articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Girodivite - n° 53 / maggio 1999 - Pacifismo,
Kossovo
Se le bombe parlassero
di Eduardo Galeano
Gli Stati Uniti e i loro alleati della Nato stanno scaricando un
diluvio di missili sulla jugoslavia, o sul poco che resta di quel che
fu la Jugoslavia. Secondo la versione ufficiale gli attaccanti si sono
mossi per difendere i diritti del popolo albanese, vittima della "guerra
di pulizia etnica" intrapresa dal governo serbo di Milosevic.
A dire del presidente Clinton, le democrazie occidentali non potevano
restare con le mani in mano di fronte a questa "inammissibile catastrofe
umanitaria". La più feroce "guerra di pulizia etnica" e la più "inammissibile
catastrofe umanitaria" nella storia delle Americhe nel ventesimo secolo
sono quelle verificatesi in Guatemala negli ultimi decenni, e soprattutto
negli anni Ottanta. Gli indigeni guatemaltechi furono le principali
vittime di questo massacro; ci furono cento volte più morti che nel
Kosovo e il doppio dei profughi. Nel suo recente viaggio in Centramerica,
Clinton ha chiesto perdono per l'appoggio che il suo paese diede ai
militari sterminatori di indios, addestrati, armati e consigliati dagli
Usa. Perché Clinton non pretende che Milosevic applichi questa felice
dottrina del lavarsene le mani? I bombardamenti potrebbero finire in
cambiio di un impegno formale: nell'anno 2012 o 2013, diciamo una data
a caso, il presidente jugoslavo potrebbe chiedere perdono ai cadaveri
del Kosovo e tutto bene, capitolo chiuso, peccato espiato, il passato
è passato. E avanti ad ammazzare. Il presidente nordamericano si trova
invischiato in uno scandalo sessuale, e Robert de Niro e Dustin Hoffman
inventavano una guerra per distrarre l'attenzione del rispettabile pubblico.
Nel film, intitolato Sesso e potere, quella guerra fabbricata si faceva
in nome della salvezza del popolo albanese. Adesso, ancora in nome della
salvezza del popolo albanese, il film continua con altri mezzi. E' una
cosa da cinema: decollano gli aerei, che sembrano usciti da Hollywood,
e notte dopo notte esplodono fuochi d'artificio nei cieli della Jugoslavia.
Come nei bombardamenti contro l'Iraq, lo spettacolo non comprende le
immagini dei nemici morti; anzi i morti proprio non ci sono. Mentre
gli attacchi continuano dall'aria, questa guerra reale andrà avanti
fingendo di essere virtuale.
Se le truppe invadessero via terra, e i paesi attaccanti cominciassero
a ricevere i loro eroi insaccati nelle bare, la musica cambierebbe.
Intanto la Nato continuerà festeggiando alla grande il suo mezzo secolo
di vita. Come si suol dire, sta tirando la casa dalla finestra. E' la
festa di compleanno più cara della storia: senza contare il valore delle
vite e dei beni distrutti in Jugoslavia, perché in fin dei conti non
c'è nemico che non meriti la sua disgrazia, ogni notte le bombe costano
330 milioni di dollari. Secondo i calcoli del Frankfurter Allgemaine
Zietung (del 30 marzo), gli Stati uniti hanno speso, nella sola prima
notte di questa guerra, tanti soldi quanto il totale degli aiuti promessi
da Clinton ai paesi centro-americani devastati dall'uragano Mitch. Del
resto è logico: già c'era chi si domandava a cosa servisse la Nato,
una volta scomprasa la minaccia comunista nell'est europeo. Il gerente
generale dell'impresa, Javier Solana, si è incaricato di chiarire questi
dubbi insidiosi. Vent'anni fa Solana : "No alla Nato!". Dieci anni fa
pronunciava una frase storica, in nome del governo socialista spagnolo,
mentre era in pieno svolgimento la guerra nordamericana contro l'Iraq:
"Siamo stati avvisati, ma avvisati a posteriori!". E adesso ci spiega
che la Nato sta "difendendo la pace", a un milione di dollari per missile.
Le grandi potenze praticano il delitto, e lo raccomandano. Nessuno viola
la legge con tanta frequenza. Questi bombardamenti si stanno burlando
del diritto internazionale, e anche della carta costitutiva della Nato.
Contro un dittatore sanguinario conme Milosevic, ci dicono, tutto è
permesso, compreso quel che è proibito. Contro Milosevic? In Tv, almeno,
il cosiddetto Hitler dei Balcani si vede vivo e vegeto. Quella che soffre
è la gente.
Anche le guerre contro l'Iraq, in violazione di tutte le leggi presenti
e future, sono state giustificate con l'urgenza di rovesciare Saddam
Hussein. Passano gli anni, un bombardamento dopo l'eltro, e il cosiddetto
Hitler del Medio Oriente resiste baldanzoso. In cambio, quanti iracheni
sono mort? Secondo i dati ufficiali pubblicati negli sati uniti (U.S.Bureau
of the Census, gennaio 1992) 145 mila iracheni e 124 nordamericani sono
morti in conseguenza della guerra del '91. E quanti continuano a soffrire
l'embargo teoricamente destinato a rovesciare il dittatore? Quante sono
le vittime della fame provocata dalle sanzioni economiche internazionali?
Secondo l'ultimo rapporto della Croce rossa, in questo decennio si è
moltiplicato per sei il numero dei bambini iracheni che nascono con
un peso inferiore a quello normale. E se fosse vero che alla Nato spezzasse
il cuore la "pulizia etnica"? Che ogni mezzo è buono per salvare le
minoranze minacciate di sterminio? Sarebbe emozionante. Però, in questo
caso, perché la Nato non bombarda la Turchia? Non pratica la Turchia
la purga sistematica del popolo kurdo? Perché la Jugoslavia merita il
castigo e la Turchia gli applausi? Forse perché la Turchia è della casa,
un paese membro della Nato; ma più probabilmente perché la Turchia è
uno dei principali clienti dell'industria occidentale di armamenti.
Questa guerra, come tutte le guerre, serve da gigantesca vetrina per
l'esposizione e la vendita di armi. L'aereo stella continua a essere
l'F-117, che aveva cominciato la sua corsa devastante uccidendo panamegni
alla fine dell'89.
Un incidente, a chiunque capita nella vita e non tutte le campagne
pubblicitarie fanno centro: uno di questi esemplari, che si supponeva
fossero invisibili, si è fatto vedere ed è stato abbattuto. Il contrattempo
è costato 45 milioni di dollari ai contribuenti Usa, senza contare il
valore delle armi che portava a bordo. Questa guerra, come tutte le
guerre, serve anche a giustificare le spese militari. Le grandi potenze
occidentali, armate fino ai denti, hanno bisogno di clienti e hanno
anche bisogno di nemici. Pochissimo tempo fa, all'inizio di quest'anno,
quando è finita la seconda guerra contro l'Iraq, i generali del Pentagono
avvertiirono: "Lo stock dei missili si sta assottigliando". Immediatamente
il presidente Clinton annunciò che avrebbe aumentato di 12 mila milioni
di dollari l'immenso budget per la guerra, che tocca il 15% del bilancio
federale e che si chiama budget per la Difesa, non si sa bene perché.
Clinton guida una nazione che conta un milione e mezzo di soldati, disposti
a morire non si sa bene perché. La Nato fu creata come braccio armato
degli stati uniti in Europa. Per quanto ormai la Russia non faccia più
paura a nessuno, la Nato cresce, e con essa crescono l'egemonia nordamericana
e il mercato dell'industria nordamericana di armamenti. L'esame di buona
condotta di polonia, Ungheria e Repubblica Ceca passa attraverso l'entrata
nella Nato e l'acquisto di novità belliche degli Usa. I cattivi di ieri
devono provare di essere i buoni di oggi rinnovando i loro arsenali,
per raggiungere i livelli di "interoperatività" che la Nato esige. Perché
il Congresso americano approvi le nuove incorporazioni, la Lockeed Corporation
e altre industrie della morte oliano i legislatori con tangenti legali.
Di recente in Gran Bretagna è scoppiato uno scandalo. E' venuto fuori
che le università più prestigiose, gli istituti di carità più pietosi
e i principali ospedali hanno investito i fondi di pensione dei loro
dipendenti nell'industria degli armamenti. I responsabili dell'educazione,
della carità e della salute hanno spiegato che piazzano i loro soldi
nelle imprese che rendono maggiori profitti ed esse sono, precisamente,
quelle dell'industria militare. Un portavoce dell'università di Glasgow
lo ha detto chiaro: "Non facciamo distinzioni morali. Ci interessa che
gli investimenti siano fruttiferi, non che siano etici". Se le bombe
che stanno cadendo sulla Jugoslavia potessero parlare, oltre che esplodere
e ammazzare, confesserebbero la verità? "Signore bombe, siete voi i
mortali strumenti del Bene?". "Più rispetto, signori. Noi siamo un grande
affare".
Da: Il Manifesto del 10/04/99.
Released: September, 1999

******July,
2000
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