articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Piccole città e grandi città a convegno
di S.F.. - Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista "éupolis".
19 dicembre, sabato
Paternò, la città verso la quale sono diretto, dista una ventina di
chilometri da Catania. L'occasione è il "Secondo convegno regionale
delle piccole città", indetto dall'Assessorato alla cultura di Paternò
e dal Coordinamento delle Piccole città. In macchina accanto a me è
Salvo Padrenostro. Lui è architetto, ha un amore e una cultura specifica
riguardanti le piccole città storiche della Sicilia. Mi parla del suo
lavoro a Scordia, la scoperta della storia di quella città, le possibilità
che si aprono per l'idea di una città a misura d'uomo, in cui il progetto
urbano è tutt'uno con il progetto della dimora, il "luogo" in cui si
abita. Il convegno sappiamo si svolge nella chiesa di San Francesco
alla Collina. La raggiungiamo abbastanza agevolmente: la chiesa sorge
in cima alla rocca che domina la città. Sulla rocca è presente anche
il castello normanno, poco distante - eretto sotto il granconte Ruggero
nel 1072. La chiesa di San Francesco faceva corpo con un convento trecentesco
che il terremoto del 1693 ha distrutto: proprio accanto alla chiesa
ne vediamo i ruderi. La chiesa è stata restaurata, è ora utilizzata
per gli incontri culturali che il Comune di Paternò organizza. Andare
in un convegno in cui si parla di città, di città storica, di ruolo
delle comunità locali, ci sembra quanto mai congruo in un posto come
questo. C'è un po' di freddo, ma l'interesse per il tema e la bellezza
dei luoghi ci fa dimenticare qualsiasi offesa del tempo. Il cielo d'altra
parte è limpidissimo: dalla spianata della chiesa possiamo vedere, sotto,
la città di Paternò, e proprio di fronte a noi l'Etna e le colline attorno.
Un paesaggio straordinario che a sera diverrà ancora più incantevole,
con il favore del buio e le luci del colore dell'arancio della città.
I "lavori" sono introdotti dal sindaco di Paternò, Graziella Ligresti
- e dall'assessore alla cultura Alfredo Marino. Il discorso sulla città
si intreccia con il cinquantenario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo
e con quello che da alcuni anni a questa parte sta portando avanti il
Coordinamento delle piccole città storiche siciliane che è nato nel
1997. Il Coordinamento ha alle spalle l'esperienza del Coordinamento
delle città del Calatino, si è collegata alla Rete delle città dell'Italia
Centrale e alla rivista "èupolis" diretta da Pietro M. Toesca. Ci sono
già state l'anno scorso riunioni a Nicosia (Enna) e a Randazzo (Catania).
Questo è il secondo incontro regionale. Non c'è solo l'idea di essere
in rete, tra le città storiche e non metropolitane. C'è qualcosa di
più. Tra gli interventi, quello di Antonio Pioletti della rivista "Città
d'Utopia", Salvo Basso assessore alla cultura di Scordia e uno dei leader
del Coordinamento, Gabriele Centineo del sindacato universitario sul
ruolo delle piccole città e il diritto al lavoro, Lidia Marinello a
nome della comunità del centro sociale Santa Chiara di Palermo (era
atteso don Meli, che però non è potuto venire) interviene sulla necessità
di una educazione alla multiculturalità.
Gli organizzatori temevano all'inizio una scarsa presenza di pubblico,
vista la concomitanza non voluta con un altro "evento" che si svolge,
a Catania, la riunione dei sindaci delle "Cento città". Invece il pubblico
c'è, numeroso e partecipato. Il tema comune è quello del diritto alla
cittadinanza. Giovanna Trasalti parla della "città dei bambini". Salvo
Basso parla delle "culture". Pietro Barcellona, seguitissimo e molto
lucido, inserisce l'idea di città all'interno della critica alla modernità
e allo Stato che ideologizza i "diritti" per arrogarsi la funzione dell'esclusione.
Il filo del discorso segue Agamben, Arendt, Foucault. Per Barcellona
oggi il ruolo della città non può che essere quello originario: la comunità
che si riappropria dei propri diritti, auto-governandosi, e opponendosi
ai nuovi poteri imperiali. Dalla discussione, che si chiude con un riepilogo
di Toesca, viene fuori l'immagine di uomini e donne impegnati per un
"fare" immediatamente concreto e operativo, poco propenso a perdersi
dietro le vaghe suggestioni dei grandi sistemi, per la "critica" necessaria
ma spesso sterile. Uomini e donne che, ognuno nel proprio ruolo - amministratori,
volontari delle associazioni e dei centri sociali - è attivamente impegnata
a mettere in pratica nella propria quotidianità idee e suggerimenti,
suggestioni e risorse, prima tra tutti quella ricchezza ineguagliabile
che nasce dall'incontro tra "uomini liberi".
Avviene che nello stesso giorno, a pochi chilometri di distanza, le
città - nello specifico, quelle siciliane - si presentino davanti a
un pubblico per due diverse ipotesi riguardanti la politica italiana.
A Catania presentazione delle Cento Città: ci sono i sindaci delle maggiori
città "progressiste" italiane - Cacciari, Rutelli, Bianco ecc. L'idea
è quella di un movimento politico che rinsangui una sinistra democratica
che sembra aver perso progetto e immagine di sé, e che unisca l'immagine
di buon governo che hanno dato i sindaci progressisti, con una idea
di sviluppo sostenibile e di rispetto dell'ambiente portato avanti dal
personale politico cresciuto nell'associazionismo ambientalista: Ermete
Realacci di Legambiente dovrebbe essere il garante di questo nuovo patto.
Per chi si interessa al tema della città e ne ha fatto motivo centrale
per la propria cultura e azione, anche quello di Catania sarebbe un
appuntamento "da non perdere". La concomitanza impone delle scelte drastiche
- non ci si può sdoppiare a meno che non si voglia solo fare "atto di
presenza" (ma questo credo che davvero a pochi possa interessare). La
presenza in questo o quell'altro convegno diventa così una scelta politica
e personale, che mette in campo due diverse concezioni dell'essere-nel-mondo.
Due convegni, svolti in contemporanea e in reale contrapposizione -.
Due "tipi" di città che si prospettano, per rispondere a esigenze che
danno - di sé e delle proprie comunità - due diverse ipotesi.
Su queste due ipotesi un "corpo" di cittadini democratici e desiderosi
di fare si sta confrontando, avendo in gioco il futuro immediato di
sviluppo e di qualità di vita delle proprie città.
Released: September, 1999

******July,
2000
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