articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Sotto il vulcano, niente
di Sergio Failla
Tutto è cominciato nel 1993. Costantino Rizzotto diventa assessore
allo spettacolo del comune di Scordia e nasce una delle più belle e
seguite manifestazioni musicali di rock che ci siano in Sicilia. Perché
qualcuno dovrebbe mai andare a Scordia? Ma per seguire "Sotto il
vulcano"! L'unica rassegna dove sentire dal vivo i maggiori gruppi
rock italiani e siciliani, pochi mesi prima spesso che diventino famosi.
Alcuni nomi? I Prozac +, gli Africa Unite, gli Ustmamò, la splendida
Carmen Consoli e decine di altri. Gli straordinari CSI. I 99 Posse.
Gli Avion Travel... Chi sa di musica viene a Scordia anche dall'altro
capo dell'isola. I pub così nascono come funghi. La sera, i ragazzi
possono finalmente fare qualcosa di diverso che uno spinello. GirodiVite
nel 1994 apre con un titolo polemico (rispetto alle amministrazioni
nebbiose di Lentini, e di stima per l'amministrazione di Scordia): "Chiediamo
asilo culturale a Scordia". Una provocazione? Non ci piacciono
le "provocazioni", amiamo di più la verità; e la musica. Il
29 agosto 1998, per il concerto finale della Quinta rassegna di "Sotto
il Vulcano" - fortissimi, i Subsonica, un gruppo di cui si sentirà
senz'altro parlare -, l'annuncio di Rizzotto: niente rassegna il prossimo
anno. Abbiamo chiesto a Rizzotto com'è la faccenda. Siamo arrabbiati,
ancora di più dopo quello che sentiamo dire. "No, non è per stanchezza
che abbiamo deciso di non fare più Sotto il Vulcano" . Ma allora?
"Ci sono stati forti contrasti, in giunta e fuori". Continuiamo
a non capire. Per noi è una delle rassegne migliori e di più alto livello
musicale che ci siano in giro. Né ci sembra che il budget dedicato alla
rassegna sia mai stato "eccessivo", e comunque ampiamente
ripagato dall'afflusso di gente da fuori, che riempiono bar e pub di
denaro fresco, arricchiscono il paese... "Si sono lamentati perché
dicono faccio la rassegna solo per la gente di fuori, e non per quelli
di Scordia. Ma io sono assessore al turismo, fa parte del mio dovere
rivolgermi anche alla gente che viene da fuori". La voce di Rizzotto
è incrinata dall'emozione. Noi non riusciamo a credere che una comunità
come quella di Scordia voglia dire di no alla musica perché pensa che
essa sia rivolta solo alle orecchie degli "stranieri", cioé
dei ragazzi e delle ragazze che vivono nei paesi attorno, e nelle città
limitrofe. Pensavamo che la musica non avesse confini, e che i posti
in cui era possibile sentire musica divenissero di per se stessi bellissimi
e amichevoli, dei posti buoni in cui tornare, dei posti accoglienti.
Scordia deve a Sotto il Vulcano la maggiore attenzione che i suoi cittadini
hanno per i monumenti e per le cose belle che esistono a Scordia - che
gli occhi degli "stranieri" indicano, come solo loro sanno
fare, ché l'assuefazione di chi vive la quotidianità di un posto dimentica
perdendo il metro del giudizio -, Scordia deve a Sotto il Vulcano se
la città è oggi conosciuta poco fuori le mura di casa. Far morire Sotto
il Vulcano sarebbe come spegnere tutte le luci di Scordia e lasciare
al buio tutta la vallata. E, nelle teste dei suoi cittadini - sotto
il vulcano - il niente.
Released: September, 1998

******July,
2000
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