Stanislavskij: il "sistema": preminenza dell'attore e fedeltà al testo

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La preminenza dell'attore nella fedeltà al testo

Con Stanislavskij si opera, nella storia del teatro del Novecento, una trasformazione essenziale: l'attore non è più solo al servizio dell'autore, ma acquista importanza e ruolo all'interno della creazione drammaturgica. L'azione dell'attore diventa l'elemento costitutivo dello spettacolo. La parola del testo drammatico perde il suo primato, cedendolo all'azione drammatica [[34]].

E' un cambiamento che apre nuovi orizzonti, anche se l'apporto di Stanislavskij può apparire meno eclatante di quello di Mejerchol'd o meno utopico di quello di Artaud. E in ogni caso mantenendo una aderenza e una fedeltà al testo che altri registi vorranno superare (così in Grotowski, per il quale il testo e solo un pre-testo). Non si tratta di "insufficienze" rispetto a una evoluzione successiva, ma di precise scelte e diversi obiettivi di Stanislavskij rispetto ai registi-autori successivi. Per Stanislavskij non si tratta di mutare senso a un testo, ma di attuare un testo in maniera più coerentemente efficace dal punto di vista drammaturgico. Dando una lettura del testo non superficiale, non basata solo sulla lettera espressa, tenendo presente anche dei risultati che la letteratura russa (Tolstoj, Gor'kij, Dostojevskij) aveva raggiunto proprio nei confronti della complessità psicologica narrativa. Si pensi alla scoperta della polifonicità delle costruzioni narrative [[35]] o alla scoperta dell'idiosincrasia tra motivazioni psichologiche e motivazioni logico-formali [[36]] nell'azione dei personaggi. E tenendo presente delle ricerche in campo scientifico, le teorie psicologiche della scuola russa, in particolare le idee di Secenov e della sua psico-fisiologia [[37]].

Il personaggio indicato nella lettera del testo drammaturgo possiede così una serie di elementi, motivazioni, una vita pre-testuale e che lo fa agire in quel determinato modo: ricostruire il pre-testo significa "entrare" nel profondo del personaggio.

Saggio a cura di Barbara Failla

[34] Palumbo, op. cit., p. 16.

[35] Ne darà rilievo Bachtin, parlando di Dostojevskij.

[36] Ne darà rilievo Sklovskij, parlando di Tolstoj.

[37] per la psico-fisiologia ogni sentimento o impulso umano è una reazione a uno stimolo, una risposta a una percezione reale o immaginaria, ogni atto psichico nasce in quanto reazione. Allievo di Secenov sarà Pavlov, i cui studi saranno molto conosciuti (e criticati) in occidente.



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