Harlem renaissance

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Harlem renaissance


Tra il 1920 e il 1930 è un movimento sociale e letterario che definisce un atteggiamento nuovo rispetto al problema razziale. Fu un movimento prevalentemente urbano e d'élite che ebbe il suo epicentro a Harlem, la più grande comunità nera del mondo, dove neri di provenienza diversa vivevano in stretto contatto fornendo all'artista una grande varietà di campioni umani e la possibilità di osservare i ritmi più intensi della metropoli. Vi parteciparo no scrittori musicisti poeti e saggisti: Langston Hughes, Countee Cullen , Claude MacKay, Jean Toomer, Sterling Brown, Zora Neale Hurston. Per tutti questi primaria fu la necessità di autodefinizione di contro non solo ai valori dei bianchi ma anche a quelli dei padri della generazione prebellica.
L'identità del nero, consapevole delle sue origini di schiavo, deve essere l'oggetto del fare artistico. Questo programma implica la revisione del passato sia americano che africano. Alla ridefinizione del sé si accompagna la rilettura del folclore, considerato come un grande contributo die neri alla cultura americana. Il dilemma, come Hughes sottolineò in “L'artista nero e la montagna razziale” (The negro artist and the racial mountain, 1926) manifesto del movimento, è quello della duplicità che scaturisce dalla consapevolezza di essere neri e insieme africani. Nella tormentata ricerca di una identità, l'africa, dimensione perduta, si pone come un interrogativo e uno stimolo alla ricomposizione della totalità dell'io.



[1997]


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