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Girodivite - n° 58
/ novembre 1999 - Globalizzazione
Nella globalizzazione fino al collo
di S.F.
Lunedì 8 novembre 1999, ore 16:30
Aula Magna della Facoltà di Scienze Politiche, piazza Cutelli,
Catania
Presentazione del libro: "Dentro la globalizzazione
: le conseguenze sulle persone" di Zygmunt Bauman.
Sono intervenuti: Chiara Platania (esecutivo nazionale
Giovani Comunisti/e), Pietro Barcellona (docente Università di
Catania), Salvatore Lupo (docente Università di Palermo), Alfonso
Gianni (ufficio di programma di Rifondazione Comunista).
Ma poi, che significa? Per me, che conseguenze pratiche ha?
Nelle discussioni attorno alla nuova parola che riemerge qua e là
nei dibattiti e sulle pagine dei giornali, quella di globalizzazione
rimane sfuggente e astratta. Se ne parla nel campo dei massimi sistemi
dell'economia, roba per addetti ai lavori o per chi ha soldi, penetra
attraverso i macinatori di mode e consumo culturali. E invece poi globalizzazione
ha effetti dirompenti proprio nella vita quotidiana, di tutti noi. E,
soprattutto, serve a dividere i nuovi ricchi dai nuovi poveri, a creare
spartiacque, le nuove divisioni.
Che significato ha che uno che va al supermercato
possa trovare pisellini prodotti in Cina e pomodori transgenici prodotti
in Alaska? E come la mettiamo con il fatto che un abitante dell'opulenta
Italia può prendere un aereo e andare alla Bahamas, mentre un
barbone centrafricano "non può" sbarcare in Italia? Che telefonare
a New York, tramite Internet, costa esattamente quanto telefonare a
un parente nella città vicina pochi chilometri?
Con il termine di globalizzazione si rischia
oggi di far entrare tutto e il contrario di tutto. Ma quando l'analisi
cerca di comprendere gli effetti che si hanno oggi, nella vita pratica
di tutti noi, allora la cosa si fa più interessante. Ben venga
dunque il libro di Zygmunt Bauman (Dentro la globalizzazione: le
conseguenze sulle persone. - Laterza), di cui si è discusso
lunedì 8 novembre nell'aula magna della Facoltà di Scienze
Politiche a Catania. A discuterne erano Pietro Barcellona, e lo storico
Salvatore Lupo, due intellettuali che su queste cose stanno riflettendo
attraverso una fitta serie di incontri e dibattiti in questi mesi a
Catania, e Chiara Platania di Rifondazione Comunista, partito che a
Catania sta cercando di innalzare il livello del dibattito politico
e culturale.
Pietro Barcellona, saggista e filosofo della
politica, considera il libro di Bauman importante proprio perché
non proviene dalle file degli economisti, ma dagli analisti sociali:
vi si analizzano gli effetti e le caratteristiche della globalizzazione
sulla vita di tutti noi. Caratteristiche che sono riconducibili a quelle
della de-localizzazione, lo smembramento dello spazio e del tempo di
cui i capitali finanziari sono capaci svincolati per la prima volta
nella storia umana dalla produzione e dal "luogo": grazie all'informatica,
la "distanza" è stata annullata. Con la conseguenza che i nuovi
poveri sono ora i "localizzati", travolti dai processi di smemorazione,
di perdita dell'identità individuale e collettiva. Di fronte
a questi processi in atto, le risposte classiche "di sinistra", di intervento
sulle storture dello "sviluppo" risultano inadeguate: compresa l'idea
del progetto keynesiano a livello planetario, di "aiuto al terzo mondo"
o di redistribuzione delle ricchezze.
Per lo storico Salvatore Lupo, occorre stare
attenti a non pensare i processi di internazionalizzazione e di nazionalizzazione
come processi che hanno un "prima" e un "dopo". Si tratta di processi
complementari. Per Lupo anzi il mercato non è l'unico protagonista
della storia contemporanea. Il welfare state diventa a un certo
punto il culmine del processo che vede una forte presenza dello Stato.
Ciò che è a rischio oggi sono i processi di democratizzazione.
Il pericolo che esiste oggi è la separazione del circuito dello
sviluppo (che si astrattizza) da quello politico (che rimane locale),
la riduzione degli organismi nazionali a semplici questure. Alfonso
Gianni nel suo intervento cita Marco Revelli, l'analisi degli Stati
nazionali ridotti a semplici intermediari finanziari. Gianni condivide
l'analisi di Lupo che continua a vedere la presenza, all'interno dei
processi in atto, di uno Stato nazionale - gli Stati Uniti - come protagonista
forte e non asservito di questi processi, per cui oggi esiste un "ordine
imperiale" che ha caratteristiche diverse dal sistema "imperialistico"
prima esistente. Il problema politico che si pone è quali risposte
dare, politicamente, ai processi in corso. Per Gianni esistono elementi
positivi che si stanno muovendo, e che vanno individuati al di fuori
dei vecchi canoni e analisi politiche: così i movimenti politici
in Chiapas, in Kurdistan; la campagna per la "Tobin tax" ecc. La scommessa
è quella di riuscire a costituire un blocco sociale nuovo, composto
magari di più soggetti e più "colorati".
Quello sulla globalizzazione è una discussione
in atto, attraverso la quale si cerca di capire cosa sta succedendo
e come si possa intervenire nel doppio fronte, degli studi e della pratica
politica. Ciò mentre il governo "di sinistra" che regge l'Italia
annuncia con orgoglio di aver espulso 60 mila persone mentre contemporaneamente
si discute - ma allo stesso modo con cui si parla del tempo al bar -
sugli "aiuti al terzo mondo" da approntare e sugli appalti alle nostre
"imprese" da ripartire. Una schizofrenia che lascia evidentemente ben
pochi immuni.
Released online: November, 1999

******July,
2000
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