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Lentini / A sctrata da stazioni
di Enzo Caruso
Credo che molti, come me, conoscono il viale Riccardo da Lentini
come "a sctrata da stazioni". In effetti la via della Stazione
di Lentini è quella che segue al viale e porta a piazza del Commercio,
cioè alla stazione ferroviaria.
Per quella parte della sua storia legata alle vicende agrumicole e alle
lotte bracciantili degli anni Sessanta, tutta la strada, nei suoi segmenti,
è quasi diventata un mito. In quegli anni fu spesso teatro di cortei,
manifestazioni, anche di scontri furibondi. Quando i lavoratori erano
sufficientemente esasperati dal braccio di ferro con i padroni, occupavano
lo scalo ferroviario per impedire ai vagoni di arance di partire e presidiavano
i magazzini. Posso anche dire, con una punta di orgoglio, di essere
stato spettatore di uno degli scontri più crudeli di quegli anni tra
polizia e manifestanti, avvenuto all'incrocio con via Regione Siciliana.
Io ero allora un ragazzo curioso e osservavo lo scontro in corso stando
al sicuro dietro un muretto al margine della strada. Primo lo slancio
dei lavoratori che tentavano di rompere il cordone di polizia, poi le
cariche con le jeep che zigzagavano fin sopra i marciapiedi e li disperdevano.
Una, due, tante volte così.
Poi, come sorta dal nulla arrivò lei, anche lei un mito, Graziella della
Camera del Lavoro. Brandiva la bandiera rossa e la seguivano tante altre
donne, solo donne, e tutte marciavano impavide verso il muro dei poliziotti
che sembrò sorpreso, parve aprirsi.
Ma entrarono in funzione gli idranti. Un violento e freddo getto d'acqua
le investì, le inzuppò, le disperse.
Qualcuna cadde, urla e pianti. "Questo non dovevate farlo",
dissero i braccianti, e caricarono come quando si arrabbiano davvero.
I poliziotti furono sopraffatti, inseguiti, uno di loro sparò e un ragazzo
crollò sulla strada colpito a una gamba.
Attorno alla mitica strada, da quel giorno, il panorama è molto cambiato.
Quasi tutti gli agrumeti hanno fatto spazio al cemento, vi sono negozi,
un supermercato, la stazione di polizia, distributori di benzina, altro
ancora, ma le buche sono sempre lì, sempre quelle, i marciapiedi non
ci sono ancora, l'illuminazione è simbolica, i rovi e le erbacce seguono
indisturbati il naturale ciclo biologico di crescita e di morte.
L'ingresso della stazione si affaccia, come già detto, su una piazzetta
che ha un nome pretenzioso, si chiama Piazza del Commercio. Andate a
capire a quale commercio si riferisce.
Alla profonda crisi agrumicola sopravvivono, in Via della Stazione,
un paio di magazzini, e gli autoarticolati vi si contendono lo spazio
angusto fra buche e sterpaglie. L'ultima e forse la prima e ultima volta
che il piazzale è stato pulito risale allo scorso anno, quando vi scese
un nutrito e volenteroso gruppo di Legambiente che a scopo dimostrativo
in un paio d'ore raccolse una montagna di spazzatura e schifezze varie,
siringhe comprese.
E riuscì pure a rendere utilizzabile un telefono che era stato inghiottito
dalla rigogliosa e disordinata vegetazione di quello che doveva essere
un angolo verde, ma è solo un altro spazio dimenticato della mitica
"sctrata da stazioni". Mitica, come è ormai mitico l'abbandono
in cui versa.
Released: March, 1998

******July,
2000
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