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notizie dal web: un male chiamato burnout

bournot (bruciato): definisce una sindrome caratterizzata da spossatezza e disturbo emotivo-relazionale. Gli studi condotti hanno accertato che si tratta di un fenomeno di portata internazionale e che è ricorrente soprattutto nella categoria docente.

di Pina La Villa - mercoledì 22 dicembre 2004 - 4787 letture

Notizie dal web: un male chiamato burnout

Un male chiamato burnout. Fermarsi prima del baratro. "Burnout", dall’inglese, "bruciato", è un termine in voga da venti anni ma che solo ora comincia ad entrare nel circuito semantico della società. Esso definisce una sindrome caratterizzata da spossatezza e disturbo emotivo-relazionale. Gli studi condotti hanno accertato che si tratta di un fenomeno di portata internazionale e che è ricorrente soprattutto nella categoria docente. I sintomi del burnout sarebbero essenzialmente quattro ma possono presentarsi anche isolatamente. Il più evidente è il rilevamento di un particolare affaticamento psico-fisico. Segue, al secondo posto, l’apatia, cioè un rapporto interpersonale distaccato ed indifferente. Al terzo, la diminuzione di autocontrollo. C’è infine, il sentimento di frustrazione, dovuto alla mancata realizzazione delle proprie aspettative...

Gl’insegnanti rischiano più di altri lavoratori in termini di salute. Soprattutto, patologie psichiche, laringiti e neoplasie. E’ il risultato di una ricerca condotta dalla Fondazione Iard, sugli accertamenti per inabilità al lavoro realizzati dal collegio medico della ASL di Milano, nel decennio 1992-2003, su un campione di 3447 pratiche. Lo studio mette a confronto i referti medici relativi agli insegnanti con quelli di altre categorie professionali (impiegati, operatori manuali, sanitari) rilevando un’incidenza esclusiva della professione docente sul rischio delle succitate patologie. In altre parole, i docenti rischiano di sviluppare più degli altri lavoratori tali disturbi, per il fatto stesso di fare questo mestiere. "La situazione rilevata è in decisa controtendenza rispetto ai luoghi comuni sugli insegnanti che lavorano mezza giornata e dispongono di lunghissimi periodi di vacanza" precisa il dottor Vittorio Lodolo D’Oria, autore dello studio e responsabile dello sportello informatico per gl’insegnanti in crisi (http://www.orizzontescuola.it).

Lasciando da parte le patologie laringee che rappresentano un male di categoria e colpiscono gli insegnanti 20 volte di più degli altri lavoratori, un’analisi a sé meritano malattie mentali e tumori. Secondo i dati analizzati, la classe docente mostra un indice di frequenza delle patologie psichiatriche pari a due volte quella della categoria degli impiegati, due volte e mezzo quella del personale sanitario e tre volte quella degli operatori manuali. Per i tumori, invece, lo studio evidenzia che gli insegnanti presentano il rischio di sviluppare una neoplasia, superiore di una volta e mezza-due volte rispetto ad operatori manuali ed impiegati. La frequenza di neoplasie nei docenti risulta essere, infatti, del 14,2%, rispetto all’11% dei sanitari, al 9,2% degli impiegati ed al 7,2% degli operai.

Cosa fare? Vittorio Lodolo d’Oria, consulente del Ministero dell’Istruzione per la stesura del rapporto sulla salute degli insegnanti italiani sul tema "Motivare, trattenere e incentivare gli insegnanti", sostiene l’importanza dell’informazione sul fenomeno burnout e la necessità di una diagnosi precoce, considerando però che è assai difficile esercitare un’obiettiva capacità di giudizio su noi stessi. Può essere utile notare, al riguardo, che l’identikit delle personalità più esposte è caratterizzato da bassa autostima, preoccupazione costante, sentimento d’incomprensione, tendenza all’isolamento, vita privata povera di stimoli, comportamenti ossessivo-compulsivi dettati da un perfezionismo esasperato, litigiosità, ambizione, incapacità di mediare, aggressività, ostilità, idealismo sognatore.

Lodolo D’Oria invita le istituzioni, la comunità medico scientifica, i sindacati e le associazioni a discutere del problema, a far quadrato intorno agli insegnanti. "Un ulteriore ritardo avrebbe solo conseguenze negative in termini di salute, economia e cultura per l’intera comunità".

http://guide.supereva.it/grafologia_e_test/interventi/2004/12/187422.shtml


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