Eureka! D’Alema è tornato nel PD. Lo ha annunciato dicendo che lo fa perché il partito è guarito dalla malattia che lo infestava. Quella di D’Alema medico ci mancava proprio. Nel suo lungo percorso politico lo abbiamo visto in una foto da bambino, portare un enorme mazzo di fiori al Migliore, Palmiro Togliatti, in puro stile sovietico ad un congresso del PCI, poi dirigere la FGCI, i giovani comunisti. Da grande ha fatto il segretario di partito, il primo ministro, il sostenitore dell’Europa, questa Europa, tanto da farsi un periodico e poi un quotidiano con lo stesso nome, poi regolarmente falliti. Si fa presto a dire Europa ed europei, non quelli sognati a Ventotene da antifascisti nel 1941 con il nazismo trionfante. Per farla breve in questi anni lo abbiamo visto cambiare da sostenitore del Vietnam e contro l’installazione dei missili Cruise a Comiso, a quello di sostenitore della NATO e degli USA quando era presidente del Consiglio e di aver sostenuto la guerra del Kosovo. Dopo il periodo di Italiani-Europei ha viaggiato negli USA affermando di essere un "consigliere’’ della famiglia Clinton, infatti Hillary è stata battuta da Sleepy Biden tanto era simpatica agli americani o forse per i consigli del nostro leader Maximo.
Negli anni lo abbiamo visto trattare con Berlusconi nella bicamerale. Ricordate come è andata a finire? Poi dopo il governo D’Alema ci fu quello di Giuliano Amato, ora nella cricca che aspira alla presidenza della Repubblica. L’ex delfino di Craxi, con l’assenso di D’Alema, cambiò il titolo V della Costituzione decisione dalla quale ultimamente il nostro eroe D’Alema si dissocia, ma che non risulta si sia stracciato le vesti per fermare questo errore. Anni dopo quando Prodi chiese mise la fiducia sul governo, la mattina ci fu un’ovazione dei piddini circa la votazione , ma sul far della sera più di 110 parlamentari cambiarono idea e il governo fu sfiduciato per un solo voto. Di che fazione erano i cento e rotti voltafaccia? Fate uno sforzo di memoria, non è difficile! Questo per dire che magheggi di Renzi non sono una novità. io penso che siano prodromici dello "Stai sereno’’.
Passiamo alle "stagioni’’ del nostro Massimo: ve lo ricordate in quella degli chef quando si portava Vissani in tv per il risotto o quando faceva i patti in casa di Letta senior con le crostate. Poi venne la stagione velista che ce lo fece vedere a bordo di Mascalzone Latino, l’armatore Onorato che fu un suo fans è fallito. Ora è in quella di vignaiuolo, che dire? Fate voi. Tra le altre avventure ci sarebbe quella della merchant bank dove però non si parlava l’inglese, quella dei capitani coraggiosi con le privatizzazioni selvagge della TIM e di Alitalia, la prima in cattive acque e la seconda fallitae le frequentazioni e i viaggi in aereo del patron di Parmalat, Tanzi, morto da pochi giorni nella sua grande villa, ma condannato e fallito.
Una volta morto Berlinguer cominciarono le lotte per la successione al segretario Natta. Gli scontri titanici del nostro contro Occhetto, Mussi e il gemello diverso Veltroni che gli fecero trascurare i problemi reali del Paese e che portarono a cambiare nome al partito diverse volte continuando a perdere consensi e credibilità. Un periodo a parte è quello di fare una ammucchiata di grandi banche che lo vide sostenitore dell’acquisto da parte del Monte dei Paschi di Siena della sopravvalutata Banca del Salento e del sostegno dato al bancario Vincenzo De Bustis per inserirlo appunto nella direzione del MPS. Fallita anche questa banca. Tra i fallimenti bisogna ricordare anche quelli de l’Unità, della quale è stato direttore, del suo quotidiano personale Europa, della sua radio Red, che trasmetteva non da un capannone come molte radio ma da un palazzo nel centro di Roma dal nome famoso, dove non veniva applicato l’equo canone, palazzo Grazioli. Sì proprio quello! Ci sarebbe da parlare dei suoi Lothar, personaggio del fumetto "Mandrake’’ che esegue ciecamente gli ordini del suo padrone. Ma la cosa si farebbe lunga e poi i fedelissimi hanno preso altre strade. Molte a destra. Questo sunto andrebbe ampliato, ma lo spazio è quello che è.
TAVERNA ROMANA - In una intervista la sen. Paola Taverna ha fatto affermazioni incredibili che forse vanno bene solo se fatte per uso interno, intendo la cerchia dei senatori e deputati a Roma. Afferma che il Movimento sta discutendo sulla strategia da seguire per far sopravvivere questo governo cercando, con la scusa delle elezioni presidenziali contatti con la destra e magari con Berlusconi candidato. Quello che sorprende è che come si dice a Roma: "C’è o ci fa?". Parla come se il Movimento fosse ancora quello del 30% senza divisioni e lotte intestine. Io consiglierei a lei ed all’altro aspirante a qualsiasi carica Di Maio di fare un piccolo giro in Lombardia ed in Brianza in particolare per sentire il polso della situazione. Si potrebbero fare delle elezioni interne riguardo alle decisioni che verranno prese per le elezioni del presidente della Repubblica. Ci sarebbero delle sorprese. Una cosa di cui non ha fatto senno e la questione dei due mandati, un comandamento in base al quale lei e il suo sodale Vito Crimi hanno usato per allontanare molti dissidenti. Se lo ricorda senatrice?