XV secolo: la Spagna

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XV secolo: la Spagna


Nel corso del XV secolo in Spagna (Castilla e Aragona) domina l'influenza italica. Soprattutto Alighieri Boccaccio e Petrarca influenzano i trattati morali. La poesia raggiunge una notevole raffinatezza. Verso il 1445 è redatto in Castilla il Canzoniere di Baena (Cancionero de Baena), che raccoglie materiali di due scuole poetiche, quella allegorico- francoitalica e quella gallego-portoghese. Nel primo filone predominano i metri di "arte menor", come l'ottosillabo e sviluppa tematiche di origine provenzale; il secondo filone, quello allegorico, privilegia modelli italici e francesi. La raccolta fu compilata, pare, da Juan Alonso de Baena (nato a Baena nel 1406, fu segretario alla corte di Juan II di Castiglia, morì a Córdoba nel 1454). E' la prima antologia di poesia castigliana, contiene 576 componimenti di 54 poeti conosciuti e alcune poesie anonime. Nel complesso i componimenti hanno scarso valore poetico, ma sono testimonianza della produzione lirica cortigiana della fine del XIV secolo e dell'inizio del XV secolo. Tra i maggiori poeti presenti nella raccolta sono il poeta satirico Alfonso Alvarez de Villasandino, e Macías (filone gallego-protighese), e Francisco Imperial (filone allegorico).

Il Canzoniere di Stúñiga (Cancionero de Stúñiga) deriva il titolo dal nome di Lope de Stúñiga, un discendente di Carlo il Temerario e autore di delicate poesie d'amore, primo dei poeti presenti nella silloge. La raccolta fu fatta presso la corte aragonese di Napoli, dopo la morte di Alfonso V (1458), quasi a sancire la fusione, avvenuta nella corte aragonese, tra cultura italica e spagnola. Sono presenti nella raccolta El Carvajal, primo tra i poeti spagnoli a comporre versi italiani, Pedro de Torrellas, Pedro de Santafé, e due imitatori di Alighieri stilnovista: Juan de Andújar e Juan de Dueñas.
Nella prima metà del secolo, tra i migliori autori sono Hernando de Castillo, Enrique de Villena, Juan de Mena. Il maggiore è forse Iñigo marchese di Santillana. In un periodo politicamente turbolento per la storia castigliana, in cui l'ideale feudale e cavalleresco è ancora dominante, l'accostarsi da parte di questi nobili alla cultura è un fatto ancora non comune. Gli interessi maggiori restano quelli legati alle armi. L'eccezionalità di Enrique de Villena, discendente delle famiglie reali di Castilla e di Aragona, maestro del potente Ordine di Calatrava, che, attratto dalla cultura, si disinteressò completamente della vita politica e militare, ebbe come contropartita la considerazione presso i contemporanei di uomo astratto e poco pratico («dicevano di lui che sapeva molto sul cielo e poco sulla terra», riferisce Pérez de Guzmán nelle "Generazioni e ritratti" [Ma lo stesso giudizio lo si ritrova nella "Crónica de los Reyes de Castilla": «fu un gran letterato ma seppe molto poco di quel che faceva»]). Siamo inoltre ancora davanti a cavalieri colti, non a cortigiani. Per essi, il cui prototipo sarà in cavaliere esperto di spada e di cultura come Garcilaso de la Vega, occorrerà attendere lo svilupparsi dell'influenza italica cortigianesca (il "Cortigiano" di Castiglione).
Nella seconda metà del XV secolo Gómez Manrique (1413\1491) è autore di opere teatrali religiose, come la Rappresentazione della nascita di Nostro Signor. Jorge Manrique, nipote di Gómez, è autore del capolavoro Stanze per la morte del padre.
Anonima è la satira delle Strofe di Mingo Revulgo, un dialogo tra due pastori.
Il 1479 fu un anno importante per la storia moderna della penisola iberica. La maggior parte della penisola, escluso il Portogallo, si riunificò politicamente grazie al matrimonio tra Ferdinando d'Aragona e Isabel di Castiglia. E' una espansione che coincide con l'inizio dell'umanesimo in Spagna. Elio Antonio de Nebrija (1441\1522) è autore dell'Arte della lingua castigliana (1492), prima grammatica castigliana con cui questa lingua veniva equiparata alle lingue classiche e si affermava come lingua nazionale. Gli umanisti procedettero anche alla raccolta della poesia popolare orale dei "romances" (i frammenti delle canzoni di gesta isolati dal resto della narrazione), e di alcuni "romances junglarescos" (più brevi di quelli tradizionali e dunque conservati per intero dalla tradizione orale): alla metà del XVI secolo fu pubblicata la prima raccolta, il Canzoniere dei romances di Anvers (Cancionero de romances d'Anvers).


XV secolo

[1997]


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