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Girodivite - n° 60 / gennaio 2000

Riviste: Resistenza

un articolo dalla rivista Resistenza n°1.
Difendere, praticandole, le libertà politiche per i comunisti conquistate dalla classe operaia con la Resistenza! Sul numero scorso di Resistenza abbiamo denunciato l'operazione di criminalizzazione lanciata dalla Procura della Repubblica di Roma con le perquisizioni, i sequestri, ecc. del 19 ottobre contro i CARC e altre FSRS. Un po' di acqua è passata sotto i ponti, i connotati e le modalità dell'operazione si sono chiariti ulteriormente e anche la mobilitazione contro di essa ha fatto dei passi avanti. L'operazione del 19 ottobre non mirava a colpire né "tutti quelli che lottano per il lavoro, la casa, contro la guerra, ecc.", né tutti quelli che lavorano per la ricostruzione del partito comunista (questi sono sicuramente gli obiettivi ultimi dell'attacco della borghesia); l'obiettivo principale di questa operazione era il progetto espresso dalla Commissione preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano ed esposto nella sua rivista La Voce: ricostruire il partito comunista a partire dalla clandestinità, costruire comitati di partito clandestini, partecipare alla discussione per la definizione del manifesto programma del partito, collaborare a convocare nella clandestinità il congresso di fondazione del nuovo partito comunista. Evidentemente la borghesia imperialista (o almeno la parte che ha promosso l'operazione del 19 ottobre) pensa che questo progetto possa avere successo e ciò la fa tremare, perché per il suo regime traballante la costituzione del partito comunista, del partito della classe operaia in lotta per il potere, sarebbe un duro colpo. Reagisce con perquisizioni e procedimenti giudiziari, cercando di seminare paura e confusione e di "dirigere" essa stessa il processo di ricostruzione del partito comunista per ostacolare e impedire il raggiungimento di questo obiettivo. La borghesia vuole fare terra bruciata intorno alla Commissione preparatoria, fare in modo che ogni lavoratore e compagno dei CARC e delle altre FSRS abbia paura di leggere, studiare, far conoscere la rivista La Voce, abbia paura di avere rapporti con i compagni della Commissione; vuole fare terra bruciata intorno ai CARC, l'unica FSRS che ha finora dichiarato di sostenere l'obiettivo della Commissione di convocare il congresso di costituzione del nuovo partito comunista, perché i lavoratori e le FSRS ci pensino su due volte prima di avere rapporti, interessarsi, lavorare e collaborare con i CARC. Vuole confondere i CARC con la CP, la CP con le nuove BR-PCC, queste ultime con i CARC perché ne venga fuori un minestrone unico, in cui sia impossibile distinguere ambiti, linee, analisi e metodi diversi, cosciente che, quando regna la confusione, la borghesia la fa da padrona, quando regna la confusione ci agitiamo a vuoto e la strada per arrivare al partito si allunga. Seminando paura e confusione la borghesia vuole assumere la direzione del lavoro di ricostruzione del partito comunista, decidere cosa si può fare e cosa no, cosa si può leggere e cosa no, con chi si può lavorare e con chi no; vuole spingere a rinnegare il lavoro fin qui fatto e di essere dei comunisti, a travestirsi da semplici esponenti di "quelli che lottano per la casa, il lavoro, ecc.", ad accettare l'imposizione a fare tutto alla luce...non del sole, ma della sorveglianza di PS e CC (alla faccia del diritto alla privacy così caro a Rodotà), mentre essa tesse trame e complotti (questi non alla luce del sole), contro le masse, come le stragi, Gladio e la P2 insegnano. A questo punto sta a noi decidere cosa fare di fronte a questo tentativo della borghesia e del suo governo, il governo D'Alema e i suoi mandanti, gli amici di Andreotti e di Cossiga, i padrini della Mafia e di Gladio, gli amici di Craxi e Berlusconi, i soci di Veltroni e di Fini. L'esperienza ci insegna che la prima arma che i lavoratori e le FSRS hanno per far fronte a questo come ad altri attacchi simili è la solidarietà. Non una solidarietà generica o di facciata, che nasconde la convinzione che i CARC la repressione se la sono andata a cercare, l'hanno provocata, la convinzione che la CP è giustamente colpita visto che, com'è noto, non fa solo attività alla luce del sole, una solidarietà formale che alimenta l'interessata confusione creata dalla borghesia mischiando in un tutt'uno CARC e CP: come se fosse possibile evitare la repressione scusandosi e giustificandosi con la borghesia! Solidarietà è non lasciarsi spaventare dalla borghesia, non fare terra bruciata intorno ai compagni, non rinunciare a conoscere e discutere le loro analisi e proposte. Solidarietà è aiutare tutti i compagni colpiti dalla repressione nell'ambito delle nostre forze. Solidarietà è combattere la confusione che la borghesia alimenta. Solidarietà è anzitutto difesa della nostra libertà politica, rifiuto di lasciarci dirigere dalla borghesia imperialista. Varie sono state le prese di posizione di singoli e collettivi, le manifestazioni di simpatia e sostegno, le iniziative contro questo attacco repressivo, contro il governo D'Alema e in solidarietà con i compagni colpiti: assemblee, cene, conferenze, dibattiti. Il movimento LSU di Napoli, con la forza e la generosità che lo contraddistinguono, ha subito gridato "giù le mani dai compagni". A Modena, nel corso della cena organizzata dal CARC, una trentina di simpatizzanti, collaboratori e lavoratori hanno sottoscritto più di 900mila lire per la difesa legale. Alla conferenza stampa di Milano la presenza più numerosa è stata quella di lavoratori, donne e giovani delle masse popolari; c'è chi ha rinunciato a ore di lavoro per venire a portare la sua solidarietà; varie persone che non si vedevano da tempo sono venute a dirci "forza!". Un compagno ha detto alla moglie: parto per andare a vedere come stanno i compagni del CARC e dalle Marche è venuto a sentirci, a portarci il suo sostegno politico, morale ed economico. Alcune lettere di sostegno e incoraggiamento sono arrivate anche alla redazione di Resistenza. Dall'assemblea nazionale contro la repressione del 6 novembre a Napoli promossa da vari organismi è emersa la proposta di costituire un Comitato nazionale di difesa politica e legale, che sta ora sviluppando un acceso dibattito per la definizione della sua struttura e dei suoi compiti. Tante sono le iniziative che si possono sviluppare e che possiamo promuovere. All'interno di esse si scontrano e si scontreranno due tendenze: quella a solidarizzare ma arretrando, scivolando sulle posizioni che la borghesia mira a imporre con questa operazione repressiva ad esempio passando sotto silenzio i reali obiettivi dell'operazione del 19 ottobre, non invitando alla solidarietà con il compagno Giuseppe Maj, rifiutando di mettere in vendita la rivista della CP (e accettando così l'autocensura voluta dalla borghesia). Noi stessi all'assemblea di Roma del 23 ottobre abbiamo fatto l'errore di sottoscrivere un comunicato che ignorava il reale obiettivo dell'Operazione 19 ottobre; esso ci è servito per capire che non bisogna partire dal numero delle FSRS che aderiscono, ma dai contenuti delle iniziative di solidarietà per affermare la tendenza positiva a fare della solidarietà un'arma per impedire o rallentare l'eliminazione degli spazi di agibilità politica conquistati dalla classe operaia e dalle masse popolari con la Resistenza, per difendere le conquiste nel campo del lavoro, sanità, istruzione, ecc. e per rafforzare la lotta per la ricostruzione del partito comunista e per il socialismo. da Resistenza n. 1 - gennaio 2000
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Riviste, resistenza, politica
 

 


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