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Antologia


Io, Erika Jong, nel mezzo della mia vita
Alle spalle due genitori, due mariti
Vari uomini, due libri di poesia
E tre decadi di pena
Sparse lacrime per chi non mi ha amato
E per chi non ho amato io -
Mi dichiaro ora per la gioia.
C'è abbastanza pena, dappertutto, a nutrirci,
è la gioia che è scarsa. 
Io dico: all'inferno la tetraggine. 
All'inferno i cupi orgasmi,
la dedizione triste.
Nessun rinnegatore di gioia
Può rinnegarmi ora.
Io brucio! Io rido e offro pienezza
A chi disprezza se stesso.
Io dico: l'infelicità
È a buon mercato. All'inferno!
Le porte si aprono
E le metafore si spalancano!
Io affido al fuoco ogni parola. 

(da Erika Jong, Frutta e verdura, 
tr. Di D. Bisutti,
Bompiani, Milano, 1974)

Si, è vero, cerco
In te scampo da te, visto che
Incantare il boia
È il modo più semplice e diretto
Per ottenere la grazia.

(da Annelisa Alleva, Poesie, 
in "Paragone" n. 452 (ottobre 1987)

Una
Dovrà pur togliere la palla
Di mano
Ai tremendi giocatori. 

(da Nelly Sachs, Poesie, tr. Di I. Porena, 
Einaudi, Torino, 1966)
La bambina che sgobba fedele
Alla scrivania di quercia
È diventata la donna con una missione
Non di vincere premi
Ma di cambiare le leggi della storia.
Come le sia venuta questa missione
Non è chiaro, né come i confini della perfezione
Siano esplosi, lasciandole lo zigomo grigio di fumo
Una ciocca di capelli bruciacchiata,
la gonna schizzata di terra.
Diciamo solamente che afferrata
Da un'aria blu, straniera, s'è trovata in un deserto
Che lo ha valicato
Sospinta dalle radici della sua necessità.

(da Adrienne Rich, Lo spacco alla radice, 
a cura di L. Borghi, estro Editrice, Firenze, 1985).

"Un uomo, che viveva presso uno stagno, una notte fu
svegliato da un gran rumore. Uscì allora nel buio e si
diresse verso lo stagno ma, nell'oscurità, correndo in
su e in giù, a destra e a manca, guidato solo dal
rumore, cadde e inciampò più volte. Finché trovò una
falla sull'argine da cui uscivano acqua e pesci: si
mise subito al lavoro per tapparla e, solo quando ebbe
finito, se ne tornò a letto. La mattina dopo,
affacciandosi alla finestra, vide con sorpresa che le
orme dei suoi passi avevano disegnato sul terreno la
figura di una cicogna. 'Quando il disegno della mia
vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una
cicogna?' si chiede a questo punto Karen Blixen" ,
l'autrice del racconto." (cit. da Adriana Cavarero,
Filosofia della narrazione, Feltrinelli, 1997)

 

Questo è l'anno in cui le vecchie
Le grandi vecchie
Ci lasciano sole per la strada.
Abbiamo le loro parole nelle nostre tasche
Oscure indicazioni.
Le vecchie ci hanno detto
Che la strada conduce al mare,
noi ci chiediamo come sarà senza di loro
e seguitiamo a camminare
mentre il gufo volteggia
obliquo
e si immerge nei boschi profondi.

(da Denise  Levertov, in Poesia degli ultimi 
americani, a cura di Fernanda Pivano, Feltrinelli, 
Milano, 1964)


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Sherazade: e-mail: sherazade@girodivite.it
Autore
a cura di Pina La Villa, Lidia Conti e Lucia Capuana
Titolo
Antologia
Data stesura
novembre 1999 / gennaio 2000
Data aggiornamento
gennaio 2000