|
Cinema/Visioni
"C'era una volta e c'è", Gangster of
New York |
La storia della nascita
della democrazia, sorta da una fornace di tribù,
una democrazia che ha messo radici in una terra
insanguinata, in una città che segue il
principio: “in apparenza la legge va rispettata,
soprattutto quando è infranta”. |
|
|
Teresa
Geria |
“Il
sangue resta sulla lama” è la prima
frase del film e si può considerare il
leitmotiv dell’intera pellicola. Gli orrori/errori
non si dimenticano, vengono legati al dito e la
vendetta prima o poi arriva.
Martin Scorsese ha così voluto spiegare
in “Gangs of New York” che l’America
non lascia correre e per meglio evidenziarlo appone
un marchio tecnicamente visibile: un’aquila,
simbolo statunitense, incastonata nella pupilla
di un nativo americano, è inquadrata in
primo piano: l’America ti guarda, ti scruta,
ti controlla.
1846, guerra civile, tutti contro tutti, bianchi
contro neri, cattolici contro protestanti (musulmani
contro cristiani? ). Una visione folklorista,
che ha attinto a piene mani dall’omonimo
libro di Herbert Asbury e viene documentata con
stampe e foto dell’epoca. New York è
teatro di “impiccagioni al mattino e balli
alla sera”. E’ la storia della nascita
della democrazia, sorta da una fornace di tribù,
una democrazia che ha messo radici in una terra
insanguinata, in una città che segue il
principio: “in apparenza la legge va rispettata,
soprattutto quando è infranta”.
Il prepotente di turno è Bill, uomo d’onore
e macellaio di professione, capo banda dei Nativi
e di Five points. Paradise square è il
punto di partenza di cinque strade di New York,
cinque dita di una mano…e se la mano si
chiude, il pugno diventa arma di pre-potenza.
Il co-protagonista è Amsterdam, figlio
del defunto Padre Vallon. A riparo dell’ala
del drago il ragazzo trama la sua vendetta. La
musica irlandese incita alla battaglia, corpo
a corpo, stile western anni ’40, primo piano
di stivali, postura da pistolero, terreno da saggiare.
Come ogni scontro che si rispetti, giustizia naturale
è fatta.
L’epilogo rende omaggio a “Gone with
the wind”, Manhattan è in fiamme,
la pellicola sembra essere rovinata. I reduci
guardano avanti ed il futuro della città
si dispiega davanti agli occhi dello spettatore,
che viene sorpreso…come se si trovassero
proprio lì, prima di quell’11 settembre,
svettano le Twin Towers!
La sceneggiatura era del ’78 e solo dopo
più di vent’anni Scorsese riesce
ad assemblare un montaggio di 170 minuti, mantenendo
l’essenziale. L’America si dimostra
più puritana che mai e così la censura
vieta il film ai minori. Motivazione? Troppa violenza!
Presa in giro, paradosso,cos’altro? Proprio
alla vigilia della dubbia decisione “guerra
si, guerra si!”!
|
|
|
|
|