articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
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Lilith, Adamo e la Kabbalà
La Kabbalà vedeva la "Shekhinah", la Presenza Divina,
racchiusa in un corpo di donna - immagine di uno splendore in esilio;
le "sefirot" poi sono suddivise in modo abbastanza equilibrato
tra lato maschile e lato femminile dell'albero. Comunque sia, i testi
cabbalistici si destano in modo particolarmente vivido ogni volta che
viene evocata Lilith. Benché nata probabilmente come demone babilonese
del vento, essa acquisṭ in seguito tuttavia piena cittadinanza in un
contesto ebraico. Una leggenda precabbalistica affermava ch'essa era
la prima moglie di Adamo, e che lo aveva abbandonato per una questione
di eguaglianza sessuale: la causa immediata della loro separazione era
stata infatti quella delle posizioni da assumere durante il rapporto
sessuale, con Adamo che preferiva stare sopra la donna, mentre lei insisteva
nello stare lei sopra l'uomo. Nella Kabbalà, Lilith veniva declassata
da assertrice dei propri diritti a strangolatrice di bambini e a Musa
della masturbazione, che partoriva senza sosta demonietti a coloro che
erano colpevoli di autogratificarsi. La Kabbalà, inoltre, la faceva
sposare a Samael, il principale nome tardo-ebraico di Satana come Angelo
della Morte. L'insistenza ossessiva sulla lascivia di Lilith in tutta
la letteratura cabbalistica è una prova evidente del forte elemento
di repressione che sussiste nelle fantasie gnostiche che accompagnano
l'intera storia della Kabbalà. [...] Lilith rappresenta il rovesciamento
gnostico della "Shekhinah", una parodia demonica del pathos
cabbalistico tendente a esaltare determinati aspetti dell'Esilio.
Nota: da H. Bloom, La Kabbalà e la tradizione critica, Feltrinelli
1981, p. 47-48.
Released: March, 1998

******July,
2000
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