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Gabriele Centineo RIP

La morte di Gabriele Centineo ci colpisce tutti, tutta la redazione di Girodivite. Il percorso umano e politico che abbiamo fatto in questi anni non ha mai potuto prescindere dalla presenza di Gabriele Centineo, che è stato per noi tutti più di un padre.

di Redazione - martedì 5 settembre 2017 - 8469 letture

La morte di Gabriele Centineo ci colpisce tutti, tutta la redazione di Girodivite. Il percorso umano e politico che abbiamo fatto in questi anni non ha mai potuto prescindere dalla presenza di Gabriele Centineo, che è stato per noi tutti più di un padre.

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Gabriele Centineo

Comunista e senza peli sulla lingua, era sempre presente a tutte le manifestazioni e agli incontri della sinistra catanese. Era tra i ragazzi che si riunivano poco prima del Sessantotto, aveva sposato Emma Baeri nel 1968, insegnato chimica all’Università di Catania. Era stato vicino a tutti i movimenti e le sinistre a sinistra del PCI. Sempre con l’intelligenza acuta e la capacità di guardare alle cose senza fronzoli. La sua voce roca e sorniona era inconfondibile, a lui era concesso - l’unico in questi ultimi anni - di fumare alle assemblee della sinistra a cui partecipava. E’ stato con Nicola Torre, Nicola Cipolla, Nino Recupero e con tanti altri, un compagno.

Un abbraccio, compagno Gabriele. "E grazie per tutto questo pesce".


Per sentire la sua voce: L’Urlo.

Una sua lettera all’ANPI nel 2013.

Interventi di Gabriele Centineo conservati su Radio Radicale.


Ciao Gabriele, la terra ti sia lieve

Pubblicato il 5 set 2017

PRC: «CON PROFONDO DOLORE APPRENDIAMO DELLA MORTE DI GABRIELE CENTINEO, MILITANTE COMUNISTA, DIRIGENTE DI RIFONDAZIONE» Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e Paolo Ferrero, vicepresidente europeo della Sinistra Europea, dichiarano: «E’ con profonda tristezza che accogliamo la notizia che questa mattina, dopo una lunga malattia che non gli aveva tolto la lucidità e la passione per la politica, è morto il compagno Gabriele Centineo. Militante comunista, dirigente politico del movimento operaio e della sinistra per tutta la vita: da Democrazia Proletaria alla CGIL a Rifondazione Comunista, di cui era segretario provinciale nella sua Catania.

Gabriele, che è stato tra i fondatori del Manifesto, è stata la personificazione di quella parte della generazione politica sessantottina che è rimasta fedele ai propri ideali: non ha mai tradito e non ha mai accettato compromessi che snaturassero la prospettiva di fondo della libertà e dell’eguaglianza. Così come non ha mai abbandonato l’ironia, sovente un po’ nascosto dietro al fumo della sua sigaretta.

Un caro abbraccio ad Emma, consorte di una vita, alle figlie Maria Carla e Paola, a tutti i compagni e alle compagne che in queste ore, a Catania e non solo, stanno piangendo la morte di Gabriele. Ciao Gabriele, la terra ti sia lieve».

fonte: http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=30789


In memoria di Gabriele Centineo

Pubblicato il 5 set 2017

Con la morte di Gabriele Centineo abbiamo perso un compagno ed un amico carissimo, dolce e determinato. Rifondazione comunista ha perso un dirigente di vasta e complessa cultura, capace di grande connessione sentimentale con le compagne e i compagni, con i Giovani comunisti. La democrazia costituzionale italiana ha perso una autorevole soggettività, portatrice di una quotidiana, paziente ma puntigliosa e non mediabile radicalità democratica.

Il suo complesso itinerario culturale e politico affonda le radici nell’impianto della sinistra socialista, di Raniero Panzieri, da Gabriele amatissimo. Di Panzieri, in tutta la sua lunga e coerente militanza, Gabriele ha sempre coltivato e praticato due caratteristiche principali, metafora di una contraddizione solo apparente: attenzione estrema verso le innovazioni teoriche e politiche, grande curiosità nei confronti delle esperienze e dei movimenti di lotta, dell’autogestione, del mutualismo, in una concezione della militanza molto progettuale, aperta, inclusiva.

Ma senza cedere mai alla doppia deriva dell’”autonomia del sociale” contrapposta all’”autonomia del politico”. Gabriele ha saputo, infatti, essere insieme uomo di movimento e uomo di partito. Fondatore del Manifesto e poi di Democrazia Proletaria, che lo ha visto fondatore e costruttore, sempre critico, mai ingabbiato nel realismo politico. Ma sempre comunque uomo di partito. Questa ricchezza ha portato in Rifondazione Comunista di cui oggi era segretario provinciale nella sua Catania.

Gabriele non è stato soltanto un grande militante di partito. Ha creduto, lottato, nella Cgil per tutta la vita. Anzi la Cgil è stata la sua vita. Proprio questo affetto lo portava alla critica verso le linee che non condivideva e la sua scientificità lo portava ad organizzare l’opposizione nel sindacato. È perchè il suo punto di riferimento non era l’apparato, erano i vissuti, i bisogni, le ansie, le pulsioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Non è possibile, infine, per noi, che da lui abbiamo tanto imparato, come capacità di inchiesta e di analisi strutturale, dimenticare il suo impegno antimafia. Per Gabriele la mafia non era un gruppo di terroristi sparatori folli, pizzini e folklore, nicchia di arretratezza, come il potere ha voluto e vuole far credere. Gabriele ha studiato la mafia come intreccio con l’economia, l’amministrazione, la politica, come processo di valorizzazione del capitale, segmento della moderna accumulazione capitalistica. Il dossier che stilò, insieme ad altri compagni, sui “Cavalieri del lavoro” di Catania, sulle connessioni fra Confindustria e mafia, è un esempio controcorrente di grande lucidità ed efficacia.

Gabriele ha amato molto Bloch, il comunista eretico, il comunista dell’utopia come orizzonte quotidiano, non sogno massimalistico ed idealistico, ma fattore materiale di democrazia progressiva e di rivoluzione. Gabriele, infatti, come tutte e tutti noi, pensava che c’è proprio tanto bisogno di rivoluzione.

In questo momento del dolore, un caro abbraccio ad Emma, con-sorte di una vita, alle figlie Maria Carla e Paola, a tutti i compagni e alle compagne che in queste ore, a Catania e non solo, stanno piangendo la morte di Gabriele. Ciao Gabriele, la terra ti sia lieve.

Giovanni Russo Spena

Paolo Ferrero

fonte: http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=30787


La Sinistra che era Gabriele

"Chissà che dice Gabriele" "Andiamo a sentire cosa dice Gabriele" "Cosa ne pensa Gabriele...". Tutti noi credo abbiamo dentro di noi, e tra di noi, detto questa cosa. Perché "sentire cosa ne pensasse Gabriele" su questa o quella iniziativa dei compagni, su questa o quest’altra cosa che avveniva e che ci colpiva, era tra le prime cose che ci veniva in mente. Gabriele Centineo era un punto di riferimento. Lo è sempre stato. Con la sua amabile andatura trasandata, la scorbutichezza dei timidi, la strafottenza catanese, Gabriele Centineo aveva la capacità - con una battuta, con l’intonazione stessa della voce, con il sorriso ammiccante dietro la sigaretta - di farti superare qualsiasi dubbio bambinesco, qualsiasi presa di posizione miope e parziale. Ti "ricalibrava" senza che tu neppure te ne accorgessi - e dio lo sa quanto bisogno c’è di rimessa a punto nella vita quotidiana di ognuno di noi così facile a sfaldarsi, a perdersi, dimentichi di noi stessi -, portandoti immediatamente su un terreno più maturo e più vasto che era quello del pensiero critico, l’analisi "scientifica" e politica. Rispetto alle tendenze divisorie, inselvatichite della sinistra, aveva capacità taumaturgiche. Nell’insieme delle tribù della sinistra lui era un Grande Capo, custode della sacra ascia di guerra dell’identità della sinistra catanese (e non solo).

In questi anni abbiamo visto il fiume della sinistra diventare torrente, rinsecchirsi, trasformato in discarica a cielo aperto, ricettacolo di multicolori presenze di scarto. Come dicono in questi giorni, allarmati, gli ecologisti: anche le sorgenti del Po sono disseccate. Con la morte di Gabriele Centineo se ne va una di queste sacre sorgenti. E anche noi che venivamo dai nostri centri nella periferia catanese, per ritrovare i compagni e "sentire cosa dice Gabriele", ci sentiamo più orfani e più soli.

Sergej

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Centineo con la sua sigaretta

È morto lo storico militante Gabriele Centineo

«Lo straordinario acume di un uomo di sinistra»

Docente di Chimica generale all’università di Catania e, soprattutto, sindacalista e attivista per tutta la vita. Aveva 75 anni ed è scomparso questa mattina alle 10. «Era un grande intellettuale - ricorda l’amico Mimmo Cosentino, segretario regionale del Prc - Generoso e sincero». I funerali laici si terranno alla Cgil giovedì

«Non è una perdita solo per i suoi cari. Con la sua scomparsa Catania perde un uomo di sinistra straordinariamente acuto, colto e leale». Chi lo conosceva bene ha difficoltà a parlare di Gabriele Centineo. Le voci di alcuni si spezzano, eppure l’elenco delle qualità - o delle cose fatte - viene sussurrato al telefono. «Ha cominciato prima del ’68», si sente in sottofondo, mentre Mimmo Cosentino - segretario regionale del Partito di rifondazione comunista - ricorda l’amico di una vita: l’uomo con cui ha iniziato a fare politica nei primi anni ’70 e con il quale ha condiviso quasi cinquant’anni di battaglie. Centineo è morto questa mattina alle 10, aveva 75 anni «e ancora era un sindacalista, si occupava dei problemi dei lavoratori, era in grado di analizzare il tessuto sociale e i problemi cittadini con una lucidità unica», ricorda Cosentino. I funerali laici sono fissati per giovedì mattina, alle 10, nel cortile della Cgil di via Crociferi.

Docente di Chimica generale all’università di Catania, Gabriele Centineo «è stato una straordinaria figura di militante politico, che ha speso la sua vita per il movimento operaio», racconta Cosentino a MeridioNews. Prima l’Ugi (Unione goliardica italiana, un’associazione universitaria) all’inizio degli anni Cinquanta, poi il movimento di idee che ha contribuito a costruire il ’68, la rivista di sinistra Quaderni rossi e il giornale, co-fondato da Centineo, Il manifesto. Ma anche il Partito di unità proletaria, poi Democrazia proletaria, fino all’approdo in Rifondazione comunista, di cui era segretario a Catania, e l’attività di sindacalista nella Cgil, di cui continuava a essere un esponente.

«Si è formato con una cultura operaista e ha sempre sostenuto l’importanza costituzionale dei partiti nella società, come strumento di decisione collettiva, partecipazione e controllo delle attività istituzionali». Una visione di politica al servizio dei cittadini e, soprattutto, delle idee. «Nonostante i problemi di salute, era stato tra i promotori del movimento catanese contro la revisione costituzionale», continua l’amico Cosentino. «Era un grande intellettuale - sospira - In grado di affrontare con competenza temi scientifici e filosofici». A questo punto, però, il politico lascia lo spazio all’amico: «Era generoso e sincero».

fonte: MeridioNews. Articolo a firma: LUISA SANTANGELO 5 SETTEMBRE 2017.

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Gabriele Centineo

Quando "la mafia è espressione delle classi dirigenti", di Gabriele Centineo


In ricordo di Gabriele Centineo

La morte di Gabriele Centineo ci colpisce profondamente. Con lui scompare un dirigente, politico e sindacale, del movimento operaio, protagonista di decenni di lotte, capace di proporre analisi acutissime, sostenute da una cultura vastissima e da uno spiccato spirito critico.

Tante sono le questioni cruciali su cui Gabriele fino agli ultimi giorni della sua vita ha dato un fortissimo contributo: l’analisi del sistema di potere che opprime la Sicilia, la lotta per la pace, le questioni ambientali di cui s’interessava unendo acume politico e competenza scientifica. Tutte questi temi convergevano in quello che lui ci indicava come il centro di ogni impegno per la trasformazione sociale: il mondo del lavoro. Da qui venivano il suo specialissimo impegno sul terreno sindacale e il suo invito costante a fare inchiesta sociale, a studiare, da un’ottica di classe, le trasformazioni, a non perdere il contatto con la classe operaia.

E’ nostro compito oggi trasmettere alle giovani generazioni questo grande patrimonio d’idee ed esperienze che Gabriele ci lascia, per ispirare le lotte di oggi e di domani.

Luca Cangemi (segreteria nazionale PCI) – Fabio Rapisarda (segretario PCI Catania)


Catania, addio a Gabriele Centineo

Ci ha lasciato il 5 settembre il compagno Gabriele Centineo, dirigente di Democrazia proletaria e di Rifondazione comunista, ci mancheranno la sua intelligenza e cultura, la sua capacità di leggere la realtà, la sua passione politica, il suo impegno nella difesa degli ultimi, per la realizzazione di un orizzonte rivoluzionario. Per la città di Catania è stato la coscienza critica per la sua capacità di leggere e denunciare gli intrecci fra mafia, politica ed economia. Gabriele è stato un grande militante sia di partito che del sindacato , sempre attento alle esperienze di lotta ed ai movimenti sociali come dimostra la sua lunga e critica militanza nella Cgil e il suo impegno contro guerra e militarizzazione da Comiso ad oggi.

Elena Maiorana, Sinistra Anticapitalista Catania

Docente di Chimica generale all’università di Catania e, soprattutto, sindacalista Cgil e militante comunista per tutta la vita, fondatore del Pdup, Centineo aveva 75 anni. I funerali laici si terranno alla Cgil giovedì. “Il suo itinerario culturale e politico affonda le radici nell’impianto della sinistra socialista, di Raniero Panzieri”, hanno ricordato Paolo Ferrero e Giovanni Russo Spena che hanno condiviso con lui la strada da Dp al Prc. Centineo ha coltivato “un’attenzione estrema verso le innovazioni teoriche e politiche, grande curiosità nei confronti delle esperienze e dei movimenti di lotta, dell’autogestione, del mutualismo, in una concezione della militanza molto progettuale, aperta, inclusiva. Ma senza cedere mai alla doppia deriva dell’”autonomia del sociale” contrapposta all’”autonomia del politico”.

Gabriele Centineo ha studiato la mafia come intreccio con economia, amministrazione, politica, come processo di valorizzazione del capitale, segmento della moderna accumulazione capitalistica. Il dossier che stilò, insieme ad altri compagni, sui “Cavalieri del lavoro” di Catania, sulle connessioni fra Confindustria e mafia, è un esempio controcorrente di grande lucidità ed efficacia.

fonte: Sinistra Anticapitalista.


Questa pagina fa parte del dossier Girodivite dedicato a Gabriele Centineo.



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