|
|
"Se la stupidità non è possibile
estinguerla, almeno decimiamola", dice il protagonista
Grunert, un po' donchisciottescamente, nel romanzo "Mattino
rosso"
di Hans Helmut Kirst. Siamo in un campo di prigionieri
tedeschi in Russia - la guerra è appena terminata
-, impiegati come operai nella fabbrica di trattori
Mattino Rosso, orgoglio della ricostruzione sovietica.
Come in altri romanzi di Kirst
- la saga del caporale Asch nella serie "08/15":
ne abbiamo recensito uno proprio oggi - il tema è
quello della rivolta al sistema della stupidità
imposto dal carcere sociale. Grunert costruisce la sua
rivolta sfruttando opportunità e debolezze del
"sistema": mette insieme un gruppo di lavoro
- Kultura 5 - impegnato nella produzione di spettacoli
artistici all'interno del campo. "Se devo proprio
morire" disse Grunert serio serio, "allora
scelgo di morire dal gran ridere". L'opposizione
maggiore non gli proverrà tanto dal sistema carcerario
imposto dai sovietici, ma dalla rivalità del
kapò tedesco del campo. Kirst sa rendere molto
bene, con ironia ma soprattutto con sensibilità
umana - le miserie e le debolezze, il bisogno di amore
di ciascuno - la vicenda.
"- Credo di cominciare a capirti,- disse l'altro
Guglielmo *. - Ormai riesco a farmi un'idea di quello
che pensi. Probabilmente si tratta di questo: anche
l'intelligenza più acuta riesce a muovere le
montagne solo quando ci siano a sufficienza forze mobilitabili.-
-Bisogna aspettarsi tutto e prepararsi il più
possibile: questa è tutta la mia saggezza,- disse
Grunert; ed era come se parlasse della cosa più
naturale di questo mondo [...].
- Probabilmente,- disse senza dare tono d'importanza
alla cosa, ma come chiacchierando amichevolmente, -
tutto ciò che di solito si chiama grandezza non
è altro che un corto circuito spirituale o il
sogno ad occhi aperti di donne e di favoleggiatori:
tutte belle cose inventate per scolaretti creduli e
per gente che vuol rimanere tale. La potenza si basa
non di rado sulla sciocchezza; e la grandezza può
essere costruita di bugie e di indaffarate illusioni.
Noi dovremmo finalmente imparare a smascherare queste
falsificazioni. Con l'intera verità si vive più
facilmente che con mezza illusione. Così, per
esempio, quella tonante parola infantile della 'guardia
che muore ma non si arrende' è provato che suonò
ben diversamente: il comandante della guardia infatti
gridò, con molta semplicità e con tutta
chiarezza: 'Merde!' e si arrese [...] -.
- Tu non riuscirai a cambiare questo mondo, Grunert
- disse sospirando un Guglielmo. - La maggior parte
degli uomini detesta i pensieri scomodi. - E prese la
mano del suo amico come se provasse il bisogno di sentire
un appoggio.
-Certo,- disse Grunert senza particolare entusiasmo,
- non sarà mai possibile sradicare la stupidità,
ma ridurla si può!-" (p. 138-140).
* i due Guglielmi del brano sono due prigionieri
tedeschi che diventano tra i i primi, migliori, collaboratori
di Grunert. Entrambi hanno lo stesso nome, e nessuno
era in grado di distinguerli se non chiamandoli appunto
"un" o "l'altro" Guglielmo. I "due
Gugliemi" sono tra i personaggi migliori di questo
romanzo di Kirst.
"Se la stupidità non è possibile
estinguerla, almeno decimiamola"Mattino rosso,
di Hans H. Kirst (Garzanti, 1959)Bancarella
3
Scheda bibliografica |
|
|