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Sciascia o del dire la verità
di Sebastiano Leotta
Per una frase che Sciascia dice di aver sentito da Berlinguer,
presente Renato Guttuso, su interferenze dei servizi segreti cecoslovacchi
nella vicenda Moro, lo scrittore viene querelato dal segretario del
PCI. Sciascia a sua volta lo querela per calunnia. Chiamato in causa,
Guttuso dichiara: "Io dovevo smentire lui o smentire il segretario
del mio partito: una bella alternativa". Sciascia risponde che
non c'è alternativa, c'è soltanto da dire la verità; e rompe con Guttuso.
(Cronologia della vita, in "Opere" a cura di C. Ambroise,
Bompiani ed., 3 volumi).
A qualche anno dal caso Moro ci capita di leggere questo piccolo fatto
edificante. Una affermazione sentita e poi ripresa pubblicamente, una
querela e una controquerela, un testimone che si contorce nel dubbio:
smentire la sua devozione per l'amico, ma qui la devozione coincide
con la verità stessa, o smentire il suo ossequio al segretario Berlinguer.
Già nel dubbio, nella sua formulazione, non si fa questione di verità,
che se si fosse fatta, l'alternativa non si sarebbe nemmeno posta. Plato
amicus, sed... Sciascia non era tempra d'uomo da prendere, o dire, le
cose alla leggera, da scrittore la sua procedura era la precisione,
l'analisi, l'esame a volte minuzioso di carte e di fatti, la riflessione;
avrà certamente meditato le parole di Berlinguer.
In questa circostanza, pur casuale, si rivela la sua grandezza, a parte
quella di scrittore, di uomo pubblico, di intellettuale, parola che
a lui, e a noi, non piaceva, da intendersi genericamente, nel senso
di "avere intelligenza della realtà".
Riguardo al diniego di Berlinguer si potrebbe ricorrere a giustificazioni
di ordine politico o, addirittura, di ragion di Stato, quello Stato,
però, che aveva, secondo l'autore dell'affaire, inutilmente, o utilmente,
sacrificato la vita di Moro.
Quello che sorprende l'atteggiamento del pittore comunista Guttuso,
la posizione grottesca del dubbio al suggerimento, niente più che un
formidabile suggerimento, di sciascia, "la verità, solo la verità"
data la gravità, non solo politica, di tutto l'affaire. Se Sciascia
conferma la consistenza della esposizione pubblica della sua scrittura,
Guttuso cade per noi, e irrimediabilmente, sotto la luce opprimente
dell'ignavia. A quasi dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1989,
la lettura d'uno soffio dei tre volumi delle opere complete ci lascia
in eredità il suo candore abbagliante e tenace, lo stesso candore che
un critico rilevò nel Pirandello: "l'anima che non fa concessioni".
Di fronte all'impressione che su Sciascia ebbe la vicenda di Moro nessun
convenevole, si dica ciò che si sa.
Per lo scrittore di racalmuto ogni elemento poteva risultare utile,
a dirla con Manzoni, lui manzoniano profondissimo, "alla rimembranza
dei fatti", ai fatti dunque, alla loro rimembranza - rimembranza,
ossia al costante esercizio dell'intelligenza.
Released: May, 1998

******July,
2000
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