articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Donne in prima linea
di Pina La Villa - GirodiVite intervista Lina Russo, assessore alla solidarietà
sociale al Comune di Francofonte.
"Le persone devono venire da me se c'è un abuso, oppure se qualcuno
ha delle proposte nuove da fare. Non sono "l'assessore che vuole i voti",
non ho bisogno dei voti di chi chiede l'assistenza economica". Come
fare scandalo riportando la normalità dei diritti. Lina Russo, 50 anni,
porta all'assessorato alle politiche sociali la sua lunga esperienza
di impegno politico e la sua competenza professionale (è assistente
sociale all'Ospedale Santo Bambino di Catania). "Ciò che ha fatto scaturire
la scelta politica - ci dice Lina - è stata, prima, la scelta professionale,
cioè aver scelto di fare l'assistente sociale significava essere a contatto
con i bisogni, con le necessità delle persone". Negli anni Settanta
è impegnata nel PCI, nel sindacato e nell'UDI, poi la crisi degli anni
Ottanta: "La crisi era dovuta al fatto di aver lottato tanti anni, aver
creduto di poter avere le strutture, oppure i servizi o la giustizia
o i diritti e poi di fatto non c'era niente, le cose rimanevano sempre
uguali, perché o non c'era la forza della sinistra per potere andare
all'amministrazione e poter fare le cose, gli obiettivi che ci eravamo
preposti, oppure la situazione era dovuta a un fatto sociale, di non
partecipazione delle persone". Nel '93 ritorna all'impegno politico,
ancora una volta doppio: da un lato il movimento della "Rete" di Orlando
e Claudio Fava, dall'altro il "Comitato Otto Marzo". Per Lina si tratta
di due cose assolutamente diverse: "l'entusiasmo che ho visto nei ragazzi
mi ha fatto ritornare giovane, mi ha fatto ritornare alle mie lotte
ed ho sperato che tutti quei giovani che avevano aderito alla Rete,
li vedevo un po' come me negli anni passati, cioé avrebbero, forse,
cambiato una realtà politica e sociale del mio paese…". La sconfitta
della Rete alle elezioni amministrative del '94, la formazione di una
giunta di destra al comune di Francofonte, intensificano il suo impegno
nel Comitato Otto Marzo: i problemi della tossicodipendenza (iniziativa
del centro ascolto). "Io faccio questa distinzione: il mio impegno politico
nel partito, il mio impegno sociale nel Comitato Otto Marzo. Il Comitato
Otto Marzo mi permetteva di stare insieme alle donne, di trasmettere
quello che io ho assimilato in tanti anni di impegno per le donne e
di smuovere delle coscienze che erano assopite, che erano quelle delle
donne di Francofonte, cioè la consapevolezza di essere donna, di quanto
puoi valere con la tua intelligenza". Nel '97 la nascita di Rifondazione
Comunista , il ritorno alla propria appartenenza politica, e la possibilità,
con le elezioni del '98, di continuare queste battaglie con strumenti
(l'assessorato, la giunta) che permettono, stavolta, di contare effettivamente,
di agire, di scegliere, di cambiare. "Purtroppo il mio assessorato è
stato un po' visto come un contenitore di voti, di voti politici". Si
è trattato allora prima di tutto di far capire che "da me devono venire
se c'è un abuso, oppure se qualcuno ha delle proposte nuove anche da
fare, non ero "l'assessore che voleva i voti", non ho bisogno dei voti
di chi chiede l'assistenza economica, le persone erano un pochino sconvolte
da questo". In un manifesto affisso al comune l'assessore ha detto esplicitamente
che nessuno si deve rivolgere a lei per l'assistenza e le relative pratiche.
Sono gesti minimi, ma da fare. "Si cerca di attuare le cose per cui
tu hai lottato per vent'anni, cioè l'asilo nido, sì, mi sta bene l'asilo
nido, però come deve essere gestito? Deve essere un asilo per bambini
e bambine, non deposito di bambini …". E' un percorso difficile: "Intanto
si sta cercando di far funzionare meglio tutto l'apparato burocratico
che c'è a livello di servizi, abbiamo avuto luglio che è servito un
po' a tamponare tutte le situazioni di emergenza, compresa io che mi
sono trovata ad autogestire un centro diurno per anziani [1200 anziani]
perché era scaduta la convenzione con la cooperativa, per cui dovevo
chiudere. Per non chiuderlo l'ho autogestito, insieme al comitato di
rappresentanza degli anziani e alla consulta degli anziani. Abbiamo
fatto una manifestazione, una gara d'aquiloni, insieme ai ragazzi, proprio
per non emarginare l'anziano, il cui ricavato è stato versato per la
lotta contro la leucemia". All'attivo dell'assessorato, in questi pochi
mesi, la presentazione di tre progetti: uno riguarda il reinserimento
lavorativo per 10 tossicodipendenti (dovrebbero arrivare 250 milioni
dalla Regione); uno la legge 285 per il disagio minorile; l'ultimo riguarda
i disagi delle donne sottoccupate o con una scolarità minima. Il lavoro
futuro: Centro diurno e Casa-albergo ovvero la struttura in disfacimento
del "campetto Infruttuoso", asilo-nido e consultorio sono i problemi
ai quali sta lavorando in questo periodo. Tra i progetti: la consulta
delle donne, con una "programmazione donna" (l'individuazione di temi
e settori specifici da conoscere e sui quali occorre intervenire) che
la stessa consulta dovrà sviluppare.
Released: September, 1999

******July,
2000
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