La fotografia della cronaca

mercoledì 21 giugno 2023, di Sergej

La mostra permanete di "Quelli dell’Ora" ai Cantieri culturali della Zisa, a Palermo

L’arte è qualcosa di molto sfaccettato, come gran parte di quello che proviene dal mondo analogico, cioè dalla vita reale - con il bagaglio storico e anche tecnico e culturale che la realtà si porta appresso. Arte come mondo di ciò che può essere visto, e che reca dentro di sé un nocciolo duro di emozione, che passa attraverso la percezione. E che lascia, chi vede, prima attonito e poi alla ricerca di una definizione di quello che sta provando: posizione scomoda, che sembra darci la facile via di fuga che ci permette di rifugiarci nelle categorie estetiche (il "bello") o di derivazione retorica (l’ "efficacia" o l’effetto, la sua utilità strumentale e politica e l’uso per ipnotizzare le masse). Di arte "se ne parla", tutta la storia dell’arte è questo chiacchiericcio continuo che si fa attorno alla "cosa artistica". L’arte, per essere compresa, soprattutto dal committente, deve essere "spiegata". Nel nostro tempo tecnologico, quello della riproduzione dell’opera d’arte, ci si mette di mezzo di contro all’unicità dell’oggetto artistico, la possibilità di riprodurlo, duplicarlo, moltiplicarlo. Per la gioia del borghese che può così imitare l’aristocratico da cui vuole scimmiottare l’ "amore per l’arte". Per il sollucchero consumistico del turista che imita il borghese. Ma cosa succede quando la fotografia, oggetto tecnologico tipico del segmento del nostro tempo viene "esposta" ed è capace di trasmettere emozioni a chi guarda?

La mostra permanete "Quelli dell’Ora" è fruibile presso i Cantieri culturali della Zisa a Palermo, al Centro Internazionale di fotografia. Si tratta di una raccolta documentaria di fotografie, prodotte dai giornalisti-fotografi che lavorarono al quotidiano palermitano L’Ora, dal 1974 sino al 1992. L’Ora è stato un importante quotidiano, sociale e politico, uscito a Palermo nel periodo delle guerre di mafia e delle morti per le strade. Da quando il vescovo di Palermo negava l’esistenza della mafia - e con lui tutti i democristiani che governavano la città e sottoponevano quella città e quel popolo con la violenza, nella totale assenza di Stato e giustizia -, fino alle ultime uccisioni. Chi ha vissuto in Sicilia in quel periodo sa cosa ha voluto dire L’Ora, e il grande lavoro svolto dal suo direttore Nisticò [1]. I giornalisti che ogni giorno rischiavano la pelle per scrivere un pezzo di cronaca, e fare una foto. I giornalisti che sono morti, scomparsi (come Mauro De Mauro [2]). L’Ora allevò, come poi anche i Siciliani di Fava a Catania, giornalisti democratici - mentre i partiti della Sinistra non sempre riuscivano a capire cosa accadeva e cosa sarebbe stato meglio fare. Tra li fotografi de L’Ora era anche Letizia Battaglia [3], ma non solo.

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Bambini a Palermo, foto di Riccardo Liberati

Questa mostra appunto ci dice dei fotografi dell’Ora e del "non solo" Letizia Battaglia. Una mostra che nasce dal Centro Internazionale di fotografia voluto da Letizia Battaglia e che prova a resistere, anche attraverso il mezzo della mostra e della fotografia, all’azione della smemorazione storica. In questa mostra è possibile vedere o ritrovare le fotografie di Vittorio Aurino, Ernesto Battaglia, Letizia Battaglia, Pietro Barraco, Tonino Bono, Santi Caleca, Cesare Costa, Maurizio D’Angelo, Luciano del Castillo, Salvo Fundarotto, Natale Gaggioli, Filippo La Mantia, Riccardo Liberati, Salvo Lupo, Eugenio Mangia, Carlo Ramo, Fabio Sgroi, Shobha (figlia di Letizia Battaglia), Franco Zecchin.

Come è stato scritto:

"L’esposizione che nasce da un lavoro sugli archivi del giornale, è un omaggio al quotidiano dove nacque il giornalismo antimafia, e dove si formarono tre generazioni di fotografi e di cronisti. Dalle stanze del potere, ai quartieri popolari, dalla violenza criminale agli arresti e ai processi e ai funerali, ma anche le feste religiose, gli spettacoli, gli eventi culturali, lo sport. Un racconto per immagini dove i casi di cronaca più significativi s’intrecciano indissolubilmente con la storia della città" [4]

"Quelli de L’ORA è un documento irripetibile di ciò che ha patito Palermo; queste fotografie sono storia, storia brutale alla quale Palermo ha saputo reagire. Tra gli obiettivi del Centro internazionale di Fotografia c’è quello di raccontare la città e in quest’ottica la mostra è un omaggio a tutti i fotografi che con le loro immagini hanno voluto resistere e denunciare, negli anni terribili in cui la mafia e la corruzione politica hanno tentato di annientare la nostra cultura” ha scritto Letizia Battaglia riguardo a questa mostra.

E Franco Zecchin: "Oggi L’ORA non c’è più, ma resta un legame affettivo con giornalisti e fotografi che hanno condiviso l’esperienza pregnante di un periodo storico ormai concluso. Attraverso questa selezione di fotografie, “quelli de L’ORA” intendono restituire alla città di Palermo l’immagine che hanno composto tramite una presenza continua e costante sul territorio, in un periodo che ha segnato drammaticamente la storia della Sicilia e dell’Italia".

C’è nel bianco-e-nero di queste foto un grumo incancellabile e denso. La fotografia trasmette ancora la violenza e l’atroce sofferenza, sui corpi, sui visi, sulle persone. La violenza della storia, la violenza di una guerra civile - e la sofferenza delle vittime, e di chi era costretto ad assistere impotente, nell’indifferenza e nella complicità dello Stato, a quanto succedeva. Si può guardare a queste foto con indifferenza, o non riuscire a sostenere lo sguardo. Guardare il volto delle Gorgoni è guardare noi stessi, il nostre stesso volto di assassini (e assassinati). Queste foto appartengono all’arte "insostenibile". C’è un’arte che passa attraverso una macchina - la macchina fotografica -, che fissa un attimo irripetibile di questo flusso continuo che scorre sotto i nostri occhi, e questo grumo ci ritorna indietro, lo possiamo "rivivere" e farne oggetto di "visione" e "ri-visione/re-visione". E questo grumo proprio non scende giù, ci rimane in gola come un’ovosodo (come diceva il regista Virzì in un suo film). Queste foto ci ricordano che la realtà è questo grumo. Ci aiutano a non dimenticare.

Note

[1] Lettura imprescindibile: Accadeva in Sicilia : gli anni ruggenti dell’Ora di Palermo / Vittorio Nisticò ; prefazione di Marcello Sorge. - Palermo : Sellerio, 2001. - 2 v. : 282, 480 p., br ; 19,5 cm. - (La nuova diagonale ; 37). - ISBN 88-389-1410-9.

[2] Vedi: Wikipedia.

[3] Di Letizia abbiamo parlato spesso su Girodivite: [Letizia il bianco e nero che colora / di Franco Iuliano]. - Ciao Lewtizia. - Le persone che si conoscono, sui rapporti tra Goffredo Fofi e Letizia Battaglia.

[4] Vedi: PalermoToday. - Segnonline.


Sergej

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