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Il teatro di Scarpetta, di
Edoardo e il grande Totò hanno lasciato
il segno nella mimica di Servillo, mentre
anche la tradizione musicale napotelana,
rivista e corretta, fa capolino nelle musiche
della Piccola Orchestra.
Per la prima volta a Sonica,
arrivano le sedie per il pubblico, e ne
vale la pena. Già dalle prime note
la musica ti proietta in una dimensione
altra. In nome dei mille amori che in una
galleria senza tempo fanno rivivere mille
emozioni, anche la piazza diventa teatro.
"Innanzi tutto la buona
creanza. Buona sera dalla Piccola Orchestra".
E una dietro l'altra, intervallate da brevi
introduzioni, in un'ora e mezza di ottima
musica c'è spazio per vecchi e nuovi
brani: "Scherzi d'affitto", "Ma
che freddo fa", "Dormi e sogna",
"L'amante improvviso", "Intermezzo",
"Sentimento", "Canzone appassionata",
"Sogno biondo", "Abbassando",
"Aria di te", "Primo amore",
"Nostromo", "Storia d'amore".
Il pubblico della ne conosce ogni nota,
eppure continua a stupirsi per i virtuosismi
della chitarra o corre dietro un sogno nella
mimica di Servillo.
L'atmosfera è magica,
il pubblico canta, un coglione interrompe.
Gracchia sul coro del pubblico in "Sentimento";
e la Piccola Orchestra si ritira. Il pubblico
è si alza in piedi e li acclama.
I musicisti sono furiosi. Sembra che abbiano
detto: "La madre dei cretini è
sempre incinta".
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