Girodivite - n° 55 / luglio-agosto 1999 - Pacifismo,
dossier Kossovo
L'Ig Metall fa la cosa giusta
di Alessandra Barberis. - Da: Il manifesto, 22 aprile 1999. - Il sindacato chiede
di fermare le bombe e far ripartire la guerra
L' Ig Metall ha chiesto di fermare gli attacchi aerei contro la Jugoslavia.
E' una di quelle notizie che, quasi prima di addentrarsi nell'analisi del comunicato
ufficiale, fanno tirare un sospiro di sollievo. Con la presa di posizione del
potente sindacato metalmeccanico tedesco il coro delle voci contrarie ai raid
fa un salto di volume, in Germania come in Europa, e mette tutta la sinistra
europea difronte all'evidenza: la cessazione dei bombardamenti si può chiedere
ad alta voce. La decisione dell'Ig Metall è scaturita da una riunione della
segreteria. Il comunicato diffuso dall'ufficio stampa afferma che il sindacato
chiede una interruzione degli attacchi aerei contro la Jugoslavia. Il governo
federale tedesco - prosegue la nota - si deve impegnare all'interno della Ue
e della Nato per tale tregua, come punto di partenza per una nuova iniziativa
per la ricomposizione politica della crisi in Kosovo sotto l'egida dell'Onu,
con la partecipazione della Russia. L'obiettivo deve essere la cessazione permanente
dell'intervento militare. Il comunicato distribuito alla stampa afferma poi
che l'Ig Metall chiede al governo jugoslavo la fine del terrore contro la popolazione
albanese e l'immediata cessazione di tutte le azioni militari e paramilitari
in Kosovo. Il sindacato registra con orrore e indignazione lo sterminio e la
deportazione dei kosovari. L'uso della forza militare da parte della Nato -
prosegue la nota - non ha tuttavia evitato o fermato il terrore contro gli albanesi.
Per l'Ig Metall la guerra non è e non può essere uno strumento della politica.
Al ritorno alla politica - dice il sindacato - deve essere legato il ritorno
a casa dei profughi, i quali potranno essere al sicuro in Kosovo solo con il
ritiro delle forze jugoslave e con una protezione militare internazionale. La
segreteria dell'Ig Metall stanzia 50.000 marchi (circa cinquanta milioni di
lire) per i profughi del Kosovo, invitando tutte le strutture decentrate a sottoscrivere.
La presa di posizione ufficiale del sindacato metalmeccanico potrebbe assomigliare
al piano del ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer - per altro già caduto
nel dimenticatoio europeo - di una tregua di 24 ore con la condizione che Milosevic
in tale lasso di tempo cominci a smobilitare le sue truppe dal Kosovo. La differenza
è proprio qui: l'Ig Metall chiede la pausa del fuoco senza alcuna condizione,
come primo passo da compiere: anzitutto basta bombe. Heinz Bierbaum, ex dirigente
della Ig Metall, oggi docente di economia, è uno dei firmatari dell'appello
della sinistra sindacale tedesca, che ha raccolto 400 adesioni in tutte le organizzazioni
dei lavoratori. "Il documento ufficiale della Ig Metall va nella direzione giusta
- si rallegra Bierbaum - anche se si spinge meno avanti di quello proposto dalla
sinistra. Il messaggio è però chiaro: cessiamo gli attacchi aerei". A portare
il sindacato metalmeccanico verso questa decisione ha contribuito certamente
il congresso dei giovani metalmeccanici che si è tenuto una settimana fa e si
è concluso con una scelta nettamente pacifista. Alla riunione dell'organizzazione
giovanile era intervenuto anche il segretario generale dell'Ig Metall Klaus
Zwickel, che aveva promesso di convocare presto la segreteria per dibattere
sulla guerra. Finora dal massimo dirigente del sindacato metalmeccanico non
erano arrivate prese di posizione ufficiali. Ma il suo vice Jürgen Peters, l'uomo
che ha condotto la trattativa per l'ultimo contratto metalmeccanico, già una
settimana fa aveva fatto balenare l'apertura di una crepa pacifista, dichiarando
che era necessario fermare le bombe. Questo mentre la centrale sindacale confederale
Dgb restava ferma con l'elmetto: il suo segretario, Dieter Schulte, ha infatti
garantito fin dall'inizio pieno appoggio alla scelta bellicista del governo
rosso-verde. Purtroppo non ci si può illudere eccessivamente sull'effetto che
il documento della Ig Metall avrà sul governo tedesco, anche se vi potrebbe
essere una ricaduta almeno nella sinistra Spd. Ma il governo è compatto. Proprio
ieri Joschka Fischer ha rivolto una severa rampogna ai suoi compagni di partito
che criticano la leadership rosso-verde per l'appoggio ai raid Nato. Le proteste
dell'ala radicale dei Grünen, ha detto Fischer, avrebbero come unico risultato
quello di mettere in crisi la stabilità della coalizione di governo. Anche in
Germania il clima non è dei migliori. Ieri sera i principali tg tedeschi non
hanno dedicato nemmeno pochi secondi alle dichiarazioni pacifiste dell'Ig Metall.
Released online: September, 1999
