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d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Girodivite - n° 57
/ ottobre 1999 - Lavoro
La fine dei progetti di LSU
comunicato stampa per uno sciopero e manifestazione a Roma, contro la
fine dei progetti di LSU (lavoro socialmente utile), da parte dei COBAS.
SCIOPERO E MANIFESTAZIONE DEGLI LSU/LPU A ROMA PER L'8 OTTOBRE A dicembre,
nelle migliori delle ipotesi (se il governo deciderà di stanziare i
fondi) nei primi mesi del 2000, i progetti di LSU/LPU termineranno.
Centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici impiegate ormai da
più di tre anni nelle amministrazioni pubbliche, non già in attività
sussidiarie e complementari come il d.to l.vo 468/97 prevederebbe, ma
in supplenza di vastissime carenze d'organico, attendono le decisioni
del governo che ha avuto la delega del parlamento con l'ultima finanziaria
per risolvere questa "spinosa" questione. Le soluzioni prospettate sia
dal d.to 468/97 sia dalle successive circolari ministeriali sono sostanzialmente
fallite: ? le cooperative o società miste attraverso le quali si privatizzano
servizi pubblici sono soluzioni nel migliore dei casi parziali e comunque
a tempo (a Frosinone, ad esempio nella costituenda società mista su
92 lavoratori 86 saranno a part time e comunque gli sarà garantito il
posto per la durata dell'appalto), che se veramente fatte occuperanno
circa il 15% delle centinaia di migliaia LSU/LPU di tutta Italia. ?
gli incentivi alle imprese (18 milioni se assumono a tempo indeterminato)
non sono valsi a nulla, poiché in Italia, come si sa, l'occupazione
nel settore industriale non cresce, ma anzi cala ogni anno di più; ?
l'autoimprenditorialità o i prestiti d'onore (a cui solamente poche
decine di lavoratori hanno avuto accesso) sembrano più una buonuscita
che altro; ? lo scivolo per il pensionamento anticipato riguarda poco
più di 10.000 LSU/LPU. Questi sono i numeri del sostanziale fallimento
del d.to 468/97 nella ricerca di un posto di occupazione stabile per
i lavoratori ivi impegnati. Ma sono numeri però che testimoniano anche
che lo Stato italiano in questi ultimi anni ha potuto far economizzare
centinaia di miliardi agli enti pubblici. Questi invece di ricorrere
ad assunzioni hanno potuto usufruire di lavoratori a nero, lavoratori
che guadagnano L.850.000 (lorde) e senza alcun versamento contributivo.
Operatori ecologici, personale non docente, impiegati, operai per la
manutenzione, assistenti ecc. sono lavori svolti illegalmente dai LSU/LPU
con la responsabilità delle varie amministrazioni, con l'avallo del
Governo e la complicità di CGIL, CISL, UIL. Queste ultime organizzazioni
sindacali hanno sempre spinto e spingono per la piena applicazione del
d.to 468/97 anche quando tale decreto è in clamorosa rotta di collisione
con i bisogni e gli interessi della massa lavoratrice. In questo senso
si sono sempre distinte le CRI (Commissioni Regionali per l' Impiego)
dove, si sa, CGIL-CISL-UIL hanno un peso decisivo. Tali CRI hanno sempre
interpretato il d.to 468/97 in maniera restrittiva rispetto alla stessa
interpretazione che davano i politici regionali e nazionali accelerando,
come nel Lazio, la formazione delle precarie società o cooperative anche
quando si sarebbe potuto attendere tempi migliori. Ora ci troviamo ad
affrontare l'ennesima emergenza. Dopo tre anni di fallimenti, nei quali
solo il movimento di lotta degli LSU/LPU non ha fatto precipitare la
situazione, il Governo e le parti sociali vorrebbero dotarsi di strumenti
più "idonei" per lo svuotamento del bacino. E così, suggerita dalle
tre confederazioni CGIL-CISL -UIL, si sta trovando una intesa che ancora
una volta, è in linea con le nuove politiche dell' occupazione che coincidono
con un maggior sfruttamento e la precarizzazione del posto di lavoro.
Tale intesa non fa altro che accelerare la possibile fuoriuscita dai
progetti dei lavoratori LSU/LPU: ? alla privatizzazione dei servizi
pubblici tramite società o cooperative (in caso non si possano esternalizzare)
si aggiunge la terziarizzazione: contratti a tempo determinato o a quelli
di lavoro temporaneo tramite società di fornitura; ? al fine di favorire
l'assunzione nel settore privato non sarebbe più obbligatorio che le
imprese facciano contratti a tempo indeterminato, è sufficiente anche
un contratto a tempo determinato (al quale si applicherebbero gli stessi
sgravi contributivi che si applicano a un contratto a tempo indeterminato).
? particolare attenzione va riposta all'utilizzo del lavoro temporaneo
tramite agenzia per ricollocare i soggetti LSU/LPU che, nel frattempo
schedati, avranno modo di essere utilizzati come risorse quando si avrà
necessità di loro o altrimenti riparcheggiati con qualche sussidio in
tempi di vacche magre. In quest'ambito vanno sostenute iniziative tese
ad incentivare la mobilità territoriale sia con sbocchi di lavoro dipendente
sia di piccola imprenditoria. E, cacio sui maccheroni, chi rifiuta un'offerta
di reimpiego a tempo indeterminato o determinato di durata superiore
ai sei mesi fuoriesce dai progetti. Ovviamente, e non sarebbe potuto
essere altrimenti, l'assunzione nel settore pubblico va considerata
del tutto residuale rispetto alle carenze di organico delle pubbliche
amministrazioni. Eppure le carenze di organico sono ampie e proprio
gli LSU/LPU le stanno impropriamente ricoprendo... Sarebbe sufficiente
questo riconoscimento, 5.000 mila miliardi (ricordiamo che la finanziaria
'99 aveva destinato 35.000 mila miliardi alle imprese e queste non hanno
creato alcun posto di lavoro) per assumere tutti questi LSU/LPU negli
enti. Ma le politiche del lavoro in Italia ormai progettano la precarietà
come condizione di vita per tutti: lavoro in affitto, borse lavoro,
contratti a termine, piani di inserimento professionale, finte partite
IVA, contratti di formazione ecc. La battaglia degli LSU/LPU è la battaglia
di tutti coloro, disoccupati, precari e occupati, che non si piegano
alla politica della precarietà. Con queste parole d'ordine il movimento
degli LSU/LPU sciopererà e sarà in piazza a Roma (San Giovanni h. 9:30)
per una grande manifestazione nazionale venerdì 8 ottobre. Inutile sottolineare
l'importanza di questa mobilitazione che interessa tutti coloro che
sperano di vivere in una società giusta e solidale piuttosto che in
una diseguale e competitiva.
Comitato Provinciale di Lotta per il Lavoro - S.In. Cobas, aderenti
al Coordinamento nazionale LSU/LPU Via Garibaldi 24 - 03100 Frosinone
- tel./fax 0775-853516. Cell. 0339-3848905 E-mail: oltreloccidente@libero.it
Released online: October, 1999

******July,
2000
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