si aggiunga
l'interesse manifestato dal governo nella


cosiddetta formazione professionale post diploma, per ora un punto oscuro
della riforma ma che già dai primi accenni sembra ulteriormente indirizzata
allo sfruttamento del lavoro degli "studenti".
L'insieme di questi provvedimenti concretamente significherà che le imprese
potranno usufruire di una enorme massa di forza lavoro gratuita mascherata
da formazione. Questo è il tassello che trasformerà migliaia di  lavoratori
gratuiti per costringere disoccupati e lavoratori ad accettare salari sempre
più bassi e condizioni sempre peggiori.


Contro i lavoratori l'arma più efficace della borghesia è la frammentazione
della classe: con la divisione dei soggetti attraverso l'imposizione di
rapporti di lavoro e modi di produzione i padroni rompono le forme di
aggregazione e le possibilità organizzative della classe tipiche della fase
fordista della produzione. Nello stesso modo da oggi contro gli studenti si
imporranno non solo dei rapporti sociali sempre più improntati
all'accettazione di valori gerarchici e meritocratici, ma dei veri e propri
rapporti di lavoro e modi di produzione che li renderanno un soggetto
ibrido, ambiguo, non ancora lavoratore salariato ma neanche più individuo
in formazione. Un soggetto i cui componenti saranno in perenne competizione
tra loro per quei pochi posti di lavoro esistenti e che da subito
contribuiranno a rendere ancora più soffocante il ricatto del lavoro.


Per questo la battaglia per il lavoro, per la difesa e il miglioramento
delle condizioni materiali di vita dei proletari, non può relegare la
"questione scuola" ad un ruolo marginale. Una lettura ' che abbia un minima
di respiro in prospettiva deve cominciare ad affrontare la lotta contro la
riforma Berlinguer come uno degli elementi centrali nello scontro di classe
in Italia ed in Europa.
1 tecnici della borghesia con queste ristrutturazioni stanno cercando di
levarci il terreno sotto i piedi, con un intervento complessivo stanno
annientando sul nascere tutte le possibilità di ricostruire l'unità del
proletariato.
FACCIAMO IN MODO CHE NON CI RIESCANO!


PER CONTATTI E-MAIL: AUTSTUD68@HOTMAIL.COM
 
TRASFORMAZIONI DEL MONDO DEL LAVORO E ADATTAMENTO DELLA SCUOLA di COLLETTIVI
AUTONOMI STUDENTESCHI ROMA
L'obiettivo della scuola è quello di formare la forza lavoro (sfruttati) e
la classe dirigente (sfruttatori). Ogni qual volta che il sistema lavorativo
cambia quello formativo si adatta.


Negli anni '60 con il boom economico il capitale ha necessitato di una
manodopera specializzata; di conseguenza si è avuta una scolarizzazione di
massa attraverso la diffusione di istituti professionali e tecnici, atti a
formare la specializzazione dello studente, e l'innalzamento dell'obbligo
scolastico a 14 anni.


Verso la fine degli anni '60 si sviluppò un nuovo sistema produttivo, il
'fordismo', basato sulla centralità della fabbrica, sulla figura
dell'operaio massa e della catena di montaggio.
La scuola quindi non ebbe più il compito di formare un futuro lavoratore
specializzato professionalmente, ma richiese un soggetto capace di ripetere
meccanicamente un singolo gesto (catena di montaggio).
Le lotte operaie riuscirono a mettere in crisi questo sistema produttivo
quindi nel '73 lor signori(la borghesia) elaborarono la ristrutturazione,
strategia per riprendere il controllo della produzione.
Per avere un rapporto di minor dipendenza con la forzalavoro e riducendo i
costi, introdussero la tecnologia nelle fabbriche.
L'innovazione tecnologica nelle scuole e nelle fabbriche crea una nuova
figura sociale: lo studente-lavoratore-precario ed emarginato.
La necessità di un operaio specializzato, in grado di saper utilizzare le
nuove tecnologie, e flessibile, capace di adattarsi alla nuova produzione,
che richiede sempre meno stabilità e sempre più capacità
di riciclo delle varie mansioni fa si che nelle scuole si introducano
strumenti innovativi e tecnologici che preparino professionalmente lo
studente a rispondere alle nuove esigenze lavorative.


Negli anni '80 queste dinamiche subiscono. un 'accelerazione fino ad
arrivare allo sviluppo della globalizzazione.


Negli anni '90 la catena di montaggio viene definitivamente rotta.
La produzione si articola intorno a tanti. segmenti indipendenti fra loro.
Sempre più nuclei produttivi si spostano nel terzo mondo e si sviluppa la

vendita di unità produttive fra le aziende.
La scomposizione della fabbrica porta ad un ulteriore trasformazione della
scuola, finanziata e gestita come un azienda. Gli istituti diventano
laboratori. di formazione professionale atti a costruire sia mentalmente
che materialmente uno studente ultra flessibile e precario, in grado di
adattarsi in qualsiasi momento e luogo.
Tale scomposizione della scuola si verifica oggi con l'autonomia scolastica:
* la stessa libertà di produzione delle imprese la ottiene anche la scuola
che ha ampi margini di scelta decisionale autonomi (sia sulla gestione
finanziaria che su quella didattica).
Si creano quindi dei 'segmenti scolastici' staccati ed indipendenti fra di
loro. Concretamente ciò si manifesta tramite stages, salario d'ingresso,
finanziamento di imprese a scuole pubbliche, ecc. per la creazione di un
mercato europeo e un adattamento del sistema formativo italiano a quello
(es.) inglese e tedesco, in grado di soddisfare le nuove esigenze di
monsieur le capital (il capitale).


L'AUTONOMIA NELLE SCUOLE
Con l'autonomia scolastica la gestione finanziaria e didattica della scuola
sta subendo dei forti cambiamenti.
Da sempre la scuola forma e prepara il giovane al mondo del lavoro; oggi le
nuove leggi del mercato richiedono un soggetto sempre più flessibile e
precario. quindi la scuola si adatta facendo entrare direttamente al suo
interno le imprese.


Negli istituti professionali, il cui compito e quello di 'fare uscire' i
futuri lavoratori, l'autonomia si manifesta tramite finanziamenti diretti
di imprese che acquistano la facoltà di gestire in prima persona la forza 
lavoro attraverso esperienze lavorative non retribuite (gli stages).
Perciò puntando sulla preparazione professionale i programmi scolastici sono
svuotati di ogni contenuto culturale e finalizzati esclusivamente alla
formazione lavorativa dello studente. Inoltre gli orari scolastici sono
ridotti e modificati al fine di abituare psicologicamente lo studente ai
ritmi lavorativi flessibili.
Le imprese si assicurano quindi il controllo completo della forzalavoro sia
all'interno della scuola (stage e selezione) e sia all'esterno tramite
l'assunzione degli studenti più produttivi, retribuiti con un salario
d'ingresso.
L'autonomia non viene applicata solo negli istituti professionali e tecnici,
ma anche nei licei.
Il preside assume un potere decisionale assoluto che gli permette di
cambiare gli orari e i programmi scolastici e dì aumentare le tasse
d'iscrizione.
ciò  (riferito ad un quadro più ampio di caro-scuola) non fa che accentuare
il carattere classista dell'istituzione in quanto l'aumento delle tasse
incentiverebbe lo studente proletario ad abbandonare gli studi (perché
troppo cari) e ad entrare nel mondo del nonlavoro. La, finalità delle
scuole liceali e quella di 'far uscire' la nuova classe dirigente preparata
professionalmente a svolgere le funzioni dirigenziali. Quindi i programmi
acquistano un carattere ancora più nozionistico e la selezione, adeguata
alle nuove esigenze del mercato, sarà maggiore in modo tale da abituare gli
studenti al mondo universitario sempre più selettivo, meritocratico e
classista. A tutto ciò si aggiunge un uso sempre più di parte dei vari
strumenti repressivi (note, sette in condotta, bocciature) volti a soffocare
ogni tipo di pensiero critico e di controinformazione.
Le scuole potranno gestirsi autonomamente senza nessun vincolo a seconda
della propria specificità, favorendo maggiore sfruttamento e controllo delle
risorse professionali e intellettuali degli studenti.


GESTIONE DEGLI ORARI E DEI PROGRAMMI
NELLE NOSTRE SCUOLE
Con l'autonomia scolastica, nelle scuole ma più in particolare negli
istituti professionali si è verificato un sostanziale cambiamento nella
gestione dell'orario delle lezioni e nella trattazione dei programmi.
Come già affermato in altri ambiti, il rapporto tra istituiti tecnici e
aziende è sempre più stretto: 'azienda entra nella gestione tecnica degli
istituti avanzando progetti che si possono integrare ai programmi
scolastici e modificando gli orari e i Programmi da seguire nel corso
dell'anno.
Con le sempre maggiori esigenze delle aziende, le finalità dell'istruzione
professionale sono mutate e rese volte a formare una nuova figura
lavoratrice capace di integrarsi nei nuovi cicli produttivi.
Entrando nei dati più tecnici, affrontiamo i mutamenti degli orari e dei
programmi prendendo come modello il quarto e il quinto anno delle superiori.


Nel 1997 e nel 1998 c'è stata una drastica riduzione degli orari che sono
passati da 40 ore settimanali a 29. Riduzione data dall'esigenza delle
industrie di spostare la formazione dalle scuole alle aziende, con
l'attuazione di stage, che in alcuni casi si integrano all'orario mattutino
delle lezioni, in altri si sostituiscono
ad esso per determinati periodi e che sono volti ad abituare il nuovo
soggetto lavorativo ai ritmi imposti dei cicli produttivi.
La maggiore presenza degli studenti nelle fabbriche porta, con la scusa dei
corsi professionali, un quantitativo enorme di manodopera gratuita. Inoltre
le ore dì esercitazioni pratiche in officina superano di gran lunga quelle
delle altre materie. Ciò determina una lunga presenza dello studente
all'interno dei ciclo di produzione.
Nel quinto anno la questione subisce dei mutamenti, diminuiscono le ore di
pratica e aumentano quelle di teoria in cui viene affrontata la preparazione
dei futuro operaio.
Viene trattato come argomento principale la scienza dell'organizzazione dei
lavoro; l'insegnamento dei vari teorici di questa materia come Ford, Taylor
e Fayol porta alla delineazione di alcuni punti generali come l'abbassamento
dei tempi di produzione e dei costi, la flessibilità, la precarietà, che
vengono inculcati agli studenti come unici metodi da seguire perché un ciclo
produttivo sia efficace.
A tutto ciò si aggiunge l'insegnamento dei vari modelli gerarchici
nell'azienda che vengo illustrati rigidamente e rigorosamente da
rispettare.
Questioni come sicurezza sul posto di lavoro o trattazione dei diritti dei
lavoratore non vengono neanche lontanamente affrontate.
E' palese che questo tipo di istruzione è atta a formare un soggetto
lavorativo che non ha la capacità di ribellarsi ai ritmi imposti dai cicli
di produzione e ai soprusi dei padroni ma soltanto capace di concepire la
fabbrica con la stessa mentalità dei padrone con l'unica differenza che chi
ne trae profitto è solo quest'ultimo.
A conferma di ciò si può prendere come esempio l'insegnamento della storia:
avvenimenti come il Biennio Rosso, il Movimento spartachista in Germania, la
resistenza di classe anti fascista in Italia, vengono trattati
nozionisticamente e in maniera superficiale, per lasciare spazio a fatti che
evidenziano lo sviluppo di economie liberiste in paesi come gli Stati Uniti
e l'Inghilterra.
Inoltre nella maggior parte dei casi vengono identificate come lotte sociali
le "non lotte" dei socialisti riformisti di Turati, della CGIL o addirittura
della CISL e lasciate in disparte quelle anarchiche e comuniste.
Parole chiave come concertazione mediazione e pace sociale sono punti
cardine di un insegnamento mirato a formare un futuro operaio facilmente
manipolabile.
E' importante sviluppare dibattito su alcuni fatti oggettivi che si
riscontrano nell'analisi sul tipo di formazione e cultura che viene trattata
nelle nostre scuole che nei casi specifici degli istituti professionali è
intenta a formare una nuova generazione di sfruttati.
Contro la cultura borghese dello Stato gli studenti devono impegnarsi a
cercare maggiore internità nei propri istituti e a diffondere sempre
maggiore controinformazione. Ciò passa attraverso la pratica
dell'autorganizzazione, volta a creare reali momenti di discussione e di
lotta, il cui obiettivo non è quello della realizzazione di una scuola
"migliore e più democratica li, ma quello di una critica complessiva
all'istruzione che ci impongono le istituzioni perché ci vogliono
sfruttati; per una scuola capace di 'formare' reali coscienze critiche e
soggetti capaci di pensare autonomamente.


CHE "COSA" FARE ?
Alla luce di questi grandi cambiamenti della scuola conseguenti alla
ristrutturazione capitalista basata sulla concertazione e flessibilità, e
recuperando l'esperienza storicopolitica dell"area antagonista è

necessario e possibile dotarsi di strumenti per l'espansione di lotte
sempre più coscienti, i Collettivi Politici Autorganizzati. Questi saranno
l'alternava di tipo assembleare alle gerarchie e ai verticismi imposti agli
studenti nella scuola e al suo esterno.
Attraverso la pratica dei rifiuto della delega il collettivo può esprimere
momenti di controinformazione, dibattito e di organizzazione dei movimenti
spontanei di classe che partono dal disagio e dai bisogni degli studenti
per rendere sempre più cosciente, radicale e organizzata la nostra lotta.
Riteniamo fondamentale sviluppare contro informazione quotidiana, tramite
volantini, giornali e datsebao su tematiche interne alle esigenze e ai
bisogni degli studenti.
Infatti l'esperienza degli anni passati ci ha dimostrato come un collettivo
possa crescere impostando la lotta su tematiche come strutture fatiscenti, i
autoritarismo e selezione e per la riappropriazione di, spazi gestiti
direttamente dagli studenti (es. auletta autogestìta). Ribadiamo al tempo
stesso l'importanza di prendere in considerazione la figura dello studente
anche al di fuori dell'ambito scolastico, trattando argomenti come il
carovita, la mancanza di spazi, la repressione e la precarietà dei lavoro e
della vita.
Un collettivo può nascere anche da tre persone che incominciano ad attaccare
datsebao a distribuire volantini, che si riprendono l'assemblea come
momento di dibattito fra gli studenti e non dei rappresentanti d'istituto,
e con 'campagne' di controinformazione e di lotta interne alle esigenze dei
proletariato giovanile, riescono ad aggregare gli studenti e a aumentare la
lotta e arricchire il dibattito critico.
Pensiamo che il collettivo debba essere interno ai movimenti spontanei di
classe e essere visto come mezzo di lotta e momento di dibattito dagli
studenti che si vivono quotidianamente il carovita, quartieri senza spazi
e sempre più polizia.
La lotta del collettivo deve fare piazza pulita di tutti i partiti,
partitini e sindacati che vogliono solo speculare sui bisogni degli studenti
per ritagliarsi fette di potere; l'unico rapporto con le istituzioni è
critico e conflittuale ma soprattutto antagonista e in grado di organizzare
il disagio e la rabbia giovanile nelle scuole.
Riteniamo fondamentale la comunicazione tramite assemblee cittadine che
determinino i percorsi comuni di lotta fra le vari realtà studentesche
contro questa scuola lager, contro chi ci vuole asserviti, assuefatti e
obbedienti e contro la tregua dei Giubileo, volta a far arricchire lo Stato
e i padroni.


PER CONTATTI         TEL/FAX  06 7611631
 
DOCUMENTO SULLA SCUOLA di  ALTERNATIVA MARXISTA PARMA


Introduzione:
Con questo documento vogliamo analizzare ]I` mondo della scuola, I suoi
problemi e i cambiamenti che ha subito recentemente e che sta subendo
tuttora; considereremo conoscere I problemi della scuola e per gli studenti
conoscere le contraddizioni dei sistema. Ci proponiamo, quindi, di
distribuire questo documento non solo a studenti e professori, ma anche al
lavoratori e comunque a più soggetti possibili, nella speranza di creare un
movimento In grado di mobilitare studenti/esse e lavoratori/trici contro
ogni espressione del capitalismo.


Capitolo 1°
Le riforme Jervolino e D'Onofrio: la privatizzazione 1993-1994
Coi Trattato di Maastricht dei 1992 si fissano I requisiti economici
necessari per entrare a far parte dell'Unione Europea. Il governo,
costretto a risanare Il bilancio statale, In pesante deficit, opera numerosi
tagli principalmente su scuola, pensioni e sanità. Dal 1992 al 1994 le spese
per l'istruzione calano dei 2,2%. L'abolizione della "scala mobile" 0 ha
comportato la riduzione progressiva dei salari degli insegnanti (visto che
lo stipendio non è aumentato). Rosa Russo Jervolino (ministro della Pubblica
Istruzione nel governo Amato) propone una riforma scolastica all'insegna
dell'intervento economico dei privati nella scuola il che equivale alla
prìvatizzazione. Nel 1994, Il ministro dei governo Berlusconì, D'Onofrio
propone una riforma molto simile a quella precedente. Entrambi i ministri
approvano I famigerati decreti mangia-classi che riducono drasticamente il
numero degli insegnanti. Nel 1995 Il governo Dini approva una finanziaria
che realizza H risparmio di 1.200 mld, tramite il taglio di 25.000
Insegnanti, la finanziaria'97 (governo Prodi) prevede tagli per 400 mld.
nell'anno 1997,1341 mld per l'anno 1998 e di 2175 mid. per l'anno 1999. Con
la finanziarla '98 c'è un primo esiguo finanziamento alle scuole private.
Nonostante si siano susseguiti governi di diverso orientamento politico, la
natura dei provvedimenti nell'ambito scolastico è sempre neoliberista: cioè
fatta di tagli e privatizzazione. Fenomeni dei tutto simili avvengono
nell'industria e nel settore dei servizi: privatizzazione di Telecom e Enel,
autonomia organizzativa delle U.S.L., Il processo è continuo e coerente
anche se apparentemente si sviluppo In forme diverse; i nodi cruciali sono
stati sciolti dal ministro Berlinguer che tramite la Parità Scolastica,
l'Autonomia e il Riordino dei cicli è riuscito a realizzare ciò che la
Iervolino e D'Onofrio non erano arrivati a fare: la liberalizzazione del
Sistema Scolastico con la conseguente "commercializzazione
dell'istruzione".


Capitolo 2°
Autonomia Scolastica
l'autonomia scolastica s'inserisce nel processo di riorganizzazione
dell'intero sistema formativo. Essa si propone come finalità l'attribuzione
della personalità giuridica ai singoli istituti, la possibilità, cioè, dì
stipulare contratti con enti locali, pubblici o privati che siano, tramite
la nuova figura di un capo d'istituto cui è conferita la qualifica
dirigenziale. le scuole si trasformano cosi In Istituzioni autonome e i
consigli d'istituto in consigli d'amministrazione, la gestione delle finanze
di cui le scuole potranno autonomamente usufruire sarà finalizzata al
funzionamento amministrativo e didattico. Ciò significa che i
presidi-manager risponderanno all'amministrazione scolastica regionale in
ordine al risultati conseguiti nei campi, appunto, amministrativo e
didattico. Ma, essendo la cultura un prodotto impalpabile, e di conseguenza
difficilmente giudicabile, si arriverà al punto In cui l'unica
preoccupazione dei nuovi capi d'istituto sarà far quadrare il bilancio.
le conseguenze che ne derivano sono particolarmente dannose per quanto
riguarda l'istruzione, Infatti il mutamento della scuola In azienda
determinerà l'entrata dei singoli istituti in un'ottica essenzialmente
concorrenziale: si assisterà ad una vera e propria battaglia commerciale, ad
una lotta pubblicitaria senza esclusione di colpi al fine di accaparrarsi
il maggior numero d'iscrizioni. Chi risulterà vincitore di una simile
contesa? Certamente l'istituto che sarà in grado di fornire un'immagine

esteriore più luccicante, ovvero bei locali, molti computer, ampie ed
attrezzate  palestre. Come si ottiene una strumentazione dì questo livello?
Certo non tramite I sussidi statali, che già oggi sono appena sufficienti
per apportare minime modifiche agli edifici scolastici che, per la maggior
parte, non sono a norma di legge, se poi aggiungiamo Il fatto che sono
previsti nuovi tagli (parità scolastica, finanziarla '97, ecc.), non
possiamo dunque che giudicare impossibile tale miglioramento della
strumentazione delle scuole. l'unica alternativa si profila dunque essere un
finanziamento esterno, che però, sempre nell'ottica dei liberismo economico,
senza dubbio pretenderà qualcosa come controparte, che molto probabilmente
si configurerà come una certa quantità di ore dedicate settimanalmente ad
una materia proposta, o meglio imposta, dal finanziatore.
A questo proposito e opportuno sottolineare che ogni Istituto beneficerà di
autonomia organizzativa e didattica: la prima si propone di Inserire
nell'ambito scolastico Il concetto di flessibilità, sia per quanto riguarda
gli/le alunne che i docenti; la seconda stabilisce Invece la possibilità di
Introdurre nuove discipline perlopiù legate al contesto territoriale, li
che significa semplicemente che le scuole, in particolare quelle ad
Indirizzo tecnico o professionale, diventeranno operaifici specializzati nel
settore dal quale riceveranno i fondi. la situazione dei licei è leggermente
più complessa; dal momento che un liceo non prepara direttamente al
confronto coi mondo dei lavoro, le conseguenze dell'autonomia saranno
maggiormente nascoste ma non per questo meno importanti, Infatti i licei si
possono considerare come "serbatoio della futura classe dirigente, e perciò
l'autonomia permetterà l'inserimento nel contesto scolastico quotidiano di
quel concetti che finora si era tentato, in nome della libertà di
Insegnamento e di apprendimento, di combattere; concetti come
diversificazione, competizione, produttività ma soprattutto l'idea di
essere migliori, di avere qualcosa in più rispetto agli altri verrà
inculcata giorno per giorno nelle menti degli studenti. Si profila dunque
un progressivo processo di privatizzazione della scuola pubblica, un
graduale avvicinamento al modello americano, con conseguente suddivisione in
scuole di serie A e di serie B. l'intervento dei privato nella sfera della
pubblica istruzione cancellerà anche quel lontano parente del diritto allo
studio che c'è oggi, creerà scuole attrezzate e ben funzionanti per I figli
dei ricchi ed Istituti instabili e mai organizzati per la maggioranza delle
persone. Si eleverà quindi, all'ennesima potenza il già esistente
elitarismo della scuola Italiana, che chiuderà le porte di una valida
Istruzione alle fasce meno abbienti della popolazione.


LA NUOVA FIGURA Di PRESIDE
La trasformazione dei capi d'istituto in "presidi-manager" è l'atto tramite
il quale verrà effettivamente resa esecutiva l'autonomia scolastica. Essi
avranno Infatti 1a legale rappresentanza dei loro istituti, la responsabilità
delle risorse finanziarie e strumentali dei risultati di servizio, autonomi
poteri di direzione, l'obbligo di organizzare l'attività scolastica secondo
criteri di efficienza ed efficacia formativa e soprattutto saranno titolari
delle relazioni sindacali inoltre essi "promuoveranno interventi di
collaborazione delle risorse culturali, professionali ed economiche del
territorio.
I nuovi "presidi-manager" saranno individuati per mezzo di speciali corsi di
formazione, nei quali verrà loro insegnato il modo migliore, non Importa se
utile a livello culturale, per permettere all'azienda-scuola dì chiudere in
attivo il bilancio annuale. Alla luce di quanto detto appare che Il preside
diventerà a tuffi gli effetti padrone della propria azienda, e che il
fattore economico prevarrà su quello didattico.


Copitolo 3
Parità scolastica e legge Rivola
la parità scolastica consiste nell'assoluta parità giuridica ed economica
tra le scuole non statali e le scuole statali. Ciò significa che dal
ministero della Pubblica Istruzione (cioè soprattutto dalle tasche dei
lavoratori dipendenti che non hanno la possibilità di evadere le imposte al
contrario del lavoratori autonomi) verranno erogati finanziamenti non solo
per le scuole statali ma anche per quegli Istituti che arrivano a chiedete
più di 4 milioni di retta. Con la scusa della libertà di scelta, quindi,
Berlinguer in realtà favorisce scuole elitarie ed Ideologicamente Impostate
a scapito della scuola statale (che dovrebbe essere libera da ogni
condizionamento ideologico). Secondo la proposta dei ministro Berlinguer
ogni famiglia dovrebbe essere messa nelle condizioni di poter iscrivere i
propri figli a qualsiasi tipo di scuola, proponendo finanziamenti tramite
borse di studio, Tale proposta si concretizza unicamente in Emilia-Romagna
tramite la legge Rivola,
Questa stabilisce nella nostra regione un budget da dividere tra tutte le
province, nonché le direttive generali secondo le quali le province stesse
definiranno la destinazione dei fondi per gli assegni di studio. Questi
permetterebbero di pagare nel caso di famiglie più disagiate fino al 90%
delle spese che dovrebbero essere sostenute, Ma la domanda cruciale è: che
diritto alla scelta c'è se, ad esempio, nella provincia di Parma il massimo
erogabile è di 2 milioni e ci sono rette che superano ì 5 milioni e famiglie
che hanno un reddito mensile di 1,5 milioni? Con un semplice calcolo sì
arriva ad una conclusione piuttosto scontata : non a tutte le scuole
private avranno accesso comunque le famiglie con un reddito annuo Inferiore
ai 30 milioni, Rimane comunque una questione in sospeso: da dove arrivano i
soldi per le borse di studio? Ed ecco la risposta palesemente espressa
dall'articolo 9: lo stato detrae dalle imposte l'ammontare della sovvenzione
che spetterebbe alle famiglie. la somma che la famiglia riceve viene
erogata dallo stato alla scuola privata per permettere di iscrivere Il
proprio figlio o la propria figlia a tale scuola. Questi sono i famosi
11finanziamenti indiretti". Ed è cosi che il governo crea la possibilità di
aumentare gli Iscritti alle scuole non statali. Queste avranno più studenti
mantenendo Invariato il costo della retta: così arricchendosi migliorano le
qualità dei foro servizio. Tutto c10 rientra nel piano di liberalizzazione
della scuola. Infatti, aumentando sempre di più il divario qualitativo, tra
la scuola privata che sarà In grado di retribuire meglio 1 propri
Insegnanti e che disporrà di migliori attrezzature ed una scuola statale che
subirà le conseguenze dei tagli ai fondi che prima le spettavano, si
verranno a creare scuole dì "serie N (istituti privati) e scuole di "serie W
(scuole pubbliche), sul modello statunitense.


Fasce di reddito                 Percentuale rimborso
meno di 30 milioni                90%
tra i 30 e i 45 milioni         50%
tra i 45 e i 51 milioni                 30%


Tab 1: è da notare che gli assegni di studio massimi saranno erogati a
coloro i quali sostengono le spese più alte per 1á frequenza, cioè a chi
deve pagare delle rette (gli studenti delle scuole private).


Capitolo 4,
Riordino dei cicli scolastici
Analizziamo ora il Riordino dei cieli scolastici partendo dai motivi che
hanno mosso questa riforma per poi analizzarla nelle sue parti. Questo
cambiamento è tutto incentrato su un punto, espresso nelle finalità dei
documento stesso. Scrive Infatti Berlinguer: "In un mondo nel quale
l'evoluzione dell'organizzazione sociale e del lavoro fa presumere che
ciascun Individuo, nel corso della propria esistenza, sia chiamato a
cambiare più volto la propria attività lavorativa occorre che il sistema
dell'istruzione perda la sua caratteristica di struttura fortemente
piramidale, dove ogni cielo di studi ha funzione fondamentalmente
propedeutica rispetto al cicli successivi, per assumere una struttura
modulare nella quale ogni segmento identifichi preciso soglie da raggiungere
e consolidi risultati spendibili in ambiti culturali e professionali".
Questo parallelo fra il mondo dell'istruzione ed Il mondo dei lavoro è la
chiave di lettura di tutto il riordino dei cicli. l'introduzione della
flessibilità all'interno della scuola è in perfetta comunanza con il
"pacchetto Treu" sul lavoro, Il famoso provvedimento che ha introdotto 1
lavori interinale, precario e flessibile togliendo anche le minime garanzie
di reddito esistenti in Italia per chi ha la fortuna di avere un lavoro, e
non fa altro che distruggere la struttura della classe lasciando
l'individuo da solo in competizione con gli altri. Gli studenti e le
studentesse, infatti, seguiranno le lezioni per moduli, quindi le materie
per grado di apprendimento (es. Fisica I livello, Matematica 3 Italiano 2),
con l'obbiettivo di avere un curriculum migliore di quello degli altri ed
essere favoriti rispetto a questi nell'accesso nel mondo dei lavoro e
dell'Università. L'individuo, lo studente la studentessa, si deve quindi
abituare a cambiare compagni/e di corso come dovrà continuamente cambiare
colleghi/e di lavoro perdendo ogni aspetto di socialità ed ogni Inibizione
alla competizione ed alla prevaricazione dell'uomo sull'uomo. Altro
cambiamento Introdotto dalla riforma è l'unificazione della formazione
culturale a quella professionale che verrà attuata tramite le famiglie
occupazionali, sul modello inglese, quindi con gli stages. le famiglie
occupazionali sono "grandi aggregazioni culturali-professionali "che
individuano le aree lavorative a cui sono indirizzati gli studi e, quindi,
dove far svolgere esperienze lavorative non pagate, gli stages. Analizziamo
ora quella che sarà la nuova scuola nelle sue parti o cicli,
CICLO D'INFANZIA:
Questo cielo corrispondente alla scuola materna, frequentata da bambini/e dai
3 ai 6 anni, vene reso obbligatorio nel suo ultimo anno con la costituzione
di un corso preparatorio alla scuola di base Il cui compito è, parola di
ministro, "1 preparare la totalità dei bambini ai ritmi della scuola".
L'obbligatorietà di quest'ultimo anno dei ciclo dell'infanzia, offre che
abituare bambini/e di 5 anni al ritmi della scuola e quindi del lavoro
preparandoli a diventare ottima manodopera, arricchirà le scuole private che
già oggi hanno in mano la metà degli asili e che domani, agevolate dalla
Parità Scolastica, avranno Il vero controllo del "mercato dell'Infanzia'1
traendone grandi vantaggi economici, Comunque Il nostro bambino già pronto a
diventare un ometto passerà al cielo primario. 


-CICLO PRIMARIO:
Questo, corrispondente all'unione di scuola elementare e media Inferiore, ha
la durata di 6 anni al posto degli attuali 8 (3 di medie e 5 di
elementari), Tale riduzione sarebbe dovuta all'inutile ripetizione di
programmi delle due scuole che si verrebbero a unire (es. il programma di
storia è uguale alle medie e alle elementari). Va però notato come
casualmente questa riduzione di 2 anni vada anche a diminuire notevolmente
Il bisogno di insegnanti per questo cielo di istruzione, portando così da
una parte grandi risparmi alle casse statali e dall'altra al licenziamento
di molti Insegnanti. A partire da questo cielo vene Introdotto un
"curriculum" che accompagnerà gli studenti e le studentesse dall'età di 6
anni, cioè dall'inizio dei ciclo primario, sino alla fine dei foro studi e
all'ingresso nel mondo dei lavoro. Nel "curriculum" verrà segnato l'intero
andamento scolastico di ogni studente/essa, quindi i voti, i crediti e le
esperienze lavorative attuate nell'arco dei corso di studi. Vedremo
comunque più avanti le funzioni di questo "curriculum". Passiamo ora al
ciclo secondario,


-CICLO SECONDARIO:
Questo si divide in 3 parti: la prima costituita da un anno di orientamento
generale dove "la differenza di genere, prima solo immaginata ed intuita,
divento una realtà di vita". Gli/le alunni/e scelgono a 13 anni come
indirizzare i propri studi. Segue un biennio che, diviso nelle aree
umanistica, scientifica, tecnica e tecnologica, artistica e musicale, porta
al primo esame di stato ed alla fine dell'obbligo scolastico. Durante
questo biennio gli studenti e le studentesse che hanno dal 13 ai 15 anni
Incominciano ad essere sottoposti al primi stages solo, però, se con il
consenso dei genitori (forse perché Il lavoro sotto i 15 anni sarebbe
vietato?). Alla fine di questo biennio si giunge ad un esame che, al
contrario del vecchio esame di 3 media, è qualificante, Il che spinge i
ragazzi e le ragazze con meno possibilità economiche o con minori risultati
scolastici a lasciare gli studi a 15 anni ed entrare nel mondo dei lavoro.
Si rendono evidenti già da questo biennio le funzioni dei "curriculum"
ìnfatti solo grazie alla validità di questo e, quindi, ai buoni risultati
ottenuti tramite interrogazioni ed altre attività quali gli stages, si può
cambiare l'area di studi che si è intrapresa e si può superare l'esame con
buoni risultati necessari per l'entrata nel mondo dei lavoro e per
l'accesso agli altri gradi d'istruzione. Si arriva quindi alla 3 parte dei
ciclo secondario costituita da un triennio avente "carattere
professionalizzante" che serve a dare ai ragazzi dai 15 ai 18 anni capacità
lavorative e non più, nemmeno sulla carta, maturazione della persona. li
"carattere professionalizzante" verrà assunto dalle scuole tramite le
famiglie occupazionali e l'Autonomia Scolastica. Infatti con
l'individuazione di "aggregazioni culturali-professionali" e la possibilità
data alle scuole di mettersi in rapporto con il territorio e, quindi, con le
industrie locali vene dato ancora maggior spazio agli stages nei quali gli
studenti e le studentesse producono per l'industria In cui vanno a lavorare
senza però essere pagati (un tempo si sarebbe chiamato sfruttamento del
lavoro, oggi formazione professionale). Si accede quindi, superato il 2
esame di stato (equivalente all'esame dì maturità), all'Università o alla
formazione professionale.


-UNIVERSITA' ED ISTRUZIONE POSTSECONDARIA:
A partire dai 18 anni comincia l'Università, o Istruzione post secondario,
che in realtà, come dice il ministro, non fa che sopprimere la vecchia
università, che, offre ad essere "canale pressoché esclusivo di
formazione"(cioè non ci sono abbastanza corsi puramente professionali), le
ancora fortemente caratterizzato dalla trasmissione di un sapere quasi
esclusivamente accademico" e quindi, aggiunge il ministro, "si presta
ancora poca attenzione agli strumenti, ai metodi alle tecniche e, quindi,
alle abilità ed alle competenze operative e professionali". In poche parole,
In linea con il resto dell'articolo, l'Istruzione post-secondaria non deve
far altro che consolidare definitivamente la subordinazione dell'istruzione
alle esigenze dei mercato. Inoltre, seguendo il meccanismo che parte già dal
cosiddetto anno preparatorio della scuola di base, anche nell'ambito
dell'università l'istruzione è accessibile solo a chi se la può permettere
in termini finanziari. Questo anche perché la famosa legge Rivola,
teoricamente finalizzata al diritto all'apprendimento per tutto la vita,
non prevede nessun finanziamento agli studenti universitari, ma mantiene il
sistema attuale di borse di studio e, come si sa, a tutt'oggi chi non sta
bene economicamente non riesce a frequentare l'Università. Ed è soprattutto
a questo e ad una selettività spesso legata a fattori economici e non
culturali che e dovuto l'elevato tasso di insuccesso (ragazzi/e che non
arrivano alla laurea), "uno dei problemi più evidenti della crisi
dell'Università Italiano", contro cui Berlinguer tanto si scaglia, e che
spiega con l'assenza di altri canali formativi quali la Formazione
Professionale.


-FORMAZIONE PROFESSONALE
Si parla di formazione Professionale Iniziale per i giovani e del suoi nessi
con la scuola, di formazione di livello intermedio e superiore [cioè corsi
postlaurea ecc.), di riqualificazione professionale per i mutamenti che
intervengono nella vita lavorativa, di formazione manageriale, di formazione
come ammortizzatore sociale della disoccupazione e, in generale, di
formazione continua". la riaffermazione della formazione continua e quindi
la riqualificazione della formazione professionale non fanno altro che
ricordarci che la prospettiva di un lavoro fisso non esiste più. Infatti ci
dobbiamo preparare a frequentare più corsi di formazione durante la nostra
vita per poter coSI svolgere i più disparati lavori ed essere più
qualificati degli altri. Ciò esclude chi non ha soldi sufficienti da questa
gara per la formazione a causa dei costi quasi sicuramente elevati dei
corsi.


Capitolo 5
Considerazioni Generali
I provvedimenti che abbiamo finora esaminato separatamente In realtà sono
parte di un unico grande progetto volto a liberalizzare Il mondo della
scuola, facendo di questa un'impresa, e rendendo da un lato I presidi dei
padroni, dall'altro precarizzando il posto di lavoro dei professori. In
definitiva la scuola sarà regolata da competizione, sfruttamento e
produttività. Questo porterà ad una situazione in cui solo I più ricchi
*** July, 2000

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