articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Girodivite - n° 55 / luglio-agosto 1999
- Pacifismo, dossier Kossovo
Un comunicato di Amnesty International
comunicato stampa - diffuso a cura dell'ARCI Catania
REPUBBLICA FEDERALE DI JUGOSLAVIA : LA CRISI DEI DIRITTI UMANI IN
KOSOVO SI AGGRAVA -- IL POSSIBILE RUOLO DEI SERVIZI SEGRETI MILITARI
Roma-- Amnesty International condanna il deliberato e arbitrario uccisione
di Bajaran Kelemndi, noto avvocato di etnia albanese attivista dei diritti
umani, e dei suoi due figli - uno dei quali minorenne -che erano stati
prelevati dalla polizia serba all'alba del 25 marzo. L'organizzazione
per i diritti umani si appella alle autorita' jugoslave perche' indaghino
con estrema urgenza su questa grave violazione dei diritti umani. Crescono
le denunce di altre violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia
serba e dall'esercito jugoslavo nei dintorni di Pristina. Secondo fonti
albanesi numerose persone di etnia albanese (che si erano rifugiate
nel villaggio di Irez, nella regione di Drenica) sono state circondate
dai carri armati dell'esercito jugoslavo per essere usate come scudo
contro gli attacchi aerei della NATO. Al momento non e' possibile verificare
l'attendibilita' di questa notizia ma, se fosse confermata, costituirebbe
una violazione della Convenzione di Ginevra del 1949 -- a cui la Repubblica
Federale Jugoslava ha aderito -- che proibisce di prendere ostaggi,
siano essi civili o combattenti 'hors de combat'. E' sempre piu' difficile
monitorare la situazione in quest'area, dal momento che la missione
piu' importante, quella dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione
in Europa (OCSE), ha ritirato i suoi osservatori la scorsa settimana,
quando l'intervento militare della NATO diveniva sempre piu' probabile.
Inoltre, i giornalisti provenienti da Paesi della NATO -- che costituiscono
il corpo principale dei giornalisti stranieri -- sono stati espulsi
dalle autorita' serbe o sono scappati temendo per la propria incolumita'.
In assenza di osservatori stranieri in Kosovo, Amnesty International
chiede agli Stati (sia all'interno della NATO che non) che hanno gli
strumenti di intelligence di monitorare la situazione dei diritti umani,
di rendere pubbliche le informazioni disponibili, quando opportuno,
e le condividano con le principali organizzazioni umanitarie. Amnesty
International ritiene importante che le eventuali violazioni dei diritti
umani siano rese pubbliche: un deterrente vitale per quanti si rendano
responsabili di questi crimini. L'organizzazione per i diritti umani
rinnova i suoi appelli affinche' le autorita' assicurino i diritti fondamentali
dei loro cittadini e cessino la persecuzione di giornalisti stranieri,
oppositori politici e attivisti dei diritti umani. Il vigente stato
di guerra proclamato dal governo il 24 marzo non dovrebbe essere pretesto
per sospendere quei diritti che la Repubblica Federale di Jugoslavia
e' tenuta a rispettare in ogni circostanza, secondo leggi internazionali.
FINE DEL COMUNICATO Anita Joshi Ufficio Stampa Amnesty International
30 marzo 1999
Released online: September, 1999

******July,
2000
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