Sonetti di William Shakespeare / tradotti in siciliano da Prospero Trigona. - 170 p. - Testo inglese e siciliano a fronte. - ebook ISBN 978-88-6711-203-6, book ISBN 978-88-6711-204-3
Questa traduzione non è soltanto un capriccio intellettuale ma la testimonianza di una civiltà in parte scomparsa e in parte ancora viva che nella lingua aveva ed ha la propria consistenza. Ѐ, inoltre, la testimonianza che mondi lontani nella sostanza, nel tempo e nello spazio possono incontrarsi e convivere se rivissuti con umiltà e amore.
Dalla "Premessa" dell’opera
Se per dialetto si intende una parlata diversa dalla lingua nazionale ma ad essa vicina, allora il siciliano è un dialetto. Ma questa è una convenzione, cioè una forzatura: milioni di persone si esprimono in siciliano in Sicilia e all’estero e, malgrado la distanza delle loro residenze d’origine da un capo all’altro dell’isola, riescono a capirsi tra di loro, anche se le varie aree geografico-linguistiche conservano peculiarità proprie all’interno di un mare magnum di variazioni espressive riguardanti sia l’intonation sia la ricchezza semantica. Nel passato lontano e recente nessuna area geografica è riuscita a imporre la propria variante linguistica sulle altre come nessun poeta o scrittore si è impegnato in un ambizioso sforzo linguistico unificante; né hanno prevalso altri strumenti artistici di diversa natura. Il risultato è stato l’esistenza di prodotti linguistici anche di notevole dignità espressiva e assoluto valore estetico nei quali si è manifestata la passione e, talvolta, la genialità creativa di un popolo attraverso la comunicazione quotidiana (spesso esilarante, sofisticata, carica di valenze ambigue, di espressioni icastiche, ma fondamentalmente tragica), o la produzione poetica (lirica, epica, comica, etc.) e teatrale (soprattutto farse).
Se per convenzione accettiamo di parlare del siciliano come di un dialetto, dobbiamo dire che, nei secoli, la presenza di invasori provenienti da ogni parte d’Europa e dal mondo arabo ha esercitato una tale pressione linguistica da tradursi in un arricchimento (talvolta rifondazione) delle parlate locali e da generare una tale sterminata quantità di varianti dialettali da rendere relativa qualsiasi generalizzazione o tentativo di inquadramento strutturale. Procederemo, dunque, a qualche chiarimento linguistico solo per sommi capi e molto brevemente, suggerendo ai lettori interessati che possono attingere notizie e conoscenze dettagliate e approfondite dagli studi dei linguisti. Abbiamo tradotto i sonetti di W. Shakespeare con alternanza in due varianti linguistiche, quella dell’area orientale dell’isola e quella dell’area centrale, che indicheremo come a. l. 1 (area linguistica 1) e a. l. 2 (area linguistica 2).
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Però, non possiamo non concludere con una nota personale. In tempi in cui sentire conversazioni in dialetto è piuttosto raro, in cui si sente gente di ogni età iniziare una conversazione in dialetto ma (ormai per incapacità linguistica e per abitudine oltre che per oggettiva carenza di vocaboli che esprimano concetti moderni) terminarla in italiano e viceversa, in cui i genitori di ogni parte d’Italia ai propri figli parlano e insegnano a parlare in italiano, sappiamo che tradurre qualsiasi testo letterario in un dialetto è esercizio quasi inutile e di pura vanità intellettuale; è un’operazione che in se stessa ha l’unico referente ed esaurisce la sua funzione. Perciò si è trattato di una sfida piacevole e arricchente che il traduttore ha ingaggiato con se stesso: figure retoriche, concetti, metro, rime, sono le regole, interne alla sfida, che si è cercato di rispettare. Quasi sempre.
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Per il testo si sono tenute presenti le pregevoli edizioni di un originale imperfetto approntate da studiosi inglesi (qualche rara volta si ha una lezione diversa di un termine: per es. nel sonetto 51, verso 10). Nella resa in siciliano non sempre è stata rispettata la punteggiatura originale perché, si sa, ogni lingua ha un proprio sistema di pause e di punteggiatura. Riandando a tempi in cui i dialetti erano lingue quotidiane e risorse per la lingua nazionale, abbiamo tradotto l’intero corpus del canzoniere shakespeariano durante tre periodi di otia estivi, anche se, come si vede dalle date, in stagioni diverse; periodi che coincidono con le tre sequenze del corpus. Soltanto i sonetti 55, 127 e 147 portano altre date: sono tre scampoli otiosi di lontane stagioni.
Prospero Trigona
L’autore
Prospero Trigona ha insegnato lingua e letteratura inglese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino e lingua e traduzione inglese presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ha scritto su W. Shakespeare, J. Milton, J. Swift, J. Conrad, T. S. Eliot; si è occupato di letteratura africana in lingua inglese, scrivendo su C. Achebe, Ngugi wa Thiong’o, J. Munonye, e di letteratura canadese in lingua inglese, scrivendo su M. Laurence. Ha scritto su Dante e Francisco de Quevedo, ha lavorato su testi storico-politico-diplomatici, e ha pubblicato una raccolta di riflessioni in De Veritate oltre a varie raccolte di versi e a tre raccolte di racconti brevi. In dialetto siciliano ha prodotto alcune composizioni (liriche, ballate) su vari temi contenute in sue raccolte di versi edite o ancora inedite.
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