Jean Toomer

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Jean Toomer


Nato a Washington nel 1894, morì non si sa bene dove nel 1967. Era di ascendenza creola. Entrò presto in contatto con l'avanguardia di New York e di Chicago, insieme a H. Crane, K. Burke, A. Stieglitz. Dal recupero della realtà della schiavitù in Georgia, dove insegnò in una scuola di campagna nel 1921, nacque il suo capolavoro, Canna (Cane, 1922). L'incontro nel 1927 a Fontainebleau con il russo G.I. Gurdjieff, accentuò le sue tendenze mistiche, già manifestatisi in USA con la sua adesione al gruppo Art and Vision. Dopo la pubblicazione del volume di aforismi Essenziale (Essentials, 1931) e del lungo poema Meridiano blù (Blue meridian, 1936), Toomer abbandonò l'attività di scrittore per dedicarsi a fare opera di proselitismo del suo nuovo credo.
La ricerca formale che Toomer persegue in "Canna" trascende il realismo. Mira a trasformare il linguaggio dei neri in uno strumento di rappresentazione della qualità atavica del Sud rurale, segnato dalle stimmate della schiavitù. Il testo è una suggestiva 'sinfonia' composta di racconti brevi, poesie, brani drammatici (quello finale), che acquistano grande incisività per la presenza di materiali derivati dalla tradizione del folklore afro-nordamericano. La compresenza di brani che si ricollegano a generi diversi fa parte della precisa ricerca di Toomer, che si definiva uomo dai «sette sangui diversi: francese, olandese, gallese, negro, tedesco, ebreo e indiano». La frammentazione dell'opera risponde al bisogno di riflettere le opposizioni centrali dell'epoca: bianco-nero, sud-nord, mondo rurale-frenesia urbana, religiosità-spirito terrestre; per ricondurle a una unità. E' un viaggio nel Sud caldo e crepuscolare (la prima parte) segnato da figure di donne e drammi di una Georgia di terra rossa e di canne alla cui 'voce' si alternano poesie e versi in un gioco di anti cipazioni richiami riprese tematiche e emozionali, al Nord urba no, Washington e la Chicago della seconda parte, che racchiude i protagonisti lacerati e grotteschi di una esperienza di sradica mento. Il tentativo di riappropriazione delle radici perdute di «una razza di schiavi illuminati dal canto» segna la convulsa ri cerca di Kabnis, il poeta protagonista della terza sezione, nel suo ritorno al Sud.
L'opera ha la forma di storia coscienziale, una specie di ritratto di artista da giovane. L'ansia di totalità, superamento degli opposti, è il tema centrale di "Canna". Toomer vede nell'apporto culturale della sua tradizione afro-americana lo strumento per annullare i confini di una civiltà antinomica e insidiata dal dissidio interiore, nella speranza di un possibile riscatto. Toomer individuò la propria missione di artista d'avanguardia nello sforzo di costruire un mondo ideale di reciprocità razziale, concepì la sua arte come una controparte spirituale all'amalgama delle razze.



[1997]


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