articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
***** ***
Mafia e città. Non siamo all'anno zero
di Sergio Failla
Mentre in televisione si registrano i "successi" contro
i boss della mafia siciliana, la varia cronaca di pentiti, rivelazioni,
contenziosi, è nelle singole città, nel giorno per giorno, che la "mafia"
viene combattuta. Nelle scuole, all'interno delle istituzioni nel passato
e - per larga parte anche nel presente - colluse e parte di quel sistema.
La situazione è estremamente varia, nella varie realtà della regione.
La magistratura è attiva a Palermo, qualche processo è stato innescato
a Messina, molto poco a Catania: il resto delle procure tacciono. La
situazione non è diversa all'interno delle "forze dell'ordine",
delle amministrazioni e degli apparati burocratici. Nella nostra zona,
a Lentini, il capo-boss Nardo (della "famiglia dei catanesi"
Santapaola) è stato arrestato - mentre si trovava fuori zona, perché
se fosse rimasto in città la protezione morale e pratica sarebbe stata
tale, si dice, che l'avrebbe fatta franca. I suoi luogotenenti continuano
a controllare indisturbati il territorio. A Lentini e Carlentini abbiamo
avuto l'esperienza di un Comitato Antiracket, con l'impegno di alcuni
(pochi) commercianti. E' venuto Tano Grasso a cercare di ravvivare un
fuoco che ha stentato a ravvivarsi. Non ci sono state azioni giudiziarie
frutto di questa timida mobilitazione. Alle ultime elezioni, Giuffrida,
uno dei commercianti che fa riferimento all'Antiracket, ha ricevuto
poche decine di voti e non è stato rieletto (nonostante persona nota
e presidente del Consiglio Comunale nella passata legislatura comunale).
Sul fronte amministrativo la sensazione è quella della scelta della
convivenza. La deliquenza organizzata vista come ineliminabile, data
anche l'assoluta mancanza di azione da parte delle "forze dell'ordine"
e della Procura. Procura di Lentini che ha visto muovere i suoi primi
passi il giovane Giovanni Falcone prima di passare alla Sicilia Occidentale.
E che versa da decenni in stato comatoso: gli stessi locali, da lameno
un ventennio sono in affitto, mentre la costruzione della nuova Procura
è bloccata (da un ventennio appunto: si possono ammirare le fondamenta,
vicino al palazzo dell'AUSL, in piazza Moro).
Se da parte dello Stato presente a Lentini con le sue istituzioni sembra
non sia ancora arrivata che la ventata dei Caselli e dei vicerè di Palermo
e di Catania, è nella comunità dei cittadini che continuano a manifestarsi
i segni della resistenza. E' il mondo delle associazioni. Dopo l'89
molte delle "realtà" che facevano capo ai partiti politici
sono svanite; sono rimaste le associazioni e i gruppi che avevano una
consistenza reale nella città. Esistono "I Triaggianti", piccola
compagnia di teatro in siciliano che porta sulla scena - a Lentini ma
anche a Pachino, Scicli, Scordia ecc. - rappresentazioni teatrali contro
la mafia, ma anche contro il razzismo e il sessismo; coordinata da Enzo
Caruso, la compagnia fa riferimento alla comunità battista di Lentini.
C'è la Legambiente, che, anche se ristretta al settore ecologico e ambientalista,
dà il suo contributo per una città diversa, non attraversata dai legami
della delinquenza. Dall'esperienza di "Giro di vite", mensile
delle "città invisibili" (come nel sottotitolo della testata)
e da "Open House" (che continua la tradizione dei circoli
culturali della sinistra iniziata negli anni Settanta), nasce "Libera"
a Lentini, con l'idea di passare dalla denuncia del malaffare all'educazione
alla legalità e alla cittadinanza, in collaborazione con le scuole e
con gli insegnanti. Insomma, Lentini non deve ripartire da zero nei
confronti dell'invivibilità e della collusione mafiosa. Ma ha ancora
un bel po' di strada da fare, insieme a buona parte delle città siciliane
lasciate sole a essere governate dai comitati armati.
Released: February, 1998

******July,
2000
|
|
|
|