segnali dalle città invisibili
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La diversità ci unisce

di Valentina A. Mmaka - valentinammaka@hotmail.com

La Terra e' in movimento e non solo in senso scientifico, la Terra si muove
perche' i suoi popoli si muovono, le genti e le tribu' si incontrano e si
uniscono, e in questa mescolanza si creano nuove culture. Chi e' diverso?
Tutti lo siamo, non esiste un altro essere umano uguale all'altro, anche i
gemelli, pur nella loro apparente uguaglianza, sono diversi. C'e' una sola
cosa che accomuna tutti noi: l'essere diversi. La diversita' ci unisce
perche' ci permette di imparare cose nuove e di arricchire le nostre
conoscenze, nonche' di sperimentare altre esperienze umane.
Ho raccontato la diversita' in un libro, "Il mondo a colori della famiglia
BwanaVal" (prefazione di Barbara Palombelli - ConTatto Edizioni, 2002),
alle mie figlie innanzi tutto per spiegare loro le ragioni di un mondo a
colori.

Ho scelto i bambini come miei interlocutori privilegiati perche' sono
attenti osservatori, critici sinceri e perche' loro non nutrono sentimenti
quali l'odio, il pregiudizio, l'intolleranza. Ho raccontato la diversita'
attraverso una favola, dove l'animismo africano e' presente a fare da guida
allo straordinario viaggio che i protagonisti della storia compiono alla
scoperta delle origini dei colori del mondo, perche' la favola stimola
l'immaginazione di chi legge e fa sognare. La natura, qui, parla e convive
con l'uomo in condizioni di perfetta armonia, rispetto e condivisione,
cosi' come i popoli della Terra.

Il mondo a colori della famiglia BwanaVal apre le porte alle scuole. La
favola, pur nel gioco della fantasia e della creativita', non allude a idee
e concetti, quanto rende visibile la realta' per cio' che si manifesta agli
occhi di chi la vive (nella storia) e di chi la legge (nella realta'). La
didattica interculturale e' sempre piu' una realta' presente in Italia,
dove l'incontro con l'altro, lo straniero e' un evento quotidiano che ci
riguarda tutti. Essa tuttavia ha bisogno di spazi di espressione che non
siano solo quelli limitati dell'aula scolastica, ovvero del libro di testo
di carattere "critico" o "scientifico". Per promuovere una didattica
interculturale efficace, bisogna partire da strumenti "altri" da quelli
tradizionali. Un libro, un film, uno spettacolo teatrale, un incontro
diretto con il soggetto interessato, possono avvicinare concretamente i
ragazzi, ma anche gli educatori e i genitori, alle diversita' culturali e
di razza stimolandoli al dialogo, al confronto e allo scambio. La didattica
tradizionale in tal senso puo' assumere, in una fase successiva, la veste
di strumento di approfondimento.

Stabilito che il punto di partenza e' la diversita' come valore, nessuna
societa' puo' auspicare l'integrazione. Integrare significa assimilare e
non credo che una cultura possa assimilare altre culture privandole della
loro identita'. Non esistono culture superiori ad altre. Ognuna ha un
valore che va riconosciuto, confrontato, scambiato, condiviso e rispettato.
L'integrazione in questo senso e' un'idea fallimentare per una societa'
dove convivano culture diverse, essa non rientra nei processi di
socializzazione interculturale perche' mira ad annientare la specificita'
dell'altro, a cancellarne la memoria. Occorre l'interazione per garantire a
ciascuna cultura la propria identita' e realizzare un progetto sociale
pluralista.
La riflessione del libro verte sulla diversita'. In che modo essa
costituisce un valore per ciascuno di noi?
Istintivamente la diversita' puo' intimorire, fa paura perche' costituisce
l'ignoto, ma se questo e' vero e' anche vero che questi timori si
manifestano quando la diversita' e' rappresentata dallo straniero, da chi
viene da lontano, da chi parla una lingua a noi incomprensibile, da chi
indossa abiti diversi o prega secondo riti sconosciuti. Proviamo a cambiare
prospettiva e pensare che forse partendo dallo straniero arriviamo a noi
stessi e una volta ritrovati noi stessi ritorniamo alla straniero senza
piu' paura.

Negare la diversita' significa negare noi stessi. Se tutti noi fossimo
uguali che bisogno ci sarebbe di comunicare? Se tutti fossimo uguali nel
vestire, nel mangiare, nell'aspetto fisico, nello stile di vita, ogni cosa
perderebbe importanza e allora anche la stessa esistenza, sarebbe nulla,
sterile, fredda. Che bisogno ci sarebbe di chiamarsi Maria anziche'
Giuseppina, Tiziano anziche' Giovanni? Ecco che la diversita' risolve la
questione. Essa, infatti, non solo ci spinge ad incontrare l'altro, ma
prima ancora noi stessi. L'esistenza dell'altro in quanto soggetto diverso,
permette di comprendere noi stessi e di stabilire la nostra identita' come
punto di partenza per il confronto con l'altro.

Per le scuole, le biblioteche, le associazioni che fossero interessate ad
avvalersi del libro presentandolo alla presenza dell'autore, possono
rivolgersi direttamente all'editore.
info@edizionicontatto.it
Tel: 0187/969162

ESTREMI DEL LIBRO

Autore: Valentina Acava Mmaka
Titolo: Il mondo a colori della famiglia Bwana Val
Note: illustrazioni a colori
Formato: 145 X 205
Pagine: 92
Prezzo: euro 10
Codice: ISBN 88-900667-9-2
Uscita prevista: settembre 2002

 

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