articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Non sparate su Peter Pan
note sul convegno di Scordia su "Informazione libera", 8 novembre
1998, secondo incotro delle testate "libere e democratiche"
in Sicilia e dintorni. - di Sergio Failla e Pina La Villa. - Una versione
di questo articolo è stata pubblicata su "Aprile" settimanale
della sinistra, e all'interno del giroBook che abbiamo intitolato "Non
sparate su Peter Pan" e dedicato all'informazione in Sicilia.
Accade in terra di Sicilia. Che si riesca a fare un convegno che
avrebbe dovuto essere annuale solo dopo quattro anni il primo. Quattro
anni di silenzio. Il convegno è quello sulla "Informazione libera e
democratica": nel 1994 un gruppo di testate "libere e democratiche"
lo organizzano e riescono a incontrarsi a Catania. Sono una dozzina.
Di vario tipo e periodicità, tutte appartenenti a un'aria di sinistra
o che guarda con attenzione alla sinistra - dagli anarchici ai centristi
moderati. Quattro anni dopo si rivedono. Siamo a Scordia, l'8 novembre
1998. Alcune testate sono sparite, sono la maggior parte - del "nucleo
storico" rimangono "Città d'Utopia", "Girodivite", "Sicilia Libertaria",
"Mezzocielo". Il "secondo convegno" sul tema dell'informazione ha rotto,
per vari motivi, sul discrimine su cui si era ancorato il convegno catanese.
Quel "libera e democratica" che rinviava a un'area politica di appartenenza
e di scernimento, ora è messo in ombra. Danno l'adesione un centinaio
di testate, sono presenti una ventina. Non più solo siciliane, ma provenienti
un po' da tutta Italia anche se con preferenza dal Meridione. Si respira
un'aria diversa, forse anche migliore rispetto alla povertà materiale
organizzativa del primo convegno. Il Comune di Scordia ha fatto le cose
per bene - un impegno fisico oltre che finanziario notevole, soprattutto
per l'impegno dell'assessore alla pubblica istruzione Salvo Basso. Il
convegno si svolge nell'aula magna del Liceo Scientifico "Majorana"
di Scordia, con la collaborazione del preside Pippo Moncada e del personale
di custodia. Nel corridoio principale, una mostra-esposizione-vendita
di giornali e libri, con una presenza numerosa di ragazzi e ragazze
di vari gruppi e testate che hanno così modo di farsi conoscere direttamente
con quello che fanno - oltre che per quello che dicono all'interno del
convegno. Fondamentale il supporto gestionale delle ragazze e dei ragazzi
di una locale cooperativa di servizi. L'assessore allo spettacolo di
Scordia, Costantino Rizzotto - che ogni anno organizza una manifestazione
importante come "Sotto il vulcano", si aggira soddisfatto e gongola
davanti ai banchetti delle riviste e case editrici musicali. "Girodivite"
è presente. Lo era quattro anni fa, lo è oggi. Abbiamo un banchetto
con i nostri libri - i mitici GiroBook - e i giornali. Abbiamo impiantato
una postazione multimediale - siamo gli unici presenti con l'occhio
rivolto verso ciò che accade nell'editoria elettronica. Il nostro chiosco
internet è molto seguito, sono in molti ad apprezzare la presenza del
nostro "GiroNet", il giornale on-line che abbiamo dal 1995... Tra i
"girini" presenti: Sergio, Pina La Villa, Joe Marziano, Beppe Sferrazzo
con la sua mitica macchina fotografica, Rosaria Marchese, Massimo Riera,
Giuseppe Castiglia organizzatissimo e grazia al quale siamo in grado
di esibire i "nostri" potenti mezzi tecnologici, Fabio "presidente"
Pulvirenti, Barbara che è riuscita a trascinarsi appresso Alessandro
Fangano… Siamo tutti con le targhette di plastica al petto, appena sfornate
dalla stampante del Castiglia. Marziano ha portato l'ultimo giroBook
da noi prodotto, quello su come difendersi dai terremoti. Esibiamo l'ultimo
numero del nostro glorioso giornale: Girodivite 47, ovvero "morto che
parla"…
Il convegno riesce a dare il polso della complessità del tema "informazione".
Sono presenti non solo addetti ai lavori, rappresentanti di riviste,
ma anche persone che sono interessate al problema da altri punti di
vista. Vi sono amministratori che si pongono il problema dell'informazione
e dei cittadini: con molta chiarezza intervengono il presidente del
consiglio comunale di Bacoli, e il vicesindaco del comune flegreo, Mimmo
Grasso. Anche Egidio Zaccheo accenna alla sua esperienza di sindaco
in un comune meridionale e dei problemi dell'informazione in questi
contesti. Salvatore Milluzzo parla dell'informazione locale, la funzione
che essa ha di antenna sensibile per soggetti che altrimenti non avrebbero
mai attenzione. Sui rapporti tra localismo e globalizzazione e/o globalismo
intervengono Giuseppe Goffredo poeta e direttore di "Da qui" che pone
la necessità che il Sud - il Sud del mondo e non solo il Sud italico
- venga "parlato" agli altri, e Mimma Grillo di "Mezzocielo" reduce
da una esperienza in Chiapas. Il professor Dino Palumbo introduce il
tema del linguaggio nell'informazione locale. Il caso è quello del quotidiano
"La Sicilia", l'uso che questo giornale fa di formule e linguaggio che
appartengono alla retorica ottocentesca e che proprio per questo vanno
incontro ai gusti dei lettori. Racconta di come un suo amico poeta milanese
sia riuscito a produrre un testo poetico in 400 versi, proprio mettendo
assieme brani tratti da "La Sicilia" e fonti dell'Ottocento. E' uno
dei temi centrali contro cui chi fa informazione "alternativa" sbatte
il naso. Il caso de "La Sicilia" viene più volte tirato in ballo nel
corso del convegno, per il carattere dominante che essa ha nell'informazione
regionale. Per le censure che volutamente sono poste da questo giornale
sull'informazione: ne parlano Nello Scavo corrispondente di Scordia
proprio per "La Sicilia", Nunzio Di Pietro dell'antiracket di Francofonte
- che ricorda come le testate fin quando sono piccole denunciano, ma
poi appena diventano grosse smettono l'attività di denuncia -, Riccardo
Orioles ex direttore de "I Siciliani". Toto Roccuzzo, giornalista del
"Diario della settimana" dice come un settimanale importante come il
Diario venda in tutta la Sicilia quanto metà della provincia di Brescia.
In Sicilia l'informazione deve affrontare problemi seri, propri di una
regione in cui si legge decisamente poco. Né il problema dell'informazione
può essere affrontato in maniera episodico o semplicemente militante:
costituire un coordinamento delle testate libere, come si propone nel
convegno, può andare bene ma occorre avere la coscienza che si tratta
di un lavoro. Con l'intervento di Roccuzzo siamo all'interno della serie
di interventi più "operativi" rispetto alle finalità proprie dell'incontro.
Già Antonio Pioletti, presidente dell'incontro e rappresentante di "Città
d'Utopia" nel discorso di apertura del convegno aveva riconosciuto come
nessuno degli obiettivi del convegno catanese di quattro anni prima
era stato conseguito. Su questo puntualizzerà il suo intervento anche
Natale Musarra di "Sicilia Libertaria" che ha dato la disponibilità
della sua testata ad aderire al lavoro comune. Nonostante lo sconforto
che potrebbe dominare, c'è stato uno sforzo di tutti gli intervenuti
di proporre obiettivi pratici, immediatamente e possibilmente perseguibili.
Pioletti ha proposto di ripetere annualmente questi incontri, di progettare
un numero comune insieme alle varie riviste, magari sul tema del lavoro
e del territorio, per l'esigenza avvertita di conoscere meglio la realtà
in cui noi tutti viviamo. Ha parlato della necessità di avere a disposizione
un luogo fisico, in cui potersi vedere e scambiarsi materialmente ciò
che si produce. Orioles ha proposto una rete telematica, con una presenza
di tutti i giornali su uno stesso sito, facendo leva sull'esperienza
consolidata di "Girodivite": un progetto che avrebbe costi bassi e che
sarebbe immediatamente operativo. Basterebbe ad esempio che il Comune
di Scordia mettesse a disposizione una stanza e 2 milioni, mentre le
testate potrebbero aderire con 400 mila lire a testa… Umberto Santino
del centro di documentazione "Peppino Impastato" indica nella gestione
del risparmio l'unica forma di sopravvivenza delle testate libere, la
necessità di un raccordo con la scuola e con gli enti locali (per la
fornitura di servizi, sedi ecc.). La necessità poi di procedere a un
recupero della storia, senza mitizzazioni. In questo, centri di documentazione
e testate libere troverebbero una funzione importante. Pina la Villa
di "GirodiVite" ha posto la questione del linguaggio, ripreso poi anche
da Orioles - partito molto efficacemente parlando di una cosa concreta:
andando in bagno ha letto questa scritta: "Cerco ragazzo che mi faccia
ridere". Una volta, ha sottolineato Orioles, le scritte nei bagni inneggiavano
alla politica. Oggi i ragazzi sentono il bisogno di linguaggi nuovi,
diversi, frizzanti e non paludati… -, e dei contenuti di una testata
che vuole essere davvero libera - Pina ha citato l'esperienza del gruppo
nel caso del campo di lavoro dell'associazione "Libera" a Francofonte
nella scuola "attentata" dalla criminalità locale. Provocatorio a suo
modo l'ultimo intervento, di Aldo Palazzolo della rivista di fotografia
e poesia "Sharad": ha recitato un "avviso": "Cercasi donna, ricca, quarantenne,
disposta a finanziare prestigiosa rivista d'arte in difficoltà economiche".
Un modo come un altro per ricordare l'assenza in Sicilia sia di forme
di mecenatismo privato nei confronti dell'espressione artistica, che
di un pubblico - borghese - di lettori? Divertente e colorata è stata
l'esperienza dei banchetti. Eravamo una ventina tra testate, editori,
espositori e/o venditori. C'era Max Cavallaro con i suoi fumetti underground.
Una mezza dozzina di banchetti riguardavano le pubblicazioni del Comune
di Scordia. C'era "Mente locale" di Lentini con il suo quadrimestrale
che, occorre dirlo, è impaginato veramente bene. Nutrito e divertente
il gruppo dei ragazzi dell'ARCI di Scordia, vivace e con grande voglia
di essere presente in città e fare iniziative (la prossima, la "carovana"
antimafia cui parteciperemo sicuramente). Le edizioni Valdemone, MinumFax,
ManifestoLibri, Kaos, con le loro pubblicazioni coloratissime. C'erano
case editrici musicali con i loro cd, e riviste da mezza Italia: Centonove,
Avvenimenti, oltre ai banchetti delle riviste che hanno avuto anche
un loro rappresentante intervenuto fisicamente al convegno. Insomma,
una bella occasione, specie per chi ama leggere e sapere che "il mondo
(della stampa) è bello perché è vario"…
Il convegno di Scordia è stato utile. Non tanto per la tendenza all'auto-rappresentazione
e all'auto-pubblicizzazione che sempre le testate hanno. Ma perché si
è posto, in maniera seria e senza strumentalizzazioni partitiche, la
faccenda grave dell'informazione in Sicilia. Oggi ridotta al "pensiero
unico" de "La Sicilia". Su cui la sinistra ha avuto gravi colpe per
l'incapacità che ha mostrato nel contrastare il dominio di Ciancio.
La storia de "I Siciliani" è paradigmatica, e non è un caso che oggi,
in tutti i convegni in cui è presente Claudio Fava i giornalisti de
"La Sicilia" hanno l'ordine di scuderia di non partecipare. Il convegno
di Scordia è stata un'occasione per ricontarsi, per ricontattarsi. Per
riprendere il senso di un lavoro comune, al di là delle occasioni singole
e del ristretto lavoro quotidiano delle singole testate. Le forme di
libertà le si conquista insieme, per tutti, non esistono "vie individuali"
al paradiso dell'informazione. Nel corso del convegno qualcuno ha parlato
del "complesso di Peter Pan": è un rischio che esiste, specie per testate
che vogliono affrontare il nuovo con nuovi linguaggi. Ma la libertà
di volare alto esiste come necessità e diritto. Ora non resta che lavorare
perché gli obiettivi indicati in questo convegno non rimangano lettera
morta e che non ci si riveda "a morte' papa".
Released: September, 1999

******July,
2000
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