«Per vivere come individui si è costretti a coprirsi di abiti che proteggano il corpo e i suoi segreti, e per vivere come individuo in una collettività bisogna circondare una parte di sé con delle mura. A questa parte si dà il nome di segreti, perché in essa stanno forse l'essenza, le chiavi, le inclinazioni profonde di una persona, ciò che la distingue dalle altre e ne garantisce l'indipendenza. Anche la famiglia, fatta di più individui, deve costruirsi una casa dalle mura ben solide per mantenere la propria specificità, e il Paese attorniarsi di mura immaginarie, di confini, di una "cittadinanza", di parole come "il mio Paese", compaesa ni, per proteggersi dalla perdita, dalla dissoluzione [...]»Idris scrive in una prosa espressionista che gioca con i registri linguistici, mediando continuamente tra dialetto e lingua letteraria, inventando una specie di lingua intermedia, un parlato di livello superiore. Se Naghib Mahfuz rappresenta una tenden za neoclassicheggiante della letteratura araba, Idris è il capo fila dell'espressionismo. Nei suoi racconti tratta i temi dell'infanzia, di religione, sesso, la miseria dei fellah, in ambienti popolari di paese o di periferie cittadine.