articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Girodivite - n° 55 / luglio-agosto 1999
- Pacifismo, dossier Kossovo
CRIMINE MONDIALE
di Luigi Pintor. - Da: Il Manifesto, editoriale del 29 aprile 1999
L' uccisione di quei bambini serbi che giocavano all'aperto, come
i nostri figli e nipoti ai giardini pubblici, non è un errore. E' un
rischio calcolato e pianificato da questa immonda guerra, che include
l'infanticidio tra gli effetti collaterali dell'ingerenza umanitaria
e della sua dottrina. Abbiamo oltrepassato ogni soglia e dimesso ogni
ritegno. Il segretario Solana e il generale Clark che giustificano questi
delitti con la statistica sono dei bastardi. Dobbiamo creder loro e
dobbiamo credere al Presidente degli Stati uniti quando ci dicono che
questa guerra devastante durerà a lungo e non farà distinzione tra obiettivi
militari e civili. Dobbiamo credere a Massimo D'Alema quando ci dice
che non si può discutere ogni bersaglio. Dobbiamo credere a tutti quando
ci promettono che intensificheranno la loro impresa con ogni mezzo (meno
le truppe di terra) fino a spezzare le reni alla Serbia: prendendola
per fame, sete e pestilenza, i cavalieri dell'apocalisse contro un paese
più debole della Birmania. C'è qualcosa di molto vile in questa guerra
stellare che i paesi più ricchi del pianeta, al riparo da ogni rischio,
conducono contro un popolo di otto milioni di persone. Non è una guerra
ma un'esecuzione: uno sterminio tecnologico inedito, già sperimentato
nella guerra del Golfo ma oggi pienamente dispiegato sul territorio
europeo. Una pagina nuova nella storia dell'umanità. Non è l'arma atomica
ma è qualcosa che le somiglia concettualmente e che si propone lo stesso
effetto diluito e graduato nel tempo. La superpotenza che guida questa
guerra è la sola al mondo che abbia usato (due volte, non una) l'ordigno
infernale impugnando la Bibbia. Non posso pensare che gli statisti del
nuovo Occidente siano dei criminali al pari dei tiranni arabi o balcanici.
Ma penso e dico che quel che stanno consumando sotto i nostri occhi
è un crimine internazionale. Nelle retrovie un milione di profughi o
deportati vivono o muoiono nel fango o tra le mine. La loro città capitale
e la loro terra, dove dovrebbero tornare, sono squassate ogni giorno
e ogni casa e ogni cosa è bruciata. Ricevono un'avara ospitalità in
qualche paese ma non un dollaro, un marco, una sterlina, vanno in loro
aiuto. Neppure per un istante abbiamo creduto alle finalità umanitarie
di questa guerra e di nessuna guerra. Altri hanno voluto crederci. Ma
chi vuol crederci ancora oggi, contro ogni evidenza, non merita rispetto.
Questa guerra e la sua dottrina servono a preservare il nostro benessere,
non a spartirlo, e perciò non saranno mai condannate da nessun tribunale
di Norimberga. Non si processano i vincenti. Solo la coscienza del mondo
potrebbe farlo, comminando come pena la vergogna. Ma esiste una coscienza
del mondo? Oppure dobbiamo accontentarci ciascuno della propria coscienza?
Released online: September, 1999

******July,
2000
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